Due marchi del birrificio Magester di Ferentillo nella Guida 2021 Slow Food

FERENTILLO – Due birre Magester nella Guida alle birre d’Italia 2021 della Slow Food. Dall’ormai lontano 2013 nasce a Ferentillo il birrificio Magester che vede i due soci Giovanni Ridolfi e Andrea Mangione creare e donare al palato una serie di birre di prima scelta totalmente legate a prodotti, storia e tradizione locale.
“Tutti i migliori birrifici italiani e le loro produzioni – riporta riguardo alla Guida il sito ufficiale della Slow Food – selezionati da un gruppo di oltre 100 esperti collaboratori. Schede dettagliate raccontano la storia dell’azienda, le sue peculiarità e le caratteristiche delle birre giudicate più interessanti. Non un semplice catalogo, ma un tuffo nel mondo della produzione birraria che ti porterà alla scoperta di realtà piccole e imperdibili”. Un vero e proprio riconoscimento della qualità e dello spirito dei prodotti che vi rientrano e certamente una bella soddisfazione per i mastri birrai che riescono a farne parte. “È stata veramente una grande sorpresa – dichiara Giovanni Ridolfi – vedere queste nostre due birre stagionali, le prime due birre create per guardare al territorio, fregiate di due prestigiosi riconoscimenti da una giuria di esperti. È stata una grande soddisfazione”. Arriviamo però alle due vincitrici adesso.
La prima Bianca Merangola, riconfermata come “birra slow” e già presente nella guida slow food delle birre italiane 2018-2019, è una creazione primaverile in edizione limitata, poiché ne vengono prodotti solo 15 ettolitri l’anno. È realizzata con i frutti di uno dei 30 alberi puri tra i 300 esemplari presenti in Valnerina. Il succo di merangola puro conferisce al prodotto un aroma molto particolare che oltre a dare vita ad una particolarissima birra artigianale valorizza il sapore di questo antico agrume. Inoltre attualmente birra Magester sta lavorando con l’azienda agrituristica La Drupa, già fornitore dei frutti di merangola, che per un progetto di valorizzazione del territorio ha dato al birrificio 30 piantine provenienti da quello stesso albero con la speranza tra qualche anno di poter aumentare le quantità prodotte di questa birra tutta della Valnerina. La seconda invece è La Pepata, fregiata del riconoscimento “birra imperdibile” che mischia birra e pampepato, creata con tutti ingredienti del territorio, come il caffè preso da una torrefazione di Terni, o il mosto cotto da Castel di Lago, o anche i mieli di Ferentillo, una birra che si potrebbe dire incarna in se oltre alla tradizione anche lo spirito del Natale. “La Pepata nasce nel Natale 2016 – racconta Giovanni Ridolfi – l’idea era quella di creare una controparte invernale a Bianca Merangola. Allora ci venne in mente che in Belgio nel periodo natalizio vengono prodotte le Christmas Ale, birre aromatizzate, alla cannella, all’anice stellato, tutte dedicate al Natale. Da questo iniziammo a riflettere sul mischiare una birra con la ricetta del pampepato, una vera e propria tradizione ternana, ed è così che è nata La Pepata”. Due birre queste che si pongono l’obbiettivo di voler esprimere il territorio, che riescono nel loro intento e che vengono premiate per questo. Non emerge solo la qualità, ma anche lo spirito del birraio. 

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