Facciata e monastero dell’Abbazia di San Pietro in Valle: ecco i sostanziali interventi degli Abati Attone II e Lodovico Ancajani

FERENTILLO – Uno dei più interessanti interventi di  restauro alla struttura del monastero fu eseguito da uno degli ultimi Abati commendatari Lodovico Ancajani nel 1878. Naturalmente stiamo parlando della abbazia di San Pietro in Valle a Macenano di Ferentillo. Sulla lapide posta sul muro esterno del monastero, poco distante dall’ ingresso principale della chiesa si legge: LVDOVICVS ABB(A)S OCCIDENTALE HOC LATUS / VETVSTATEM FATISCENS / INSTAURAVIT ET AD MELIOREM /TILIOREMQ(UE) FORMAM / REDEGIT A.D.MDCCCLXXV.

L’attuale  facciata  della chiesa abbaziale (nella foto di copertina) è molto probabile che sia un rifacimento  cinquecentesco dopo che una parte di essa subì un probabile crollo. Ciò è  attestato, dalla scomparsa dei dipinti interni che avrebbero raffigurato l’ ultima  parte del nuovo testamento, visto che i superstiti si concludono con il viaggio al calvario. Quindi mancherebbero in controfacciata crocifissione, morte e resurrezione. Molto probabilmente, possiamo supporre che tutta la parete, in controfacciata, potrebbe essere stata affrescata anche con un possibile Giudizio Universale. Infatti se nel catino absidale abbiamo un Cristo Pantocratore, nella controfacciata, come in altre chiese abbaziali coeve, si nota spesso, (come monito per i credenti), un Giudizio Universale con tanto di inferno, purgatorio e paradiso.

Da notare alcuni affreschi superstiti nella parte più bassa della parete (nella foto) ossia alcuni votivi Madonna di Loreto sotto un Baldacchino e si legge: HOC OPVS F.F. AGNIRILLVS LAURENTI COLLIS PONTE A.D. M.CCCCCXIII (1513); sulla sinistra una Madonna in Maestà con al lati San Sebastiano e Mattia Apostolo sotto e’ scritto: QUESTA F(ECE) F (ARE)  MARIA DE JOVANNE PER VOTO 1526. Opere che la critica ha attribuito a Giovanni di Girolamo Brunotti attivo in Umbria dalla fine del XV agli inizi del XVI secolo. Sull’angolo della parete si nota anche un San Bernardo, di recente emerso dall’intonaco del XIV secolo. Probabile quindi, e si giustifica la tesi, che questa parete interna era affresca come le altre laterali. I dipinti della parte superiore, forse, (come già accennato), sono andati perduti a causa di un crollo o da  interventi eseguiti nel corso dei secoli XV – primi XVI. Ciò si evince  nell’ architrave di una porta, dove e’  inciso il nome dell’abate che completava alcuni lavori con la data dell’esecuzione: 1509 T (tempo) RE A.M CCCC 9 (A) B (A) TI. ATIS II.

Ritorniamo all’esterno. Come detto la facciata è classica rinascimentale, con oculo centrale, decorato con motivi geometrici  in pietra bianca che da luce all’ interno proiettando proprio nel catino absidale. Il portale segue la linea classica rinascimentale con piedritti poggianti su  basamento in sporgenza e da uno stipite diviso in tre parti. L’architrave è sostenuto da due mensole in pietra. Sull’architrave, poggia la lunetta, in pietra  liscia, abbellita da motivo a tondino; probabilmente, l’interno era decorata da un affresco eseguito da un pittore locale (di gusto manierista), del quale ne rimangono sporadiche tracce.

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