Fusse che fusse … si torna a parlare di Turreno. Anzi, prima di Turrenetta

PERUGIAFusse che fusse… Chissà, lo scetticismo regna sovrano in quei perugini e affini che da qualche buon lustro sentono parlare di Turreno (ex cinema). Da riaprire. La realtà è una saracinesca abbassata, desolatamente desolata. Siamo ai disegni. Va beh, progetti. Peraltro in questo primo stralcio, destinato pare stavolta ad andare a buon fine, ad aprire non sarà il Turreno ma la figlioccia, la Turrenetta, che è pur sempre qualcosa e che potrà ospitare fino a un massimo di 175 persone, mentre il Turreno circa mille. Il buon “Sergino” Piazzoli, promoter indimenticato e indimenticabile di  bella musica, allora diceva, se la memoria non ci inganna, che ne sarebbero serviti un po’ di più per differenziarsi sostanzialmente dal Morlacchi in capienza oltre che per struttura e destinazione di generi culturali. Da quei desiderata, ad ogni modo, di tempo ne è passato assieme ai tempi. Chissà ora che direbbe. E comunque l’amministrazione comunale assicura che “… quando le due strutture (Turreno+Turrenetta ndr.) lavoreranno insieme potranno garantire una capienza anche maggiore”.

Di seguito i disegni del progetto, seguiranno spiegazioni e commenti.

IL PRIMO STRALCIO

“L’obiettivo del primo stralcio – è scritto nella nota stampa dell’amministrazione comunale – è realizzare le principali opere strutturali e impiantistiche relative a tutto il complesso dell’ex Turreno e, al contempo, restituire alla città gli spazi che un tempo ospitavano l’ex cinema Turrenetta, rifunzionalizzati e ampliati grazie all’acquisto, da parte del Comune, di un locale affacciato su via Bartolo destinato a essere il nuovo ingresso al foyer. La polifunzionalità, in relazione alla Turrenetta, – tiene a sottolineare la giunta – acquista peraltro un duplice significato: l’adeguamento degli spazi, infatti, da un lato li renderà funzionali a diversi tipi di attività culturali e, dall’altro, idonei a essere utilizzati in maniera integrata o accessoria alla sala più grande o in piena autonomia.  Più in dettaglio, il primo stralcio comprende: opere edili, arredi e forniture per la Turrenetta; opere strutturali generali per Turreno e Turrenetta; demolizioni e ricostruzioni generali per Turreno e Turrenetta; dotazioni tecnologiche per allestimento scenico per la Turrenetta”.

INIZIO DEI LAVORI

Già, quando si comincia. A primavera. Del 2024. Dopo “l’espletamento della gara ora in fase di pubblicazione” spiega la giunta. La durata? Diciotto mesi.

Il progetto esecutivo prevede un importo complessivo di 4,5 milioni, di cui 2,9  riferiti  al programma regionale Fondo per lo sviluppo e coesione 2014-2020, 245mila euro quale cofinanziamento del Comune, a cui è demandata la realizzazione dell’intervento, e 1,4 milioni quale contributo della Fondazione Perugia.

Lo stralcio funzionale discende dal progetto preliminare generale per il Nuovo Turreno redatto nel 2022 dopo un aggiornamento delle originarie linee di indirizzo. “L’amministrazione comunale – spiega nella nota stampa – ha ritenuto opportuno prevedere una più estesa articolazione delle funzioni, legate ad attività sia tradizionali sia innovative, e la massima flessibilità degli spazi pur nel rispetto dell’impianto architettonico, oltre alla suddivisione dell’intervento per stralci funzionali. Dopo il primo stralcio già finanziato, l’operazione di recupero potrà proseguire contando già su un ulteriore finanziamento regionale di 4 milioni, inserito sempre nell’ambito del Fondo per lo sviluppo e la coesione”.

HANNO DETTO

A presentare il progetto, e a commentarlo, l’amministrazione comunale alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori due giorni fa con i saluti istituzionali portati dagli assessori Margherita Scoccia (Urbanistica) e Leonardo Varasano (Cultura), l’assessore regionale Paola Agabiti (Riqualificazione urbana e Centri storici), la presidente della Fondazione Perugia, Cristina Colaiacovo, e il presidente dell’Ordine degli architetti, Marco Petrini Elce. Il progetto è stato illustrato dal dirigente dell’Area Opera pubbliche del Comune di Perugia, Fabio Zepparelli, da Roberto Pedicini per lo Studio Abacus srl e da Gian Luigi Sylos Labini di Smn Architetti. Dopo gli interventi di Gianluca Laurenzi, presidente della Fondazione Umbria Jazz, e di Antonio Bartolini, professore di diritto amministrativo dell’Università degli studi, le conclusioni sono state affidate al sindaco Andrea Romizi. Presente anche il presidente dell’assemblea legislativa regionale, Marco Squarta.

