Domani a Todi Francesca La Mantia e il suo modo di raccontare la mafia ai bambini

TODI – Domani, 19 luglio,  a Todi l’iniziativa “Prova a prendermi. La mia corsa in giro per l’Italia”  il tour estivo di presentazione organizzato dall’autrice Francesca La Mantia (nella foto di copertina) per portare la storia di Pietro, il piccolo protagonista del suo ultimo libro “La mia corsa. La mafia narrata ai bambini” (editore Gribaudo).

Il libro, ambientato a Palermo in piena guerra di mafia (1983), racconta proprio la storia Pietro, un bambino che fin da piccolo viene dissuaso dalla finta bontà della mafia, vedendo in Don Michele, e negli uomini come lui, delle brave persone, senza capire perché suo padre non vuole accettare la loro protezione o piegarsi ai loro “favori”. Lo capirà solo più avanti, grazie alle parole del giudice Rocco Chinnici e del vicequestore di Palermo Ninni Cassarà, entrambi nel mirino degli esponenti mafiosi della città. Sarà proprio l’esempio di uomini coraggiosi come questi che faranno nascere in Pietro un bisogno sempre più forte di verità e giustizia.

Unica tappa prevista in Umbria  a Todi dalle ore 18,30 al Giardino di Palazzo Gradona in collaborazione con la libreria UBIK.

Per l’occasione saranno presenti anche Elena Costanzi che accompagnerà l’autrice nella lettura di alcuni brani del libro, e Salvatore CantonePresidente di Fai Antiracket e Antiusura di Pomigliano d’Arco. L’incontro sarà moderato da Chiara Giussani presidentessa dell’Associazione Franca Viola e trasmesso in diretta radiofonica sulla Web Radio Erreti.

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RIFLESSIONI DI DON LUIGI CIOTTI

La corsa di Pietro rappresenta la corsa, reale o immaginata, di tanti bambiniMa anche di tanti adulti. È la corsa di chi vorrebbe scappare da una realtà che non comprende, ma di cui avverte tutte le contraddizioni e l’ingiustizia. È la corsa di chi pensa che soltanto altrove troverà opportunità e speranza, perché il posto dove gli è capitato in sorte di nascere è un posto “condannato”, senza possibilità di cambiare” – afferma don Luigi Ciotti autore della postfazione del libro – Pietro però non scappa, anzi a un certo punto ha l’intuizione di dirigere le sue falcate di bambino verso una meta precisa: è deciso a cercare risposte, o almeno qualcuno che lo ascolti. E ha la fortuna di trovarlo.”

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