Il Prog del Terzo Millennio #28: Elisa Montaldo

Mi fa piacere tornare a parlare di Elisa Montaldo per commentare la sua più recente uscita discografica, Fistful of planets part II.

Di lei infatti avevo segnalato con questa recensione: https://www.vivoumbria.it/2021/03/03/il-prog-del-terzo-millennio-18-elisa-montaldo-devoiler/, giusto un anno fa, il suo album Dévoiler.

La copertina dell’album

Il nuovo disco in effetti è uscito da un po’ ma personalmente trovo che negli ultimi periodi le pubblicazioni di recensioni musicali siano figlie del momento che viviamo, affannato ed indaffarato, come una corsa contro il tempo – verso cosa poi non è chiaro – e fagocitano tutto; il buon vecchio adagio – meglio tardi che mai – mi sembra pertinente.

Questo nuovo capitolo è la prosecuzione dell’esordio pubblicato nel 2015; alla stessa maniera si intitola infatti Fistful of planets, stavolta però è part II; è stata scelta di nuovo la strada dell’autoproduzione, mentre la distribuzione è a cura della Black Widow Records; l’album è stato coprodotto con Mattias Olson.

La musicista, che da tempo si esibisce più all’estero che in Italia – Svizzera e Francia in particolare – ha messo a punto un concept album dove ci sono riferimenti astronomici ed ogni brano porta con se un pianeta, che sia grigio, fuchsia, bianco oppure che si tratti del buco nero.

Foto di Enrico Rolandi

L’apertura è affidata a Valses des sirénes (chanson); ci avvolge un’atmosfera retrò con tanto di orchestra, voce filtrata ed alcune piccole interruzioni a ricordare un microsolco rovinato.

Si prosegue con Floating / Wasting life; vibrafono e tastiere aprono la traccia poi entrano il piano e la batteria; la delicata voce si moltiplica; un brano convincente.

La terza traccia è la strumentale Earth’s call che dopo un’andatura orchestrale prosegue con tastiere ed il flauto di Steve Unrah che diventa protagonista prima del ritorno dell’orchestra e di una manciata di note di chitarra classica a chiudere.

Con We are magic, breve quadretto di poco più di tre minuti, torna la voce di Elisa, su un tappeto di batteria elettronica ed è sempre un piacere ascoltare il suo canto.

Haiku è un brano strumentale con alcune parti recitate da da Yuko Tomiyama e Maitè Castrillo; soffuse parti musicali intrecciano piano, tastiere e chitarra.

Il brano più corposo è Feeling / Nothing / Into the black hole; quasi una suite dove troviamo racchiuse tutte le variabili del lavoro; piano, sax, percussioni ed archi si fondono per creare un’atmosfera tenebrosa ed a tratti più tranquilla; il prog è proprio la “casa” di Elisa.

Delicatissimo è il passaggio pianistico della traccia successiva Wesak.

Siamo in dirittura d’arrivo con l’ascolto del disco ed è la volta di Washing the clouds, bel brano già presente nel precedente album Dévoiler.

Il brano finale è la versione estesa del brano iniziale Valses des sirénes, con orchestra, che nella parte finale, dopo una breve interruzione, vede una parte recitata da dalla musicista in inglese ed italiano; una maniera particolare per chiudere un album particolare.

Del progetto oltre ad Elisa fanno parte: Matteo Nahum per gli arrangiamenti orchestrali; Paolo Tixi alla batteria; Hampus Nordgren Hemlin al basso, tastiere, chitarra e vibrafono; Mattias Olsson alle percussioni, batteria ed elettronica; Steve Unruh al flauto e violino elettrico; Rafael Pocha alla chitarra classica; Nina Uzeloc al violoncello; Jose Manuel Medina agli arrangiamenti della sezione archi; Ignazio Serventi alla chitarra classica; David Keller al violoncello; Stefano Guazzo al sax; Diego Banchero al basso; Yuko Tomiyama e Maitè Castrillo alle voci narranti.

In conclusione Elisa con questo lavoro va avanti con la voglia di portare innovazione con la sua proposta facendo tesoro delle precedenti esperienze, legate al mondo del prog – Il Tempio delle Clessidre e Samurai of Prog – così come a quello più cantautorale dimostrando ancora il suo valore.

p.s. Proprio in questi giorni Elisa in un post su Facebook ha tracciato una sorta di bilancio degli ultimi dieci anni che ha coinciso con la decisione di dedicarsi a questa professione in modo continuativo lasciando il suo precedente posto di lavoro; la musicista si esprime in maniera toccante inserendo nel post un disegno con il titolo di uno dei brani dell’album, We are magic.

Per chi gradisse leggerlo questo è il link al suo profilo Facebook: https://www.facebook.com/elisamontaldo

#stayprog

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.