In Umbria un nuovo tassello del museo diffuso di Massimo Caggiano. Mostra a Palazzo Baldeschi

PERUGIA – L’arte come fonte d’esistenza. Si può racchiudere in queste poche ma significative parole il pensiero e la vita di Massimo Caggiano, un collezionista-designer ed organizzatore di eventi artistici che ha deciso di donare parte delle sue opere alla Fondazione Perugia esposte ora in una mostra a Palazzo Baldeschi.

Salerno e Roma – le due città in cui è nato e cresciuto professionalmente – hanno agevolato l’amore di Massimo per il bello. Ha iniziato in giovane età a collezionare, passione che dopo pochi anni lo ha indirizzato ad essere tra i fondatori nel 1990 della prestigiosa  Associazione culturale Il Polittico a Roma.

Nel 1994 ha iniziato a disegnare una serie di mobili e complementi di arredo che sono poi stati rappresentati dai più importanti pittori italiani, creando pezzi unici e irripetibili. Tutto ha fatto sì che creasse un unicum che è la sua casa. Qui la creatività di Caggiano si è sbizzarrita nell’aver realizzato un ambiente dove il colore fa da padrone. Tutto lo spazio, nel suo volume e le sue superfici, è stato pensato per accogliere le opere della collezione.

Massimo ha deciso di donare come un vero e proprio mecenate perché il suo scopo da collezionista “è che il bello non fosse a disposizione solo per me ma per tutti. Grazie alla presidentessa della Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo è nato il progetto di portare a Perugia le opere direttamente da casa mia. In effetti il piano è stato quello di ricostruire in qualche modo casa mia, a Roma: una casa colorata, piena di quadri”. Così Massimo Caggiano ha raccontato ai microfoni di Vivo Umbria.

“Ho cercato di ricostruire la mia intimità facendo entrare la mia vita, i miei affetti. Ci sono opere di ogni provenienza e valore, ma una volta che le dono è come se non facessero più parte della mia collezione. Ho piacere del fatto che possano essere godute da tanto pubblico. La bellezza va toccata da tutti, va condivisa. Per me è quasi una malattia quella del possesso della bellezza artistica”.

Massimo Caggiano, di una modestia rara, ci ha raccontato di come trovasse spazio in casa anche facendo affidamento al terreno, dove talvolta poggia le sue opere perché, come sostiene, una visione da terra è pur sempre un nuovo punto di vista da cui osservare un’opera. L’intenzione è quella di creare un’esposizione itinerante donando in varie situazioni ed in diverse zone d’Italia, come se volesse far nascere un museo diffuso. Già partiti del resto i primi “tasselli” a Napoli e ad Ascoli Piceno.

Passando dunque dall’Umbria dove, a Palazzo Baldeschi è possibile ora ammirare la “Casa di Massimo Caggiano”.

Nicolò Toccaceli

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