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Imprese Umbria, nel terzo trimestre 2025 ripresa congiunturale con 132 imprese in più

Un terzo trimestre in controtendenza

PERUGIA – Continua nel terzo trimestre 2025, per il secondo periodo consecutivo, la crescita del numero delle imprese umbre. O meglio: il recupero. Perché, nonostante il buon passo registrato nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno, il numero delle aziende resta ancora inferiore a quello del 2024.
Il risultato, tuttavia, è di rilievo: mentre l’Italia e il Centro tirano il fiato, segnando una leggera flessione dopo il rimbalzo primaverile, l’Umbria si muove in controtendenza, confermando un tessuto imprenditoriale che prova a ritrovare equilibrio e fiducia dopo che, fino a due trimestri fa, aveva evidenziato una fase difficile.

Emerge dai dati di Movimprese di Infocamere, la piattaforma del sistema camerale italiano che fotografa la dinamica delle imprese sul territorio. Nel trimestre luglio-settembre 2025, le imprese umbre iscritte al Registro camerale sono 90.440, in aumento di 132 unità rispetto al secondo trimestre.

La fotografia del confronto annuale

Se però il confronto si sposta su base tendenziale, cioè rispetto allo stesso periodo del 2024, il quadro cambia. Un anno fa le imprese registrate erano 91.088: il saldo negativo è di 648 aziende, pari a un calo dello 0,7%.
In Italia la flessione è del 0,6%, nel Centro del 0,5%.
Un quadro dunque ambivalente: bene nel confronto ravvicinato, meno brillante nel confronto annuale. Ma la direzione di marcia è tornata quella giusta, e questo è il segnale che più conta in una fase ancora incerta.

Dieci anni di trasformazioni

Se si guarda al decennio 2015-2025, l’Umbria registra una contrazione più marcata rispetto alla media nazionale e al Centro Italia. Dieci anni fa, nel terzo trimestre 2015, le imprese iscritte erano 95.422, quasi 5.000 in più rispetto a oggi.
Il calo complessivo è quindi del 5,2%, contro il -3% dell’Italia e il -3,6% del Centro.
Un arretramento che racconta le difficoltà di un territorio colpito duramente dalle crisi globali, ma anche la capacità di adattamento di chi è rimasto, investendo in nuovi modelli organizzativi e digitali.

Le società di capitale tornano a muoversi

Segnali incoraggianti arrivano dalle società di capitale, considerate un termometro della solidità di un sistema produttivo. Nel terzo trimestre 2025 l’Umbria ne conta 25.907, pari al 28,6% del totale delle imprese.
Un valore ancora distante dalla media nazionale del 33,4%, ma in crescita rispetto ai trimestri precedenti: +200 società rispetto al secondo trimestre, dopo un rimbalzo già avviato nella primavera 2025.

Sul fronte annuale, tuttavia, il bilancio resta in lieve rosso: tra il terzo trimestre 2024 e lo stesso periodo del 2025 si registra una flessione da 17.207 a 17.171 società di capitale.
È un arretramento minimo, ma che segnala come le imprese umbre più strutturate abbiano faticato più della media nazionale a reggere l’urto post-Covid, probabilmente perché più esposte in settori colpiti duramente dalle restrizioni o perché meno dotate di riserve e strumenti finanziari.

Una crescita ancora da consolidare

Nel lungo periodo, la quota delle società di capitale sul totale delle imprese umbre è comunque cresciuta in modo costante: era il 21,5% nel 2015, è salita al 25,8% nel 2019 e ha toccato il 28,6% nel 2025.
Ma la distanza con l’Italia, invece di ridursi, si è ampliata.
Se nel 2019 l’indice umbro era pari all’89,6% del dato nazionale, nel 2025 è sceso all’85,6%. Un gap che racconta un tessuto economico ancora troppo frammentato, dove la microimpresa resta il modello prevalente.
Eppure, rispetto al 2015, l’Umbria ha guadagnato terreno: dieci anni fa era ferma all’81,2% dell’indice nazionale.

La mappa delle imprese umbre

Nel III trimestre 2025, la composizione per forma giuridica conferma la netta prevalenza delle imprese individuali, che restano la spina dorsale dell’economia regionale: 44.952 aziende, pari al 49,7% del totale.
Seguono le società di capitale, con 25.906 imprese (28,6%), e le società di persone, pari a 17.172 unità (19%).
Chiudono il quadro le altre forme giuridiche con 2.410 imprese, il 2,7% del totale.

Tra resilienza e reazione

La fotografia che emerge è quella di un’Umbria che prova a reagire pur restando fragile, come dimostra anche il calo su base annuale del numero delle imprese.
La fase di ricostruzione economica post-pandemia si intreccia con un processo di selezione naturale delle imprese: chi ha saputo innovare e digitalizzarsi regge, chi è rimasto ancorato a modelli tradizionali fatica.
Il messaggio, tuttavia, è chiaro: la vitalità del sistema imprenditoriale umbro non è spenta. È un segnale da leggere con attenzione e da sostenere con politiche mirate, capaci di rafforzare la struttura del tessuto produttivo, favorendo la transizione verso modelli d’impresa più solidi, capitalizzati e innovativi.

La dichiarazione:

I dati Movimprese del terzo trimestre 2025, dopo quelli positivi del II semestre, evidenziano un’Umbria che sta reagendo, anche in un contesto nazionale che torna a rallentare. È un segnale importante, perché dimostra che il sistema produttivo regionale ha ritrovato un po’ di fiducia e sta tornando a investire, dopo che fino a due trimestri fa aveva passato una fase difficile. Certo, la distanza con la media italiana resta, ma la direzione è quella giusta: serve continuità, non solo nel sostegno alle imprese ma anche nella semplificazione amministrativa e nell’accesso al credito. Il nostro compito, come Camera di Commercio, è accompagnare tutto questo valorizzando chi scommette su qualità, digitalizzazione e capitale umano. L’Umbria non deve rinunciare a giocare un ruolo da protagonista in questa fase di transizione economica”.

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