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Diego Mattioli sull’ex cinema Vittoria a Foligno: “Un disastro annunciato”

FOLIGNO – Da Diego Mattioli riceviamo e pubblichiamo questo intervento sull’ex cinema Vittoria.

“Quanto sta accadendo all’ex Cinema Vittoria è l’ennesima prova di un modo irresponsabile – e ormai ai limiti del grottesco – di gestire la cultura a Foligno.
Dopo aver cacciato chi aveva reso lo Spazio ZUT! una realtà culturale di rilievo nazionale, capace di garantire una programmazione di altissimo livello, l’amministrazione si presenta oggi – dopo un anno di silenzio – annunciando che lo spazio “verrà concesso attraverso la concessione di patrocini, così come già avviene per altri contenitori culturali cittadini”. Una dichiarazione che omette un fatto fondamentale: quelle stesse giornate di patrocinio, già previste in passato (trenta l’anno), sono state quasi mai utilizzate. Per un anno intero lo spazio è rimasto chiuso, vuoto, inaccessibile. Si è preferito azzerare un presidio culturale vivo e attivo, lasciando al suo posto una scatola vuota. Per fare cosa? Non esiste ad oggi alcuna progettualità concreta. Nessuna visione. Nessuna programmazione. Nessuna risposta seria. Eppure parliamo di un luogo che aveva reso Foligno un punto di riferimento culturale a livello regionale e nazionale: un teatro vivo, indipendente, professionale, capace di attrarre pubblico, artisti, compagnie, produzioni, collaborazioni. Una comunità di lavoratori e lavoratrici della cultura che l’Amministrazione ha scientemente smantellato, con un atteggiamento che definire miope è poco. Uno spazio che, attraverso attività culturali, sociali e formative, era diventato un cuore pulsante della vita cittadina, sempre aperto al dialogo con il territorio e messo a disposizione di tutti in modo funzionale ed efficiente. Oggi ci ritroviamo con un ex cinema-teatro svuotato, e con un’amministrazione che, di fronte alla propria incapacità di gestire la situazione, si rifugia nei comunicati autoassolutori e nelle parole d’ordine buone per tutte le stagioni: “patrocini”, “progettazione condivisa”, “apertura alla città”.
Ma cosa significano davvero questi termini se dietro non c’è nessun piano, nessuna risorsa, nessun confronto vero?
Per questo presenterò una interrogazione urgente per chiedere conto pubblicamente di quanto sta accadendo.
Il Comune deve rispondere in modo chiaro e trasparente: Quali sono le reali intenzioni per lo Spazio ex Cinema Vittoria? Cosa si intende con “progettazione condivisa”? Con chi e con quali modalità? Perché invece di lasciarlo vuoto per un anno non si è garantita la continuità operativa dello spazio come richiesto in Consiglio Comunale? Quali risorse economiche sono state messe a disposizione? Esiste un cronoprogramma, una strategia, una visione? Cosa significa realmente “gestione diretta”? Chi si occuperebbe delle aperture e degli eventi? Quali figure tecniche, professionali e di sicurezza verrebbero impiegate?
La verità è che, a un anno di distanza, non è accaduto nulla. E il nulla è figlio di una gestione arrogante e priva di competenze specifiche, che ha anteposto logiche politiche e propagandistiche al bene comune. Sempre più forte è il dubbio – che oggi si fa certezza – che la chiusura dello Spazio ZUT! sia stata una scelta punitiva verso chi faceva cultura vera, alta, libera, non allineata. Una cultura forse scomoda, ma necessaria. Si è colpita una realtà di valore senza offrire alcuna alternativa, impoverendo il tessuto culturale cittadino e ignorando l’appello di centinaia di cittadini, artisti e operatori che in questi mesi hanno chiesto risposte.
Siamo davanti a una gestione fallimentare, che confonde la cultura con l’intrattenimento e il patrocinio con la progettazione. Un’amministrazione che svuota i contenitori senza preoccuparsi dei contenuti, e che parla di “cultura per tutti” mentre chiude le porte a chi la cultura la fa davvero. Se invece alle nostre preoccupazioni il sindaco intende finalmente rispondere in modo serio e costruttivo, siamo pienamente disponibili a un confronto vero, trasparente e aperto, nell’unico interesse che dovrebbe guidare ogni scelta pubblica: quello della città e della sua vita culturale”.

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