Dal tesaurum al “viaggio nell’Ade” i singolari reperti dell’Abbazia di Ferentillo

FERENTILLO – Pietre che raccontano una storia affascinante ricca di avvenimenti e personaggi. La genesi di questo territorio, tramite i suoi documenti scolpiti sulla pietra, appunto, è iniziata  in epoca romana. La più tangibile testimonianza ce la dà il cippo funebre conservato presso l’Abbazia di Ferentillo (nella foto di copertina), subito dopo l’ingresso principale.
Il cippo che nel corso dei secoli e stato un po’ sottovalutato, ma di grande importanza storico artistica antropologica. Si tratta del Cippo funebre realizzato in pietra locale che, secondo la tradizione, fu base del primo  altare nel “tugurio” dei due eremiti siri Lazzaro e Giovanni. Sempre secondo la tradizione,  il cippo fu ritrovato in una grotta usata per riti sepolcrali della tribù Quirina. Il cippo, manufatto in pietra calcarea monolitica come detto tronco cronica, sulla base superiore presenta una cavità chiusa da una piccola grata in ferro circolare (inserita successivamente).
Il Bormann lesse la scritta incisa: P. CRASTINVS P.F. PAVLVS /C. TITTIENVS Q. F. MACER/ TESAVRVM F.C. Da ciò si evince l’ubicazione originaria del pezzo; la presenza della parola TESAVRVM, lascia appunto presupporre che il cippo fosse ubicato in un tempio di culto pagano o loculo per riti sepolcrali. Il pezzo viene datato I sec. a.C. anche per la mancanza della (h). Ma tutta la serie dei reperti (nella foto)  posti subito dopo l’ ingresso sulla parete di sinistra di chi entra, raccontano, con le loro incisioni che vale la pena ricordare, i vari periodi storici.
In un primo e secondo registro si legge: CRISTE REX …(N) T I (N) PACE DEVS HOMO FACTVS E… (lastra in marmo databile all’VII secolo; altra lastra con gli stessi caratteri ma di dimensioni più contenute: LAETAMINI CAELISTI ….SANCELIDI …OET…ADO…Tra i sarcofagi il più interessante, e l urna funeraria che misura 176x57x49 e detta ” viaggio nell’Ade” per la sua particolare realizzazione nella rappresentazione nei rilievi che adornano il fronte. Va collocato nel III sec. d.C. in esso sono raffigurate tre barche, dove all’interno prende posto un rematore e una figura femminile. La prima figura porta in mano la cetra, la seconda in atto  di danzare, la terza suona un cembalo. Sullo sfondo il porto, con alberi o palme e un tempio con figura sul pronao. Al centro sopra un archetto due piccole figure poste ai lati di una terza, sdraiata, forse il dio Oceano.
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