Festival dell'Oriente: viaggio tra colori e sapori di luoghi lontani

Sapete cosa sono i  Mizuhiki? Conoscete l’arte del Kalaripayattu?
Se non avete mai sentito parlare dell’antica tecnica giapponese di intrecciare la carta di riso  o dell’arte marziale del sud dell’India, allora potrebbe essere un buon motivo per recarsi l’11, 12 e 13 ottobre al complesso fieristico Umbria Fiere a Bastia Umbra e lasciarsi incantare dalle affascinanti atmosfere del Festival dell’Oriente.
Il festival itinerante più colorato che ci sia, sta per riapprodare in Umbria e promette anche quest’anno grandi emozioni e un’immersione a 360 gradi nella millenaria cultura orientale declinata in tutte le sue sfumature.
Passeggiare tra le vie di un villaggio giapponese ed assistere alla cerimonia del té, ammirare le movenze ipnotiche ed aggraziate di danzatrici thailandesi, assaggiare la cucina vietnamita o marocchina, provare un massaggio ayurvedico, ascoltare un concerto di didgeridoo, acquistare incensi, spezie o gioielli in un allegro labirinto di stand in cui perdersi… Tutto questo e moltissimo altro: gli spettacoli, oltre 400 tra esibizioni, concerti, danze e show inizieranno alle 10.30 e andranno avanti ininterrottamente e contemporaneamente nei diversi palchi dedicati fino alle 22. Accanto agli spettacoli, sarà possibile interagire e sperimentare terapie tradizionali nel settore del benessere come il Reiki o lo Yoga, partecipare a seminari ed ascoltare conferenze. A questo proposito si parte venerdì 11 con la conferenza dedicata alla Geomantija, antica tecnica cinese che spiega i movimenti del cosmo e della vita e si conclude domenica 13 con gli ideogrammi giapponesi, in un calendario conferenze che spazia dal Feng Shui alla meditazione, dalla riflessologia plantare alle rune.
Sempre domenica 13, l’appuntamento è alle 15 nell’area esterna del complesso per un’imperdibile esperienza: arriva anche a Perugia l’Holi Festival dell’Oriente, la grande festa dei colori di ispirazione indiana.   L’Holi, parola che significa “brucia”, è un antico rituale induista in cui si celebra la vittoria del bene sul male, la fertilità della terra alla fine dell’inverno e l’amore tra le divinità Krishna e Radha. In India si narra che Krishna, dalla pelle blu perché avvelenato da un demone da bambino, temesse che Radha non potesse mai ricambiare il suo amore a causa del suo aspetto. Decise allora di dipingere il viso dell’amata con polveri colorate e i due divennero una coppia. Da qui l’usanza di lanciarsi durante questa festa colori naturali in polvere, danzando al ritmo di sfrenate melodie, in una giornata all’insegna della positività e dell’amore per il prossimo, messaggi che sono alla base anche di questo evento.
Altro importante momento durante la manifestazione, che si pone da sempre aperta al confronto ed al dialogo interreligioso, sarà la suggestiva cerimonia tibetana del mandala ad opera di un gruppo di monaci. Il mandala quale simbolo di totalità e specchio della nostra vita  verrà minuziosamente costruito con sabbie colorate durante i primi due giorni. Il terzo giorno come da tradizione, a simboleggiare l’impermanenza delle cose materiali, verrà distrutto e la sabbia sacra distribuita tra gli spettatori.
Un’occasione per riflettere e portare con sé un po’ della magia di quest’evento.

 
 

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