Il Museo del vetro di Piegaro rende omaggio al Perugino con “Divine Terre”

PIEGARO – All’insegna delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci, ha aperto “una mostra piccola e preziosa proprio come questo Museo” è la definizione di Andrea Baffoni che è uno dei curatori assieme ad Antonietta Rovieri di “Divine terre”. Le foto si riferiscono proprio al giorno dell’inaugurazione  avvenuta ieri, domenica 2 luglio, e l’esposizione resterà visitabile fino al 30 settembre.

Il museo in questione è quello del vetro di Piegaro che ospita l’esposizione di opere di cinque artisti contemporanei: Claudio Carli, Luigi Frappi, Rita Albertini, Franco Passalacqua,  Angelo Buonumori. Nelle loro creazioni  sono presenti caratteristiche assimilabili all’arte del Perugino. In questo modo, come spiegato dall’assessore comunale alla Cultura Rosita Morcellini, anche Piegaro, nel cui territorio non esistono opere riconducibili direttamente al Perugino ma nel quale hanno comunque operato artisti della sua scuola, rende omaggio al “meglio Maestro”.

“I curatori – ha spiegato Morcellini – sono stati abili a cogliere l’essenza di questo Museo e a scegliere artisti che ben si sposano con le caratteristiche del Museo del vetro di Piegaro”.

“La mostra – afferma Baffoni – lascia spazio allo stile personale di ogni artista concentrandosi nel significato intimo dei singoli lavori. Si è così determinato un percorso dove la pittura peruginesca è interpretata in modi diversi e talvolta sorprendenti. L’opera di Perugino fu un tributo all’anima invisibile della natura, celebrata attraverso l’interpretazione spirituale del paesaggio che proprio in questa mostra viene tributato. Scenari di orizzonti indefiniti o terre azzurre dove brilla la luce del Trasimeno”.

OPERE E AUTORI

Luigi Frappi è autore di vedute dal sapore neo romantico dove l’orizzonte mistico del paesaggio si interseca con scenari classici restituendoci un Umbria profonda e misteriosa.

Franco Passalacqua scandaglia il senso intimo della natura attraverso metodologie pittoriche minimaliste capaci di trascendere la realtà verso un realismo filosofico dai risvolti esistenziali.

Claudio Carli, con la sua pittura di vasti orizzonti che narra la bellezza delle vallate umbre evocando scenari distensivi e dalla forte valenza spirituale.

Rita Albertini, attraverso una visionarietà espressionista celebra opere come Lo Sposalizio della Vergine o il San Sebastiano rinnovandone i caratteri iconografici in seno ai più marcati linguaggi contemporanei.

Angelo Buonumori, nella sua concentricità ispirata all’acqua, ricorda la circolarità del Trasimeno come luogo di luce e fonte dell’ispirazione mistica peruginesca, la collocazione suggestiva collocazione è quella dei sotterranei della fornace, proprio davanti alla storica colata di vetro.

 

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