CASTIGLIONE DEL LAGO – Nei primi due giorni del festival “Castiglione del Cinema” è scattato qualcosa di speciale nel borgo umbro affacciato sul Lago Trasimeno: lunedì intensi momenti di dialogo e di confronto con l’amica geniale Irene Maiorino e poi con i giovanissimi protagonisti di “Napoli-New York” Dea Lanzaro e Antonio Guerra che hanno raccontato le esperienze e gli aneddoti divertenti del film, visti dal loro punto di vista di nuovi talenti del cinema italiano: giovanissimi sì ma molto motivati a proseguire una carriera che è partita in maniera sorprendente.
Ieri sera al Nuovo Cinema Caporali tutto esaurito per Luca Zingaretti. E non poteva andare diversamente nonostante il maltempo che non è riuscito a frenare l’entusiasmo del pubblico verso uno dei volti più popolari e iconici del cinema e della televisione italiana, conosciuto a livello internazionale grazie al grande successo planetario del Commissario Montalbano. Ma Zingaretti non è tipo che si siede sugli allori e a “Castiglione del Cinema”, intervistato dal regista e saggista Mirco Michelon ha presentato la sua opera prima come regista. “La casa degli sguardi” è un film molto bello e intenso, a tratti commovente, tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli: Zingaretti ha spiegato il suo passaggio alla regia come l’esigenza di sperimentare un lavoro che lo ha sempre incuriosito e affascinato, anche se non aveva mai trovato un soggetto forte come questo. Emozioni e racconti fatti con grande trasporto e profonda umanità per una carriera partita con l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e poi di tanta gavetta a teatro, una gavetta formativa e che raccomanda a tutti i giovani attori: momenti in cui si ruba il mestiere, ha detto, che completano ed esaltano la necessaria preparazione comune a tutti i grandi attori. «Sono importanti le iniziative come il festival Castiglione del Cinema – ha detto Zingaretti dopo il talk con il pubblico – perché avvicinano il pubblico alla sala cinematografica: occorre parlarne, incontrare la gente, raccontare e spiegare che il cinematografo è il luogo principale. Vedo una risalita del pubblico e speriamo che la tendenza si rafforzi».
Il direttore artistico Andrea Zuliani ha spiegato il festival di Castiglione e la scelta dei quasi 40 cortometraggi in gara: «Abbiamo voluto mettere in luce le opere prime e seconde e i registi emergenti. Anche Luca Zingaretti e Sonia Bergamasco sono esordienti, anche se con un’immensa esperienza cinematografica e teatrale alle spalle. La contaminazione tra grandi autori e giovani speranze del cinema è un modo per conoscere e mettere a confronto queste realtà. Dobbiamo cercare di tornare a essere spettatori attivi e non passivi: la bellissima giornata di oggi con Zingaretti ci aiuta tanto».
Questa sera Sonia Bergamasco, attrice, regista, musicista, poetessa, una delle voci più raffinate dell’arte italiana, incontrerà il pubblico in Piazza Mazzini alle 18:30; alle 21 al Nuovo Cinema Caporali presenterà il suo documentario “Duse, the greatest”, premio speciale “Miglior Opera Prima” ai Nastri d’Argento 2025.
“Duse, the greatest” è un’investigazione sull’attrice che ha cambiato il mestiere dell’attore per sempre, ispirando Lee Strasberg, storico direttore dell’Actors Studio, e generazioni di attori. Una donna, la Duse, di cui rimangono unicamente un film muto e qualche foto e ritratto, ma ancora tanto influente: la Divina oltre il mito.
Giovedì 25 incontro con Harutyun Khachatryan, regista armeno di fama internazionale, autore poetico che trasforma il documentario in arte visiva: si parlerà con profondità di cinema, memoria e identità.
A seguire sempre in Piazza Mazzini, Milena Mancini, danzatrice, attrice, autrice, performer di straordinaria bravura: un talento fuori dagli schemi che attraversa con forza e sensibilità il teatro, il cinema e la scena contemporanea; attrice intensa e coraggiosa, lavora con registi come Gabriele Muccino, Matteo Rovere, i fratelli D’Innocenzo (La terra dell’abbastanza), Ivano De Matteo (Mia), Ferzan Ozpetek (Diamanti), Paolo Virzì (Un altro Ferragosto).
Venerdì 26 al talk in piazza arriva Daniele Ciprì una delle voci più irriverenti e potenti del cinema italiano: regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, conosciuto per lo stile grottesco e visionario, Daniele Ciprì ha rivoluzionato il linguaggio audiovisivo italiano prima in coppia con Franco Maresco (dalle incursioni di Cinico Tv ai lungometraggi Lo Zio di Brooklyn e Totò che visse due volte, uno degli ultimi film italiani a subire una feroce censura), poi con una brillante carriera da solista, iniziata con “È stato il figlio” e con “La buca”.
L’evento è finanziato dal Gal Trasimeno Orvietano con l’intervento SRG06 “LEADER – attuazione strategie di sviluppo locale del CSR per l’Umbria 2023-2027”
I programmi dettagliati su https://castiglionedelcinema.
Nella foto: Sonia Bergamasco e Luca Zingaretti