Giulia Staccioli, fondatrice dei Kataklò: “Danza, Olimpiadi e ancora danza, questa è la mia vita”

FOLIGNO – Giulia Staccioli è la fondatrice e direttrice artistica dei Kataklò, una delle compagnie di danza acrobatica più innovative e sorprendenti del panorama contemporaneo. Ginnasta, danzatrice e coreografa la intervistiamo in occasione del nuovo spettacolo, Back to Dance, che giovedì 10 marzo sarà al Politeama Clarici di Foligno.

Hai dedicato la tua vita alla danza, con i Kataklò calcate i palchi internazionali. Che rapporto hai con la danza?

La danza è la mia vita, ma non solo la danza, anche il movimento, il gesto atletico. Ho cominciato a quattro anni con la danza classica, con un approccio molto gioioso, poi a dodici sono passata alla danza ritmica. Da lì è decollata la mia carriera di atleta che mi ha portata a essere due volte finalista alle Olimpiadi (Los Angeles e Seoul). Poi ho ricominciato con la danza a New York, coi Momix. Da qui la passione per la danza ha preso una forma totale e 27 anni fa sono nati i Kataklò, che uniscono stilisticamente il gesto atletico con il gesto coreutico.

Come avete vissuto lo stop causato dalla pandemia?

Con grande fatica, come tutti. Per mantenere l’entusiasmo e il desiderio ci siamo dedicati a portare avanti progetti alternativi con l’Accademia Kataklò, facendo attività a distanza e lezioni online. Da lì siamo arrivati alla definizione di questo nuovo spettacolo, Back To Dance. Inizialmente c’era la preoccupazione che i danzatori non fossero in forma ma poi ha trovato posto un entusiasmo meraviglioso che ha ridato nuova vita al progetto. Il desiderio di creare e lavorare ha unito il gruppo e è riuscito un lavoro molto bello.

Cosa c’è da aspettarsi da Back to Dance?

Il lato umano. Tutto lo spettacolo ha come matrice il gruppo, l’unione. Siamo partiti dal contemporaneo, per arrivare al mitologico attraverso il viaggio dell’eroe che tutti stiamo compiendo. Come sempre una forte fisicità unita all’atleticità, c’è tutta quell’energia compressa che è contagiosa. Penso al successo dello spettacolo a Milano, in un momento così difficile. Nell’ultima parte c’è leggerezza. E un pizzico d’ironia: non prendiamoci troppo sul serio.

Che rapporto hai con l’Umbria?

Un legame affettivo. Una delle mie danzatrici è di Assisi, un’ex ginnasta come me, diplomata all’Accademia Kataklò. L’Umbria è una terra meravigliosa, mi ricorda la mia Toscana. È sempre un grandissimo piacere tornare.

Sara Costanzi

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