La nuova Stagione del Morlacchi: 4 produzioni, 18 spettacoli e Capodanno con Nicola Piovani

la nuova stagione del Teatro Morlacchi

SOLOMEO –  Diciotto spettacoli, il via alla Stagione del Teatro Morlacchi fissato per il 29 ottobre e chiusura il 27 marzo 2020. Apertura affidata a Lucia Calamaro con “Si nota all’imbrunire” protagonista Silvio Orlando, mentre sarà “Il caso della famiglia Coleman” di Claudio Tolcachir a chiudere il sipario a primavera.
Quattro le produzioni targate Tsu che verranno presentate. E’ questa la nota da rimarcare con l’evidenziatore perché risponde appieno alla strategia che uno Stabile come quello dell’Umbria che in trent’anni ha prodotto più di 100 spettacoli, continua a perseguire e promuovere avvalendosi del meglio della regia e della sceneggiatura italiana con Lucia Calamaro, Antonio Latella, Letizia Russo, Andrea Baracco e Alessandro Serra. Come detto Lucia Calamaro propone “Si nota all’imbrunire” in cui il protagonista Silvio Orando “Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Metafora del suo stato mentale che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà”.   Poi “La Valle dell’Eden” (dal 27 novembre al 1 dicembre), il romanzo più celebre di Steinbeck in un allestimento affidato ad Antonio Latella regista con il quale lo Stabile ha un legame saldo e proficuo da tempo. Si tratta di un progetto composto di due distinti spettacoli: mercoledì 27 e giovedì 28 novembre il primo; venerdì 29 e sabato 30 il secondo e domenica entrambi. Il Maestro e Margherita di Andrea Baracco con Michele Riondino (dal 12 al 17 novembre) ha debuttato lo scorso anno proprio al Teatro Cucinelli per intraprendere poi una tournée approdata con successo anche all’Eliseo. Le pagine di questo capolavoro di Bulgakov “danno corpo a una delle più straziati e straordinarie storie d’amore della letteratura” spiega Baracco. Infine il Costruttore Solness (8-14 gennaio), anche in questo caso c’è stato un debutto umbro, a Narni la scorsa stagione, che vedrà Umberto Orsini interpretare da par suo un testo da lui sempre amato, ovviamente riletto secondo le proprie sensibilità. Orsini, che sul palco recita con Lucia Lavia, ha affidato la regia ad Alessandro Serra: “Ero rimasto favorevolmente colpito – ci raccontò al momento del debutto al Manini –  per la messinscena di Macbettu e così abbiamo lavorato a questo Solness: pur aderente al concetto dell’ineluttabile giorno del giudizio che pervade la produzione di Ibsen, il protagonista è sì colpevole, tuttavia  non è privo di attenuanti”.

Per il resto, il cartellone offre sei mesi densi di proposte che oltre alla prosa prevede danza e teatro internazionale. Interessante lo spazio riservato a Cervantes con due spettacoli: “Io, Don Chisciotte” ( 6 e 7 novembre) con il coreografo Fabrizio Monteverde che firma una nuova produzione per il Balletto di Roma,  dove la danza testimonierà che “l’azione dell’uomo non trova mai un fine – afferma Monteverde – e nemmeno una fine in senso assoluto, perché in fondo il bello come dice Don Chisciotte – ‘sta a impazzire senza motivo'”. Poi a indossare i panni di “Don Chisciotte” sarà Alessio Boni (17-22 marzo) con Serra Yilmaz,  attrice prediletta dal regista di origine turca Ferzan Ozpeteck, nei panni di Sancho Panza. L’adattamento è firmato da Francesco Niccolini.
Notevole lo spazio che avrà la musica: “Tempo di Chet” (4-6 febbraio) è uno straordinario omaggio a Baker con Paolo Fresu alla tromba, Dino Rubino al piano e Marco Bardoscia al contrabbasso che intersecheranno le partiture con la drammaturgia. “Ogni apparizione apre il sipario su una fase della vita dell’artista – spiega il regista Leo Muscatofacendo emergere anche il sapore di epoche diverse. Si delinea così la figura del grande trombettista che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica”. L’altro appuntamento è quello con la mezzanotte di fine anno: sarà Nicola Piovani quest’anno a brindare al nuovo anno con il pubblico del Morlacchi con “La musica è pericolosa”, ovvero il suo viaggio artistico dalla collaborazione con De André, Fellini, Magni fino all’esecuzione di brani teatralmente inediti e brani più noti arrangiati per l’occasione. Cinque le date, dal 27 al 31 dicembre.
Shakespeare e Pirandello i classici che verranno proposti. Eros Pagni e Gaia Aprea, saranno i protagonisti de La tempesta (22-26 gennaio) per l’adattamento di Luca De Fusco che spiega: “La tempesta è un addio, l’addio di Shakespeare a un tipo di teatro che spezza la bacchetta magica e rinuncia alle sue magìe, ormai superate da tempo. Noi ne faremo un atto di addio al Novecento”.  Di Pirandello sarà proposta “Liolà” con Mario Incudine, Moni Ovadia e Paride Benassi (dal 6 all’8 marzo).  Da segnalare il ritorno a Perugia, sempre gradito, di Neri Marcorè con “Tango del calcio di rigore” (26 febbraio 1 marzo), per la regia di Giorgio Gallione: “Finale dei Mondiali del ’78, un affresco di calcio e potere in salsa sudamericana. Uno spettacolo tra mito, inchiesta, musica, favola e teatro civile”. Gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri.
In “Winston VS Churchill” Giuseppe Battiston indosserà i panni dello statista britannico interpretando il testo di Carlo Gabardini “Churchill, il vizio della democrazia”, la regia è di Paola Rota. Alessandro Gassman, abitué del Morlacchi, propone lo spettacolo “Il silenzio grande” (11-15 dicembre), commedia di Maurizio De Giovanni, con Massimo Gallo e Stefania Rocca. Sicuramente da vedere l’adattamento di uno dei film più amati di Pupi Avati: “Regalo di Natale” , con l’adattamento teatrale firmato da Sergio Pierattini e per la regia di Marcello Cotugno.
Tre gli spettacoli di danza: il Balletto Yacobson di San Pietroburgo propone “Giselle” (11 marzo) coreografia di Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Pepita; mentre a 25 anni dal debutto viene riproposto la famosa coreografia di Mauro Bigonzetti “Mediterranea” ripresa dai danzatori solisti della Daniele Cipriani Entertainment (16 febbraio). Infine “In girum imus nocte et consumimur igni” (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco) di Roberto Castello: “Uno scabro bianco e nero e una musica ipnotica sono l’ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo peripatetico spettacolo a cavallo fra cinema, danza e teatro” (1 febbraio).
Una considerazione a parte merita “Il caso della famiglia Coleman” perché fa tornare al Morlacchi il teatro internazionale, in lingua originale, con il testo di Claudio Tolcachir in cui il regista e autore argentino immerge il pubblico nel microcosmo di un nucleo familiare di Buenos Aires dove si susseguono situazioni assurde, dialoghi surreali e deliranti. El Pais, recensendo lo spettacolo, ha parlato di “Una vera festa teatrale e una lezione in tempo di crisi”.
Di seguito il video della presentazione per la nuova stagione 2019/2020:

 

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