Deruta: cosa cambiare, cosa tenere dell’antico mondo della ceramica

DERUTA  – Cosa cambiare, cosa tenere dell’antico mondo della ceramica che nei primi del 900 ha rappresentato uno dei settori più belli e importanti delle arti e dell’economia Italiana. Ieri a Deruta, nell’ambito dei festeggiamenti della Patrona Santa Caterina, si è tenuto il convegno Nazionale “Ceramica Italiana: quale futuro?” al quale hanno partecipato: Massimo Isola Presidente dell’Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC), Luciano Tittarelli vicepresidente Accademia Belle Arti Pietro Vannucci, Giulio Busti del Museo Regionale della Ceramica di Deruta, Carlo Pizzichini artista e docente della Accademia Belle Arti di di Brera Milano, Rosaria Catania INARCH Umbria, Elisa Guidi Centro per l’artigianato artistico Toscana e Dario Ghiggi Società artefice ICC.
 

Un momento del convegno nazionale che si è tenuto a Deruta

Dopo il saluto di Michele Toniaccini sindaco di Deruta, che ha ricordato l’importanza di questi incontri per il settore della ceramica, un settore che ha bisogno di nuova linfa e di una rivisitazione di tutto il comparto, a parlare è stato Massimo Isola evidenziando che il settore ha bisogno di una nuova condivisione che porti a prendere delle cose e lasciare delle altre. “A questo tipo di consapevolezza si può arrivare  – ha ribadito Isola – confrontandosi e conoscendo le esperienze virtuose che possono aiutare a trovare nuove strade che portino a coltivare la tradizione producendo innovazione. Per capirci nelle nostre botteghe si deve parlare dialetto e inglese (tradizione e innovazione). Pensare di più e produrre di meno deve essere il nostro nuovo motto, quello che viene prodotto deve essere frutto di idee nuove, con massima attenzione alla qualità”. Sono stati tanti gli spinti di riflessione lanciati d Isola tra cui anche l’idea di Musei della Ceramica moderni “che devono diventare anche centri culturali dinamici” e anche il superamento dell’idea che “la concorrenza non è rappresentata dal vicino artigiano ma dal mondo, da paesi come la Cina che nella produzione in serie è invincibili”. Luciano Tittarelli ha proposto un excursus di opere realizzate da artisti/direttori dell’Accademia Belle Arti, facendo notare il cambiamento del modo di fare ceramica, mentre Carlo Pizzichini si è focalizzato sui modi di fare entrare i giovani  nella bottega artigiana dove possono apprendere tutta la filiera della produzione. Rosaria Catana, attraverso lo studio della fabbrica Grazia, ha fatto emergere l’importanza dell’esposizione museale di ogni fabbrica di ceramica e la possibilità di una rigenerazione urbana degli antichi luoghi dove si produceva ceramica, che potrebbero cambiando destinazione d’uso mantenendo uno spazio dedicato alla produzione della ceramica. A seguire si è tenuta l’assemblea e il consiglio direttivo dell’AICC. 

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