Il regalo natalizio di Mattew Lee, The Genius of Rock’n’roll, al pubblico ternano

TERNI – Ha all’attivo oltre duemila concerti, ha calcato i palchi di mezzo modo con performance esplosive, suona con tutto il corpo – a volte, anche con i piedi – e le sue improvvisazioni al pianoforte negli aeroporti sono famose al punto che a Bruxelles l’hanno nominato ambasciatore dello Charleroi: è Mattew Lee e venerdì sera ha regalato a Terni un concerto strepitoso.

Ospite di Umbria Libri, ha fatto sold out anche in questa data, il primo dicembre, una serata dove non sono mancate fortunate congiunture. Nello stesso giorno infatti, è uscito per CinicoDisincanto, l’ultimo lavoro di Lee, My Christmas Songs, un 45 giri digitale.

Grande intrattenitore, Lee ha già una lunga carriera alle spalle in cui dato vita a un esuberante rock’n’roll all’italiana, che riceve apprezzamenti in patria e all’estero, dove la stampa inglese l’ha definito The Genius of Rock’n’Roll. L’abbiamo raggiunto durante il soundcheck del pomeriggio per farci raccontare qualcosa in più sul suo modo di fare musica.

 

 

Oggi esce il tuo nuovo album, My Christmas Song, un LP digitale. Come mai questa scelta?

Un 45 giri ha un lato A e un lato B, da cui emergono entrambe le mie anime, quella rock e quella romantica. Io sono figlio dei tempi di Elvis, di questi grandi del rock’n’roll che suonavano sia canzoni lente e meravigliose, che canzoni infuocate. Ho fatto la stessa cosa in questo album, dove nel lato A c’è il brano romantico, Have Yourself a Merry Little Christmas e il lato B invece ha Run Rudolph Run, un pezzo di Chuck Berry che nella versione originale era un rock’n’roll molto arcaico, io l’ho spinto nei tempi moderni con il mio modo di suonare il piano.

A proposito di questo, tu hai una grande fisicità sul palco, da dove ti viene tutta questa carica?

Dal mio carattere, io sono fatto così, sono appassionato, soprattutto quando suono il piano. Se fossi stato un ragazzo tranquillissimo, avrei fatto un altro genere – la classica, il jazz – invece faccio rock’n’roll e il fuoco ce lo devi avere dentro.

Con il tuo modo trascinante di fare musica, che cosa vuoi trasmettere?

Sono sempre stato dell’idea che sia importantissimo fare gli album, i dischi, le canzoni. La cosa che voglio fare quando suono dal vivo è portare gioia e intrattenere, come facevano i grandi maestri, da Tom Jones a Elvis a Jerry Lee Lewis. Tutti personaggi che incidevano grandi dischi ma poi quando erano sul palco si facevano sentire, erano spettacoli anche molto fisici, dove c’era molta presenza.

Hai suonato in tantissimi posti, c’è un’esibizione che ti porti nel cuore?

Ne ho fatte tante però la prima volta che sono stato negli Stati Uniti è stata particolarmente importante per me. Avevo già fatto tour in Europa e in Africa, quando sono arrivato negli USA avevo un po’ di timore reverenziale che poi è un pensiero sbagliato, perché se tu fai una cosa di cuore e la fai bene, loro ti accettano e ti apprezzano anche se porti una cosa che loro hanno inventato, perché il rock’n’roll viene da lì. La prima volta ero al Cincinnati Blues Festival, un festival molto famoso e c’erano tanti artisti, io ero l’head liner.

Ti sei sentito accolto e capito, ti accade anche in Italia?

Sì, ma ci è voluto un po’ di più perché è la mia patria e ho sempre dovuto dimostrare qualcosa, ma nel tempo ci siamo fatti capire.

C’è un artista con cui vorresti collaborare, con cui ancora non l’hai fatto?

Vorrei fare un duetto con Elton John, ci ascolta? Sai sono quei sogni, non si può mai sapere.

Stasera invece, che cosa ci dobbiamo aspettare dalla tua esibizione?

Ho all’attivo sette album e gli ultimi singoli di Natale che sono usciti stanotte. Farò quello che ho inciso negli anni, dalle cover ai brani originali, a quelli che mi hanno portato fortuna, ai brani che mi piacciono. Staserà sarà viscerale perché suono solo col piano, quindi non ci sono trucchi.

Ecco, i brani che sono usciti oggi e proprio oggi, anche il tuo concerto a Terni, è un grande regalo che ci fai.

Il primo dicembre è il primo concerto di Natale, noi questo periodo lo dedichiamo alle canzoni di queste festività. È bello essere qui e in piano solo, che è molto diverso dal concerto con la band, perché si crea un’empatia col pubblico dove tutto è proprio veramente lì. Non posso sbagliare.

Già dalle 21 era lunga la fila fuori da Palazzo Gazzoli. Sul palco, quello che una volta era un ragazzo di provincia innamorato del rock’n’roll, oggi è un grande trascinatore, ironico e colto, che sa far divertire il pubblico, a Terni come nel resto del mondo. Il rock di Lee è di una matrice purissima, è un virtuoso del piano che nelle sue mani attraversa tutte le sonorità del genere e ne scaturisce una musica incontenibile, che realizza appieno quella comunione col pubblico di cui ci aveva parlato qualche ora prima.

E il piano, non mente mai.

 

 

Nota biografica

Matthew Lee nasce a Pesaro e da piccolo si innamora del Rock’n’Roll grazie ai dischi del padre, che gli fa conoscere Elvis Presley e Jerry Lee Lewis. Dimostrando talento ed amore innato per la musica, decide di frequentare il prestigioso conservatorio G. Rossini di Pesaro, da cui viene però radiato dopo quasi 9 anni, per incompatibilità del suo stile “esuberante” con gli studi classici. Ma proprio quello stile definito “esuberante” diventa la sua cifra stilistica e la sua fortuna. 

Comincia da giovanissimo ad esibirsi dal vivo, e la sua carriera live cresce rapidamente: suona prima in Italia, ma presto comincia ad esibirsi in tutta Europa, e dopo il successo in Inghilterra, dove partecipa a numerosi Festival suonando prima di artisti del calibro di Van Morrison e Tom Jones, la stampa inglese lo definisce “The Genius of Rock’n’Roll”. Nel 2015 esce l’album “D’altri Tempi”, pubblicato con la storica etichetta milanese Carosello Records e con il singolo “È tempo d’altri tempi” è il vincitore assoluto del Coca Cola Summer Festival per la categoria giovani e viene definito “il nuovo fenomeno italiano del rock’n’roll”. Attualmente Matthew ha 7 album all’attivo, e con la sua band è in tour in tutto il mondo, con date in calendario in Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Dubai, oltre che in Italia.

Sui social ha grande seguito, e sono ormai famose le sue improvvisazioni al pianoforte negli aeroporti e nelle stazioni, tanto che l’aeroporto di Bruxelles lo ha nominato Ambasciatore dell’aeroporto Charleroi, dove spesso si ferma in occasione delle trasferte all’estero.

 

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.