ORVIETO – Giovedì 23 Ottobre, alle ore 10, l’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli – sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto – accoglierà il Dantedì UNITRE #2025 che avrà per tema “Il messaggio universale di San Francesco e San Domenico in Dante”.
Giunto alla quinta edizione, per l’organizzazione e la coordinazione del Presidente Riccardo Cambri, è rivolto agli studenti dei Licei orvietani, ai soci UNITRE e all’intera cittadinanza.
Gli interventi, preceduti dal saluto istituzionale del Sindaco di Orvieto Dott.ssa Roberta Tardani, saranno curati dai medesimi, illustri esperti che sin dal 2021 danno vita al Dantedì UNITRE: Fioralba Salani (“Dante a colloquio con gli spiriti sapienti del cielo del sole”), Franco Raimondo Barbabella (“Il messaggio rivoluzionario di San Francesco e di San Domenico nel Paradiso di Dante”), Donato Catamo (“La crisi della cristianità tra ortodossia cattolica ed eresia”), Raffaele Davanzo (“Re Salomone e la sapienza: i suoi doni e i suoi limiti”) ed Alberto Romizi (“Ridon-Dante”).
L’iniziativa dell’UNITRE – Università delle Tre Età di Orvieto presenta il patrocinio del Comune di Orvieto, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto (a cui vanno sentiti ringraziamenti per la gentilissima ospitalità) e l’assistenza tecnico-operativa della Prof.ssa Angiolina Vonmoos.
Il tema proposto per il Dantedì 2025 fa riferimento alla trilogia dei canti X-XII del Paradiso, Cantica scelta per la prima volta nel progetto UNITRE.
Dante, salendo verso l’Empireo con Beatrice, entra nel Cielo del Sole, simbolo, già nella mitologia, di scienza e conoscenza, dove la carità, la perfezione e la luminosità sono più intense.
I lettori sono invitati al banchetto della Sapienza offerto dalle anime beate di teologi e filosofi, che si distinsero per altezza di dottrina e profondità di pensiero e che si dispongono in due corone intorno al Poeta, danzando e cantando in modo sublime. Dante è in Cielo, ma la sua mente è rivolta alla terra e alle brucianti questioni del suo tempo: la crisi morale della Chiesa, la diffusione degli sterpi eretici, l’ansia di rinnovamento spirituale e il fermento dei movimenti religiosi, la nascita degli Ordini Monastici, di cui chiama in campo i fondatori San Francesco e San Domenico.
La trilogia ha un impianto narrativo complesso ed un linguaggio vario e ricco di metafore incalzanti, ma apre ampi spazi alla riflessione su molteplici aspetti letterari, filosofici, artistici, agiografici, che i relatori affronteranno e declineranno secondo le specifiche competenze. (FIORALBA SALANI)
Presentazione degli interventi:
Alberto Romizi
Intervento poetico-satirico
RIDON-DANTE
Il Sommo Poeta irrompe nella nostra quotidianità e non si può trattenere dal rappresentare le nostre contraddizioni, i nostri guai, in nuove, irriverenti, ironiche, sferzanti terzine.
Franco Raimondo Barbabella
IL MESSAGGIO RIVOLUZIONARIO DI SAN FRANCESCO E DI SAN DOMENICO NEL PARADISO DI DANTE
Sapienza e testimonianza di fede contro disordine e corruzione
In pochi versi di straordinaria densità Dante spiega nel Canto XI del Paradiso (versi 28-42) che la divina Provvidenza, al fine di rendere più salda e sicura la Chiesa, dispose la nascita di due príncipi che la guidassero e le stessero al fianco.
Era il tempo delle eresie, che alla Chiesa contestavano la commistione con il potere mondano e la corruzione e ne minavano con ciò l’unità e la credibilità.
Francesco di Assisi e Domenico di Guzmán, l’uno con l’ardore mistico, l’altro con la sapienza, le restituirono la possibilità della sua funzione universale, purché fosse stata capace di una necessaria ed inevitabile autoriforma.
Non un semplice ritorno all’ordine, ma una vera rivoluzione ispirata al senso più autentico della fede. Poi sappiamo come è andata.
