CITTA’ DI CASTELLO – Secondo appuntamento del Festival con il TRIO RINALDO, Vincitore del Concorso “Alberto Burri” 2024 e del Premio “Franco Abbiati” 2025. Leonardo Ricci violino, Rebecca Ciogli violoncello, Lorenzo Rossi pianoforte. Musiche di Gabriel Fauré – Trio op. 120, Alfredo Casella – Sicilienne et Burlesque, Maurice Ravel Trio M. 67,
Una giornata tutta dedicata ai giovani talenti quella di venerdì 29 agosto al Festival delle Nazioni di Città di Castello.
Mentre la giuria del Premio Burri si prepara a proclamare la formazione da camera vincitrice della VIII Edizione, che si esibirà nell’Auditorium di San Giovanni Decollato alle ore 18.30, la sera, nella Chiesa di San Francesco di Montone, alle ore 21.00 il Trio Rinaldo – vincitore della scorsa edizione e vincitore del prestigiosissimo Premio Abbiati 2025 – proporrà un concerto con musiche di Gabriel Faurè, Alfredo Casella e Maurice Ravel. Giovane e affermato gruppo, il Trio Rinaldo attualmente si sta perfezionando nella prestigiosa Accademia Stauffer di Cremona.
Il programma del Trio Rinaldo si distingue per la sua coerenza e raffinatezza, proponendo una vera e propria istantanea musicale della Parigi artistica tra il 1914 e il 1924. In quegli anni la capitale francese è il crocevia di una fervente rivoluzione culturale, dove musica, poesia e pittura si intrecciano in un clima di sperimentazione e apertura alle influenze extraeuropee.
Il cuore del concerto è costituito da tre opere di Fauré, Casella e Ravel, autori legati da rapporti umani e intellettuali profondi, accomunati dalla ricerca di un linguaggio nuovo, libero dai vincoli della tradizione accademica.
Gabriel Fauré, maestro stimato di intere generazioni, firma il suo Trio in re minore op. 120 nel 1923, in una condizione fisica ormai fragile. L’opera è un testamento spirituale, in cui si sublima la sofferenza attraverso un linguaggio intimo, lirico e rarefatto. La modernità di Fauré non nasce dalla rottura, ma dalla sottrazione, dall’essenzialità espressiva che fa emergere con chiarezza linee melodiche pure e un equilibrio perfetto tra i tre strumenti.
Alfredo Casella, italiano di formazione parigina, porta invece nel suo Sicilienne et Burlesque op. 23 bis un gusto per la sintesi tra tradizione italiana e stilemi francesi. Nella Sicilienne, una danza lenta e pastorale, si avverte un’aura arcaica ma impreziosita da armonie innovative. La Burlesque, invece, è una corsa virtuosistica, caricaturale e frizzante, che gioca su motivi brevi e un’energia imprevedibile.
Maurice Ravel, infine, con il Trio in la minore M. 67 (1914), anticipa l’ombra della guerra con un capolavoro di invenzione timbrica e coerenza formale. In esso si intrecciano suggestioni basche, riferimenti poetici (come il Pantoum ispirato alla poesia simbolista) e strutture antiche, come la Passacaille. Il movimento finale esplode in un virtuosismo orchestrale, trasformando il trio in un piccolo ensemble sinfonico.
Il concerto non è solo un omaggio alla Parigi del primo Novecento, ma anche un percorso nel cuore di una trasformazione musicale profonda: complessa, ma mai complicata. Un viaggio in cui eleganza, invenzione e memoria si fondono, proiettando la tradizione nel futuro.