E' morto a Terni Albino Cimini, l'Italia si mobilitò per farlo uscire dalle carceri turche dove rimase per 11 anni

TERNI – Di lui si parlò tanto e si mobilitò buona parte dei giovani della generazione degli anni Settanta e Ottanta. Albino Cimini fu arrestato in Turchia per traffico internazionale di droga, hashish, per la precisione. Gliene furono trovati due etti a lui e ad altri tre ragazzi che furono subito scagionati dopo che Albino si assunse tutte le responsabilità del possesso della droga. La condanna fu terribile: ergastolo, che poi, in base alla buona condotta del ragazzo all’epoca ventottenne, fu commutata dalla Corte d’appello in 30 anni di reclusione. Un’abnormità per un reato che già allora veniva considerato di scarsa incidenza nella maggior parte dei paesi europei. Sta di fatto che per Albino Cimini cominciò l’inferno delle carceri turche tra soprusi e condizioni di vita al limite della sopravvivenza. Vi passò 11 anni, undici anni privato del bene maggiore, la libertà e la possibilità di continuare a suonare, comporre, cantare. Albino era infatti un buon musicista che si era più volte distinto in contesti sia locali che nazionali. La mobilitazione contro quell’evidente abuso di potere che minava l’esistenza di quel ragazzo, coinvolse a più livelli anche le istituzioni, le ambasciate, prima di tutto, ma anche parlamentari e arrivò sino al Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Fu una vicenda patita e dannata per l’ostinazione con la quale il governo turco si accanì su Albino Cimini che solo undici anni dopo quella maledetta sentenza, riuscì ad riottenere la libertà grazie alla mobilitazione generale, gli appelli e la mediazione a più livelli delle istituzioni italiane e inglesi. Albino era infatti per metà inglese, era nato a Swansea dove la sua famiglia si era trasferita dall’Italia. Anche Francesco Guccini si unì alla solidarietà espressa a più livelli in favore della causa di Albino, cantò per lui in un concerto i cui proventi furono destinati alla famiglia del ragazzo per sostenere le spese processuali. Al ritorno a Terni da quella tremenda esperienza prolungatasi per undici anni, scaturì un libro pubblicato nel 1999 per l’editore Nuovi Equilibri: ”Cose turche – 4.123 giorni nelle carceri di Dogubeyazit, Agri, Izmir”. Nella notte tra martedì 31 dicembre e mercoledì 1° gennaio, Albino Cimini ha lasciato la sua esistenza terrena. Aveva 68 anni, era tornato a vivere una vita tranquilla, appartata, aveva ripreso a suonare e cantare, ma – non poteva essere altrimenti – portava ancora con sé tutto il dolore di quella tragica, interminabile parentesi della sua vita.

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