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La forma del vuoto secondo Stefano Borgia: mostra a Deruta

DERUTAStefano Borgia del Casale espone in una mostra personale dal titolo “La Forma del vuoto” a cura di Antonella Pesola, le sue opere, frutto del lavoro dell’ultimo periodo e a questo proposito l’artista scrive: “Quando dell’aria senti la carezza e la luce del sole scolpisce le cose, quando riesci ad ascoltarti, finalmente vuoto, ma teso a sentire, allora la pennellata diventa arte, essa appartiene a quell’essere che è in te e che non sempre riesci a trovare. Essa è respiro, silenzio. La luce nei colori, i colori nella luce, qualcosa di invisibile è presente nel vuoto e la nostra emozione prende forma”.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione freemocco edizioni, arricchita dal testo di Pesola, che approfondisce il lavoro dell’artista che verrà presentata il 17 marzo per il finissage dell’esposizione. La mostra si svolge a Il Granaio, Piazza Cavour 1, Deruta. Stefano Borgia si avventura negli interstizi della fisica, nel vuoto e nel silenzio, frutto di meditazioni e di una elaborazione filosofica. Parla di una provocazione in quel senso di pienezza che è anche il tentativo di riempire un vuoto esistenziale tipico della nostra cultura e dei tempi che viviamo. Il vuoto è di per sé l’opposto del pieno, ma per questo non meno importante nella composizione enantiodromica della natura umana, l’equilibrio tra materia e spirito. Così come nella musica fondamentali sono le cesure, le pause e i silenzi, così nel nostro mondo fisico e nel nostro relazionarci ad esso, il vuoto è la fine del confine, è uno spazio aperto che ci riconnette con la nostra essenza. “Il vuoto che lascia una persona che non c’è più – scrive Borgia – il vuoto che andiamo ad occupare quando voliamo in cielo, il vuoto che in realtà è pieno di ciò che non conosciamo e non sappiamo percepire, il vuoto che occupiamo nello spazio quando semplicemente ci muoviamo. Quando tracciamo una linea non è importante la linea, ma ciò che è intorno: essa è confine”. In Borgia il segno della linea fluisce per trasformarsi da segno a simbolo: vuoto. Così come dal vuoto mentale si traggono percezioni e non principi raziocinanti, nel vuoto sono sospese le percezioni del nostro esistere: del mondo, della natura, dell’universo. Il finissage prevede anche la presentazione del libro di poesia “Carte di Carne n. 2” di Antonella Rizzo a cura di Saverio Bafaro; alle ore 19 l’incontrop con l’autore e un saggio di tango a cura di Stefano Borgia con Aurora Piccone e del Tritone Duo con Matteo Parretta alla chitarra e Umberto Ugoberti alla fisarmonica.

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