Guide turistiche dell’Umbria, nuove frontiere da percorrere

PERUGIA – Il museo dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” protagonista della Giornata Internazionale della Guida Turistica 2020. Ieri, sabato 22 febbraio, la prima di una serie di iniziative: il 29 febbraio, sempre con 2 turni di visita la mattina (9.30 e 10.30) e due turni il pomeriggio (15.30 e 16.30) al Museo dell’Accademia, per poi spostarsi ad Assisi il primo marzo (alle 15.30 e alle 16).
“Giunta alla 30esima edizione – commenta la presidente dell’associazione Guide turistiche dell’Umbria, Maddalena D’Amico – la giornata rappresenta un momento importante per evidenziare quanto sia rilevante la figura di un professionista del settore che, attraverso una conoscenza approfondita del patrimonio artistico nel suo contesto, possa dare una chiave di lettura relativa alle meraviglie del nostro Paese”. Un settore, che seppur tra mille difficoltà ha margini di potenzialità lavorative. “La guida turistica svolge un ruolo chiave per la fruizione del patrimonio e del contesto in cui è inserito – prosegue D’Amico -. Il suo ruolo è estremamente versatile e trasversale in quanto una guida si trova a esercitare la professione in diversi ambiti culturali: edifici civili, religiosi, privati, musei, tanto per citare alcuni esempi, e deve saper argomentare non solo sul patrimonio culturale ma anche su aspetti legati al paesaggio, alla tradizione e al folklore. E’  evidente, pertanto, che la formazione richiesta è prettamente specifica e territoriale. In Umbria, da anni – sottolinea -, non sono stati indetti concorsi, mirati alle esigenze specifiche e linguistiche di un mercato in continua evoluzione, per l’abilitazione di nuove guide turistiche nonostante il trend delle presenze sia in aumento, e ciò anche a causa di un caos legislativo che non chiarisce l’ambito territoriale di esercizio ed i requisiti di accesso alla professione. Quello che è certo e imprescindibile è che qualsiasi visitatore dovrebbe trovarsi di fronte ad un professionista qualificato che possa lasciare un meraviglioso ricordo dei luoghi visitati e l’idea di un Paese in cui la cultura e il turismo sono gestiti con serietà e competenza”.  
Sì quindi all’abilitazione, ma in nuove lingue come il polacco e non solo: il coreano, il giapponese e il cinese per il mercato asiatico, l’olandese per il nord Europa.

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