In piazza per rivendicare il “Verde pubblico Bene Comune”

PERUGIA – Parchi pubblici utilizzati come discariche a cielo aperto, zone incolte e abbandonate, alberi sani capitozzati o abbattuti, nuove piante messe a dimora e lasciate a morire senza nessuna cura, cemento dilagante.

Le carenze  strutturali, la mancanza di una gestione preposta e l’assenza di una reale cultura del verde hanno portato, come è ormai evidente agli occhi di tutti, ad una situazione del verde pubblico a Perugia a dir poco drammatica e nei fatti anacronistica.

 

Per confrontarsi e per chiedere delle concrete risposte al comune, circa un centinaio di persone si sono riunite venerdì 11 giugno, per partecipare alla manifestazione “Verde Pubblico Bene Comune” in piazza IV Novembre a Perugia.

La manifestazione è stata promossa da Coscienza Verde in seguito alla petizione sulla tematica della gestione del verde, depositata in comune ad ottobre 2020 ed ancora senza una concreta risposta da parte dell’amministrazione. E’ Giordano Stella, presidente di Coscienza Verde e delegato civico, ad introdurne i concetti chiave.

Nella petizione viene richiesta prima di tutto la realizzazione di un Piano del Verde, ossia uno strumento che vada a stabilire “gli obiettivi in termini di miglioramento dei servizi ecosistemici, gli interventi di sviluppo e valorizzazione del verde urbano e periurbano”; un Censimento del Verde attraverso una mappatura georeferenziata delle aree e degli elementi del verde urbano messo a disposizione dei cittadini; l’istituzione di un un Osservatorio della Gestione del Verde Pubblico;  una chiusura del bilancio del patrimonio arboreo sempre in positivo ed aggiornato in tempo reale e una gestione pubblica della manutenzione del verde organizzata secondo le modalità dei “giardinieri di quartiere”, ossia “responsabili del verde per l’area considerata” e che “rappresenteranno un costante presidio sul territorio”. Viene richiesta inoltre la promozione della giornata nazionale degli alberi del 21 novembre con attività mirate di educazione ambientale per sensibilizzare il più possibile la cittadinanza su questo tema.

 

Numerose le Associazioni e i Comitati presenti in piazza.

Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria parla di “verde pubblico inteso come bene comune”, una risorsa che assume per la comunità “un significato non solo ambientale ma anche affettivo e identitario” e che “proprio per questi motivi non può essere estromessa dai percorsi decisionali che interessano la cura di un bene così tanto importante per la cittadinanza tutta”.

 

Perché non si ripeta più la mattanza indiscriminata di numerosi alberi sani nel parco “Vittime delle Foibe” di Madonna Alta, 104 per la precisione, abbattuti per la surreale realizzazione di una pista ciclopedonale.

Surreale perché come è possibile che per costruire un qualcosa che in teoria dovrebbe andare a favorire il benessere delle persone, si debba uccidere ciò che più di tutto contribuisce alla loro salute? Essa non dipende forse principalmente dalla salute e dal benessere delle piante che ci circondano? Come possiamo solo pensare di vivere bene in una città che  mette l’asfalto al posto degli alberi come  è successo recentemente a Fontivegge, dove nel silenzio generale sono stati tagliati altri alberi per colare altro cemento e costruire una piazza?

 

E’ Alvaro Lanfaloni del comitato “Ginko Biloba Madonna Alta” che si batte proprio per la tutela del parco e degli alberi cittadini, a parlarne, segnalando anche i 6 pini già abbattuti al parco Chico Mendez più altri 16, perfettamente sani, che tra l’altro sorgono in una zona a vincolo paesaggistico,  che verranno sacrificati solo perché colpevoli di trovarsi lungo il percorso programmato della pista ciclabile.

 

Prende le distanze da questo folle operato anche Paolo Festa di FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta: “la mobilità ciclabile va incentivata ovviamente ma non se questo significa abbattere gli alberi” anche perché, prosegue “non servono piste ciclabili nei parchi ma lungo le strade” proprio per permettere una mobilità alternativa all’uso della macchina che sia realmente sostenibile ed ecologica.

 

Michele Speciale, arboricoltore ETV (European Tree Worker) dell’Associazione Alberi Maestri sottolinea l’importanza di divulgare i principi della moderna arboricoltura per una corretta gestione degli alberi: “il più grande problema degli alberi in città siamo noi” afferma. La capitozzatura è infatti una pratica oltremodo dannosa che ha danneggiato quasi tutti gli alberi di Perugia accorciando loro la vita e rendendoli fragili. Esistono ben altre tecniche di potatura molto più funzionali e anche molto meno costose, basti pensare che l’Italia è rimasta l’ultimo paese in Europa a consentirne l’utilizzo.

Presenti anche il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, Generazioni Future, Perugia Città in Comune e l’Associazione Elce Viva. Inoltre una bella rappresentanza di giovani che fa bene al cuore e allo spirito con Sinistra Universitaria Udu e Altrascuola Rete Studenti Medi Umbri che, nell’esigere il loro diritto al futuro, vogliono una gestione del verde non più da sfruttare ma da salvaguardare.

Tutti uniti per chiedere un impegno totale da parte delle nostre istituzioni, a dimostrazione che la preoccupazione per la gestione del verde pubblico in città non può più dirsi una tematica di second’ordine.

 

Anche perché, vogliamo concludere con un semplice calcolo.

Alberi tagliati nel comune di Perugia negli ultimi cinque anni: 1432

Alberi ripiantati: 435

Alberi persi: 997

Legge 10/13 che prevede la messa a dimora di un nuovo albero per ogni nuovo nato: non pervenuta ma saremo ben felici di essere smentiti e di scoprire che sono stati piantati chissà dove circa 6000 alberi corrispondenti agli altrettanti bambini.

Non si può nemmeno pensare che nei prossimi cinque anni possa ripetersi o addirittura peggiorare una situazione del genere.

Siamo già in ritardo, non è più possibile aspettare ancora.

 

Francesca Verdesca Zain

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