Margherita Scoccia: “Il recupero di un luogo profondamente identitario per la città come il Turreno, voluto da Comune di Perugia, Regione Umbria e Fondazione Perugia, muove dall’intento di restituirlo alla comunità senza cancellare il suo passato, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea, in simbiosi, e non in antagonismo, con gli altri importantissimi contenitori culturali del centro storico su cui si sta altrettanto scommettendo. Da questo presupposto – ha proseguito – nasce il progetto che oggi presentiamo: un Turreno ancora presente, valorizzato nella sua struttura e potenziato come involucro fisico contemporaneo polifunzionale. Gli interventi, anzitutto di carattere consolidativo e strutturale, comporteranno la messa in pristino di tutta la struttura andando a riscoprire lo spazio interno allargato, con la messa in vista della cupola originale oggi occlusa dal controsoffitto moderno. Valorizzeranno, inoltre, lo spazio della platea come piazza coperta e allestibile in modo da fungere da spazio sociale, da teatro arena e da area convegnistica. Nasceranno due sale indipendenti, quella del Turreno come lo conosciamo, nelle sue diverse funzioni, sia lo spazio più contenuto della Turrenetta, reso indipendente attraverso l’acquisizione dei locali attigui di via Bartolo, dove sarà collocato l’ingresso ed il foyer dedicato. Quest’ultima sala sarà in grado di ospitare circa 150 persone, dotata di strumenti tecnologici per la realtà immersiva e di un’area di accoglienza, e potrà lavorare sia indipendentemente sia in ausilio alla sala più grande. Ciò porterà vantaggi in termini di utilizzo e flessibilità tutto l’anno, aumenterà la sicurezza e la capacità della sala grande. Sarà questa la parte che vedremo completata già con il primo stralcio dei lavori. Per il recupero di uno spazio così importante si è spesa l’amministrazione Romizi sin dal primo mandato, anche attraverso il lavoro svolto dall’assessore Michele Fioroni, insieme alla Regione Umbria e alla Fondazione Perugia, che ringraziamo per l’impegno”.

Leonardo Varasano: “Oggi è un giorno lieto perché ci avviciniamo con concretezza alla restituzione di uno spazio molto significativo per la nostra città. Voglio ringraziare la collega Margherita Scoccia perché ci ha condotto fin qui con un lavoro attento, silenzioso, proficuo nella consapevolezza che questo è uno spazio simbolo di Perugia. Il Turreno ha un valore per sé stesso e un valore di contesto. Il valore per sé stesso è innanzitutto storico: dal 1891 è il terzo più grande teatro cittadino; ha ospitato Filippo Tommaso Marinetti con le scintille e i fremiti del Futurismo e ci ha accompagnato fino ai nostri giorni, rivestendo un valore anche affettivo. Poi però si inserisce anche in un contesto: sbaglieremmo se lo vedessimo come un elemento isolato. E’ infatti inserito in un’azione amministrativa profonda, in un processo di innovazione. Il centro storico ha di recente acquisito elementi e spazi nuovi. Penso alla Biblioteca degli Arconi, che tra poco festeggerà il primo anno con risultati d’affluenza sbalorditivi; poche settimane fa abbiamo inaugurato il primo stralcio del Parco delle Mura. Nel frattempo ha preso avvio l’attività di san Francesco al Prato e nella nostra disponibilità c’è anche l’Oratorio di Santa Cecilia in via dei Priori e stiamo lavorando anche per altri spazi. Tutto con l’obiettivo di accrescere sempre più la dignità culturale della nostra città”.

