Due capolavori mozartiani all’auditorium San Domenico di Foligno per gli Amici della Musica

FOLIGNO – Una serata imperdibile per gli amanti della musica, due celebri capolavori mozartiani risuoneranno nel grande concerto sinfonico all’Auditorium San Domenico. Quello di sabato 27 maggio è forse l’evento più atteso della stagione 2023 degli Amici della Musica di Foligno; in programma il Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore K622 e la Sinfonia in sol minore K550,  opere che occupano un posto di rilievo all’interno dell’eccelsa produzione del genio salisburghese.

 

 

L’esecuzione è affidata a protagonisti di prestigio straordinario: L’Orchestra di Padova e del Veneto, da oltre cinquant’anni tra le orchestre italiane più apprezzate nel mondo, diretta da Benjamin Bayl, affermato direttore australiano di origine olandese, e il solista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, pluripremiato clarinettista di fama internazionale, già ospite degli Amici della Musica di Foligno.

 

La serata si apre con il Concerto per clarinetto K622, composto da Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) per l’amico Anton Stadler, grande clarinettista e virtuoso dalle grandi qualità interpretative. Si tratta di uno degli ultimi lavori di Mozart, scritto nell’ottobre del 1791, appena due mesi prima della morte. Della cupezza del periodo, funestato dalle difficoltà economiche e dai problemi di salute, non c’è traccia nel Concerto. Si respira fin dal I movimento Allegro l’eleganza e la freschezza tematica tipiche del giovane Mozart arricchite dalle elaborazioni contrappuntistiche del Mozart maturo.  Splendido il II movimento Adagio semplice e perfetto nel commovente lirismo che mette in luce le delicate sfumature espressive dello strumento solista. L’opera si chiude con la gioia del III movimento Allegro, un vivace e brioso Rondò finale.

 

 

La seconda parte del programma prevede l’esecuzione della Sinfonia K.550, tra le composizioni più conosciute ed amate di Mozart. Si tratta di un’altra opera della maturità, scritta nel 1788, in uno dei periodi più tormentati del giovane musicista; appare qui una tensione drammatica sconosciuta alla forma sinfonica e che qualche musicologo definisce “preromantica”. Divisa in quattro movimenti, la Sinfonia si apre con l’Allegro molto che crea fin dall’inizio un’atmosfera inquieta e tormentata con brevi frammenti melodici che si ripetono quasi ossessivamente, passando tra le diverse sezioni orchestrali, per tutto il Tempo. L’Andante -II movimento, l’unico in tonalità maggiore- dolce e delicato crea un momento di apparente distensione. Il Minuetto -III movimento, Allegretto- perde la leggerezza della danza settecentesca e assume con rigore contrappuntistico un carattere energico e tragico al tempo stesso. A stemperare la gravità del Minuetto il Trio centrale lieve e sereno. Il IV movimento l’ Allegro assai va a chiudere con tragica angoscia quest’opera meravigliosa; citando lo storico della musica Giorgio Pestelli “è un riepilogo dello Sturm und Drang per la forza disperata con cui aggredisce le regioni più cupe della sensibilità”.

 

Stefania Cruciani

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