FERENTILLO – Oggetti, usi e costumi ancora presenti nel territorio e che difficilmente si riesce a cancellare dalla memoria di chi un tempo ha visto l’utilizzo come in questo caso del Travaglio più comunemente chiamato, nel gergo popolare Traglio. Tutti i piccoli centri montani ne avevano uno. Nella foto inviata da Giovanni di Colleolivo, il Travaglio, è situato vicino alla chiesa di San Michele Arcangelo del suo paese. Il Travaglio era un attrezzo realizzato con pali di legno dove venivano portati dapprima i buoi, per essere ferrati. Successivamente anche gli altri animali, cosiddetti da soma, ovvero da trasporto, ossia muli, cavalli, somari. Gli abitanti raccontano che nella gioventù passata era un piacere vedere gli adulti che ferravano gli animali in questa struttura. La ferratura avveniva con appropriati attrezzi, mentre gli animali venivano bloccati all’interno del travaglio per lavorare liberamente sugli zoccoli. Però erano per lo più, come accennato, animali per il trasporto di materiali come il legname, oppure per trasportare i sacchi delle olive. Infatti gli abitanti della frazione erano dediti alla coltivazione degli olivi su terrazzamenti ed essendo un territorio impervio, erano sfruttati gli animali da soma per il trasporto anche di concimi, pietre e materiale per le edificazioni di case e stalle. Gli animali, in questo caso asini o muli, venivano utilizzati anche come mezzo di trasporto delle persone, prima che il comune e il consorzio dei residenti, (siamo attorno alla fine degli anni settanta), realizzassero la strada per raggiungere a valle il paese di Monterivoso dove erano situati i negozi di alimentari ma anche la scuola per i bambini. Infatti con la realizzazione della strada carrozzabile, l’uso degli animali da trasporto via via è andato scemando, lasciando il posto a mezzi a motore e di conseguenza anche il travaglio fu messo in “pensione”, anche se utilizzato in minima parte per ferrare gli animali per il trasporto del legname in montagna. Oggi strutture del genere ancora si possono scorgere in piazzole lungo le vie o sentieri montani, divenendo addirittura un monumento ambizioso, oggetto per selfie da parte di escursionisti e appassionati di tradizioni rurali.