Il commiato di Massimo Duranti alla Cp Carni: quando le signore in pelliccia chiedevano sottovoce le prosaiche salsicce

PERUGIA  – Piango accorato la chiusura della “mia” macelleria dove ho comprato non solo ottima carne, ma ho anche imparato a distinguere le parti migliori degli animali, la loro freschezza fra cortesia e professionalità. Notizia sussurrata ma non confermata, ora mi coglie di sorpresa e in condizione di non poter “festeggiare” il commiato. Mi mancherà il prosciutto tagliato a mano da Enzo, quasi sempre salato al punto giusto; il bollito scelto sempre da lui e guai se risultasse duro, raramente; e poi il pollo, a fette e a pezzi, di un sapore diverso dal solito; azzardi di messicani e paté senza sorprese; infine, hamburger per le mie nipoti che solo quelle mangiavano. A Natale la galantina, come quella che si faceva in casa una volta, mica tanto una volta, peccato che la gelatina te la dovevi fare da solo. Tutto questo ripagava le lunghe attese provocate  di signore con anacronistiche pellicce fino a terra – manco  fossimo a Cortina dell’attuale revival festaiolo di vip  piú nuovi che vecchi, più  politici di nuove tendenze vincenti – che continuavano a mettere a dura prova le signore dietro il banco con “un pezzettino di quel magro, ma solo se è tenero, uno di filetto, ma solo se é  tenero ” Verificando però  con la coda dell’occhio che altre signore in  pelliccia avevano sgomberato il campo, corregge la richiesta optando per  due prosaiche  salsicce, “ma sono buone? ” Come chiedere all’oste se il vino è buono. Da CP era tutto buono! Grazie per averci nutrito bene e per il vostro impegno e ci auguriamo  che abbiate pensato  a chi raccoglierà  l’osso della staffetta.
Massimo Duranti

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