Paola Agabiti: “L’intervento di riqualificazione dell’immobile dell’ex cinema Turreno è un chiaro esempio di fattiva collaborazione fra istituzioni, che negli anni hanno sempre mantenuto, di fronte a questa progettualità, la chiara volontà di ridare alla città di Perugia un ‘luogo’ simbolico per la comunità dal punto di vista culturale, ma anche sociale, visto che per anni il Turreno ha rappresentato anche una meta di aggregazione e attrazione verso il centro storico di Perugia. Un ringraziamento va all’amministrazione comunale di Perugia e quindi al sindaco Andrea Romizi e all’assessore all’Urbanistica Margherita Scoccia, per aver creduto e voluto questo progetto di riqualificazione e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia nella sua presidente Cristina Colaiacovo, per l’importante contributo concesso e per il ruolo svolto in tutto questo percorso. L’amministrazione regionale dal canto suo si è fortemente impegnata nel reperimento delle risorse utili per la realizzazione dell’intervento: nell’ambito delle risorse del POR FESR messe a disposizione per Agenda Urbana 2014-2020 sono stati previsti fondi per un importo pari a 2.889.370,04 di euro con il vincolo della conclusione dell’opera entro il 31 dicembre 2023. Alla luce di alcune criticità sopravvenute anche a causa della natura dell’intervento, la Regione Umbria, consapevole dell’importanza strategica di questa progettualità e determinata a consentirne la sua effettiva realizzazione, si è prodigata al fine di individuare una fonte di finanziamento alternativa, non sottoposta a stringenti limiti temporali. E’ stato quindi disposto l’inserimento del progetto del Cinema Teatro Turreno all’interno Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Umbria, sostenuto con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, mantenendo inalterato l’ammontare della propria copertura finanziaria, messa originariamente a disposizione pari a 2.889.379,04 euro. L’amministrazione regionale – ha concluso Agabiti – ha mostrato ulteriore attenzione all’intervento, inserendo un ulteriore finanziamento sempre nell’ambito del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per 4milioni di euro a favore del Comune di Perugia per procedere ulteriormente verso il completamento dell’intervento e la piena funzionalizzazione dell’intero complesso (che comprende sia il Cinema Teatro Turreno sia la Turrenetta) sia dal punto di vista strutturale che di allestimenti e attrezzaggio tecnologico. Per effetto dell’azione regionale, il Comune di Perugia quindi, non solo beneficerà, per la realizzazione dell’intervento, di un orizzonte temporale più esteso almeno fino al 31 dicembre 2026, ma si è potuto dotare, nell’ambito della propria Agenda Urbana, di due nuove progettualità, relative alla Biblioteca Augusta e all’Auditorium di San Francesco al Prato, alle quali sono state destinate le risorse del POR FESR 2014-2020 originariamente previste per il Teatro Turreno”.

Cristina Colaiacovo: “La storia del cineteatro Turreno, bellissima e insieme travagliata, otto anni fa si è intersecata con quella di Fondazione Perugia, entrata in gioco per evitare che questa storia non finesse del tutto, ma anzi riacquistasse nuova vita e splendore. Siamo consapevoli che Perugia necessiti urgentemente di un contenitore che possa ospitare grandi eventi, e il Turreno può svolgere appunto un ruolo chiave nella rigenerazione urbana: offre impareggiabili esperienze di condivisione sostenendo la vitalità del centro storico, contribuendo al suo fascino, alla preservazione culturale e alla prosperità economica. Per questo concordiamo con la scelta di rendere l’edificio uno spazio polivalente e polifunzionale, adatto a una grande varietà di occasioni e capace di adattarsi alle diverse necessità, così da aprire finalmente il sipario su un luogo dal molteplice valore”.

Marco Petrini Elce: “Con grande piacere porto i saluti dell’intero Consiglio dell’Ordine che rappresento, perché questa è una giornata importante per la città di Perugia. Due sono gli aspetti che vorrei sottolineare, il primo è  di carattere sociale, perché con il Turreno si restituisce alla città un polo culturale ed identitario di grande rilevanza, soprattutto in un momento in cui con la creazione di tanti poli artificiali posti all’esterno, il centro (soprattutto per molti giovani) sembra aver perso quel primato identitario che deve invece rivendicare la città storica perché li sono le nostre radici e, per quanto sia giusto reinterpretare il passato, è sempre da lì che dobbiamo ripartire. Senza memoria non c’è futuro, senza memoria non c’è progetto. Il secondo aspetto è quindi proprio quello del progetto, un tema difficile, come è sempre difficile ogni reinterpretazione del passato, un passato che ha avuto tante fasi e che i progettisti sono stati chiamati a restituire con doverosa contemporaneità, ma sempre all’interno di una giusta misura che non tendeva all’innovazione fine a sé stessa, quanto piuttosto a ricercare quel difficile rapporto tra memoria e futuro. Questa è la storia, che si attua solo attraverso mutazioni che lasciano però sempre visibile la strada percorsa”.

Che dire? Ce la faremo a varcare di nuovo le porte del mitico Turreno? A sperare sono le nuove generazioni. Quelle un po’ in là con gli anni, meno.

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