Il cocktail di gamberetti

Silvia Buitoni
La Vigilia ha le sue mode che cambiano di decennio in decennio, il salmone norvegese negli anni 70 è stato un must delle tavole eleganti di questo banchetto. Gli anni ottanta hanno avuto il tanto deprecato cocktail di gamberetti.
Vestito del suo calice da Martini dry e decorato da foglie di lattuga, è stato il re degli antipasti della cena del 24 dicembre per circa un decennio.
Prepararlo è molto facile, se si usano prodotti industriali: maionese in tubo e ketchup, mescolati, per la salsa rosa. Gamberetti in salamoia e un paio di foglie di lattughino della busta, per ornare. Si tuffa il tutto in un bicchiere da cocktail ed è fatta: già che ci siamo potremmo servirlo in un bicchiere di plastica e berlo direttamente evitando di sporcare le posate!
La mia ricetta è differente, la mia ricetta vi farà cambiare idea.
Preparate una maionese leggera, io utilizzo metà olio d’oliva e metà olio di semi (chiaramente di ottima qualità), aggiungetevi una piccola quantità di
concentrato di pomodoro per il colore e del marsala secco.
Ordinate dal pescivendolo dei gamberi di Mazara del Vallo (tre a persona è il minimo indispensabile). Una volta nella vostra cucina li cuocete al vapore per al massimo cinque minuti, poi, con attenzione, togliete il carapace dalla parte carnosa, lasciate intatta la testa e mettete via.
Al momento di servire, montate il cocktail, è indispensabile il classico bicchiere di cui sopra. Ponete alla base una bella foglia di lattuga vicina al cuore, il resto lo utilizzerete per l’insalata di rito. Appoggiate i gamberi in bella foggia con la coda nel bicchiere e la testa che si affaccia fuori, finite con una cucchiaiata di salsa.
I commenti dei commensali, a mezza bocca, potrebbero anche essere negativi all’inizio, ma aspettate che assaggino e vedrete spuntare il sorriso dalle loro labbra incredule!
Buon appetito
A domani

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