Fioralba Salani
DANTE A COLLOQUIO CON GLI SPIRITI SAPIENTI DEL CIELO DEL SOLE
È tutto un fulgore intenso e diffuso: dallo splendore solare alla luminosità delle anime beate agli occhi ridenti di Beatrice.
La sapienza è luce intellettuale che illumina la mente umana e Dante oggettivizza in immagini luminose il senso della ricerca della verità dei filosofi e dei teologi medievali, che del poeta sono stati maestri. Tra gli Spiriti, simbolo della sapienza teologica, a parlare è la luce di San Tommaso che spiega che la Provvidenza, per proteggere la Chiesa generò due campioni: S.Francesco, tutto ardore di carità ed umiltà, e S.Domenico, tutto impeto combattivo e dottrina smisurata.
Nei loro caratteri peculiari Francesco appare un cavaliere del ciclo bretone, innamorato di Madonna Povertà, al cui servizio si pone; Domenico un paladino del ciclo carolingio che si abbatte impetuoso contro gli sterpi eretici.
Nella reinterpretazione, in chiave simbolica e figurale dei due Santi, emergono alcune riflessioni fondanti del pensiero di Dante: l’umana sapienza, unita all’amore divino, si può spingere a grandi altezze, la Chiesa è attraversata da una profonda crisi a causa dei costumi corrotti e delle lotte degli ordini monastici, ormai degeneri; da qui la necessità di un ritorno all’originaria ispirazione evangelica e al disprezzo di ogni bene mondano.
Dante si riconosce nella testimonianza di Francesco e Domenico che cercano di riportare la biga, di cui sono le ruote, nel solco tracciato.
Raffaele Davanzo
RE SALOMONE E LA SAPIENZA: I SUOI DONI E I SUOI LIMITI
Nel cielo del Sole, destinato alle anime dei sapienti, san Tommaso introduce nel XIII canto del Paradiso re Salomone, come esempio emblematico del governante perfetto, grazie alla Sapienza, il dono del discernimento concessoci da Dio: anche se qui riguarda esclusivamente il suo ruolo di re. La Sapienza di Salomone dimostra per Dante la possibilità di un potere temporale legittimato attraverso il sapere, perché rappresenta regal prudenza da riferirsi solo ai regi, che son molti, e ‘ buon son rari (Par. XIII, 104-108). Ma, quali sono i limiti della sapienza umana rispetto al giudizio divino? Tommaso mette in guardia sugli eccessi del ragionamento, perché esistono limiti invalicabili alla ragione: quelli del campo della Fede, e travalicarli porta a fuorvianti interpretazioni e quindi all’eresia.
Donato Catamo
LA CRISI DELLA CRISTIANITÀ TRA ORTODOSSIA CATTOLICA ED ERESIA
DINASTIA MACEDONE (867/1056)
DINASTIA COMNENA (1081/1185)
Ripresa studi classici, la natura, l’uomo oltre la trascendentalità, la scienza;
Cultura Bizantina in Italia meridionale, l’Ordine Basiliano, San Nicola di Casole e la convivenza pacifica di molte fedi, il Grande Romanzo storico epico del pavimento della Cattedrale di Otranto;
Le Arti Visive, la ricerca della lingua nazionale (Guglielmotto da Otranto, Giacomo da Lentini, San Francesco);
Cristo Maestro e la scienza: la ricerca della prospettiva (Cripta di Otranto);
Cimabue: Crocefisso;
Giotto: Crocefisso;
Coppo di Marcovaldo (Firenze);
Guido da Siena (Siena);
Scambi commerciali e culturali tra Media Italia e Terra d’Otranto;
Gli Ordini religiosi: la natura, l’ambiente, San Francesco, San Bonaventura, San Domenico da Guzman, San Tommaso d’Aquino, Dante;
La natura e la filosofia antica (Talete, Platone, Aristotele – opere di Catamo);
L’Umanesimo/il Rinascimento, la Beffa delle Arti Visive sulla Cristianità, la Controbeffa delle braghe.
Seguono alcuni interrogativi.