PERUGIA – EXTRA. Segni antichi / Visioni contemporanee, mostra ospitata a Palazzo Baldeschi, curata da Marco Tonelli (visitabile dal 17 giugno 2025 al 6 gennaio 2026).
Affinità e similitudini in un dialogo tra passato e presente senza soluzione di continuità. Se la cultura si instaura in quel processo evolutivo che passa dalla cultura orale a quella scritta e dipinta soprattutto tra il Medioevo e il Rinascimento; se il segno assume l’aspetto del significante, questa mostra accompagna il visitatore alla scoperta della trasformazione da significante a significato individuando una serie di simboli che si pongono al di là del tempo perché ormai riferiti al nostro inconscio collettivo. Segni che determinano un itinerario implicito in quel processo di sintesi che ogni simbolo acquisisce nella nostra memoria condivisa. I parallelismi tra antico e contemporaneo non devono quindi stupire, anche se nell’ambito dell’extraordinariorum, perché è come se quegli antichi segni emergessero dal profondo di ognuno di noi e in particolare dagli artisti che ne colgono il significato semantico alla ricerca di un lessico che ne accompagna la lettura attraverso immagini e volumi archetipali.
La mostra nasce dalla recente acquisizione della Collezione Albertini, composta da circa 1.700 pergamene medievali (XIII–XV secolo), fino ad oggi custodite fuori città e tornate finalmente a Perugia. Una di queste contiene la parola Extraordinariorum — da cui il titolo — richiamando ciò che è fuori dall’ordinario: un invito a un’esperienza extra‑ordinaria, in cui antico e contemporaneo dialogano senza distinzione gerarchica. Organizzata in nove sale tematiche, la mostra si struttura in cinque sezioni: Figurazioni, Astrazioni, Motivi, (Ri)scritture e Simboli, dove ogni ambiente instaura connessioni visive, materiche e concettuali tra i segni medievali e opere contemporanee – oltre 40 creazioni di 18 artisti tra cui Boetti, Isgrò, Lai, Tremlett, Dessì, Paladino, Ontani
Figurazioni: gli stemmi araldici — grifoni, leoni, cigni intrecciati — dialogano con ceramiche iperrealiste di Bertozzi & Casoni, le invenzioni visive di Luigi Serafini, Wim Delvoye e Gabriele Arruzzo, offrendo una lettura simbolica e contemporanea delle forme antiche.
Astrazioni: geometrie medievali — bande, schemi ornamentali — risuonano nelle opere di David Tremlett, Maurizio Cannavacciuolo e Beverly Pepper, dove il segno diventa ritmo e ordine visivo (Ri)scritture: dettagli di usura delle pergamene — cuciture, cancellature, strappi — trovano corrispondenze poetiche nelle opere di Emilio Isgrò, Gastone Novelli, Maria Lai: una sezione intima che valorizza i segni del tempo come scritture evocative.
Questa mostra non si limita a reinterpretare l’arte medievale, ma propone un vivace confronto temporale, in cui il visitatore è invitato a percepire il passato con sguardo contemporaneo e viceversa. L’allestimento esteso sviluppa un dialogo silenzioso, mai didascalico, tra segno e immagine, memoria e invenzione. L’assenza di opere create ad hoc rafforza l’idea che il potere evocativo delle pergamene non ha bisogno di accompagnamento narrativo, ma si accende nel confronto attuale con opere già esistenti selezionate con cura.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Fabrizio Fabbri, con saggi di Marco Tonelli, Massimiliano Bassetti e Filippo Orsini, utile per approfondire il progetto curatorio e le riflessioni teoriche alla base della mostra.
“EXTRA” è un viaggio visivo e concettuale che fonde memoria storica e linguaggi contemporanei, un’esperienza arricchente per studiosi, appassionati d’arte e curiosi pronti a ritrovare il senso vivo del segno. Una mostra che non spiega, ma interroga, aprendo nuove prospettive sull’arte come processo di confronto tra epoche.
Info utili
- Dove: Palazzo Baldeschi, Corso Vannucci 66, Perugia
- Quando: dal martedì al venerdì 15–19:30; sabato e domenica 10:30–19:30 (chiuso il lunedì)
- Costo ingresso: €7 intero, €4 ridotto; convenzioni con Trenitalia e altri partner Fondazione Perugia