"Figli", film diretto da Giuseppe Bonito: il dramma "leggero" dell'essere genitori

PERUGIA  – Con questo servizio Vivoumbria offre ai suoi utenti la possibilità di un approfondimento su tematiche che riguardano il cinema. Pubblicheremo di volta in volta in collaborazione con Cinegatti e il cinematografo Sant’Angelo, in formato podcast gli interventi di registi e attori che verranno ospitati per rispondere alle domande del pubblico sul film appena proiettato. Una modalità per un approccio più completo alla settima arte.
 
 
“Figli”: chi ne ha avuti ha avuto la possibilità di modo di condividere l’esperienza genitoriale con tutto quel che comporta, soprattutto all’arrivo del secondogenito: amore e terrore, tempi per se stessi che si riducono drasticamente, ritmi di lavoro e di vita sempre più incalzanti, sino alla crisi di coppia. Queste e tante altre “sfumature” della genitorialità sono state descritte nel testo filmico di Mattia Torre, scomparso a soli 47 anni in seguito ad una lunga malattia. Il regista Giuseppe Bonito, per anni aiuto di Torre, ha dunque ereditato il testo che ha tradotto in immagini. Bonito dopo aver presentato la sua opera prima “Pulce non c’è”, vincitrice del premio speciale della giuria alla settima edizione del Festival internazionale del film di Roma, è tornato a Perugia al cinematografo Sant’Angelo con “Figli”, interpretato da Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi. Dopo la proiezione, si è intrattenuto con il pubblico per rispondere ad alcune domande incentrate su vari versanti, dall’aspetto sociale dell’essere genitori, a quello politico, sino al conflitto generazionale tra quarantenni e ultrasessantenni.

Dopo un primo saluto al pubblico il critico cinematografico Andrea Fioravanti ha chiesto al regista della sua esperienza lavorativa con Mattia Torre; a quel punto un leggero tremolio nella voce di Giuseppe Bonito ha svelato tutto il carico emotivo che ha dovuto affrontare prendendo in mano questo progetto. Si è parlato del periodo in cui faceva l’aiuto regista nella serie televisiva Boris e di quanto sia stato impegnativo assumersi la responsabilità del film, cercando di non deludere le aspettative nel portare a termine “Figli”.
Molte risate in sala durante la proiezione. Il pubblico ha apprezzato il film ed al termine, tra le varie domande fatte al regista, anche una osservazione da parte di uno spettatore che avrebbe gradito una maggiore attenzione da parte del regista stesso alla precarietà lavorativa che i giovani di oggi devono affrontare. Bonito ha sottolineato che il film non è una indagine sul disagio sociale ma sulla difficoltà di diventare “adulti” come genitori e nei rapporti di coppia.
Margherita Manenti
Foto di Claudia Ioan e Massimiliano Tuveri
 


 

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