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La quarta edizione di “Stranieri per una notte” accende l’arena del Campus dell’Unistrapg

PERUGIA – Un campus illuminato dalle luci del tramonto, un palco all’aperto e una folla di studenti, docenti e cittadini. Il clima da festa intima, ma con un respiro internazionale. Si è chiusa così, con la quarta edizione di Stranieri per una notte, l’anno accademico dell’Università per Stranieri di Perugia. Un evento nato come festa di fine corsi, diventato oggi rito collettivo, capace di mescolare cultura, sostenibilità e tantissima musica dal vivo.

L’appuntamento, promosso dai Dipartimenti LILAM e SUSI in collaborazione l’Adisu, Radiophonica, Legambiente e altre realtà del territorio, ha trasformato gli spazi del Campus in una piccola arena di tutto rispetto. Aperitivi multiculturali, show cooking, swap party, performance musicali e teatrali e un dj set che ha accompagnato il pubblico fino a tarda notte.

Il Rettore dell’Unistrapg, prof. Valerio De Cesaris, nel suo saluto dal palco, ha voluto sottolineare lo spirito dell’iniziativa: «Questa quarta edizione segna un passaggio importante: la festa è ormai una tradizione. È un’occasione per salutare gli studenti, augurare buona fortuna a chi sta affrontando esami o tesi, e regalarsi un momento di leggerezza. Ringrazio tutti coloro che l’hanno resa possibile, in particolare i Dipartimenti, Radiophonica e l’Adisu».

Un commento più rapido, ma altrettanto chiaro, è arrivato anche dall’amministratore unico dell’Adisu, Giacomo Leonelli, che ha lodato l’energia e la qualità dell’organizzazione, definendola «un esempio concreto di partecipazione e apertura».

L’iniziativa ha offerto un programma denso e articolato, capace di intrecciare musica dal vivo, teatro, comicità, cucina inclusiva e sostenibilità ambientale. La serata si è aperta con  un aperitivo al tramonto accompagnato dal DJ set di Sylvie, affiancato da uno swap party realizzato in collaborazione con Legambiente Umbria. In parallelo, la brigata di “Cookism – Autismo in cucina” insieme all’Università dei Sapori, ha dato vita a uno show cooking creativo, un significativo esempio di inclusione e condivisione attraverso il cibo.

Tra le voci soliste della serata, Judy, una one woman band che ha proposto un set acustico di cover tra folk, country-folk e folk-rock. Poi è stata la volta della performance collettiva del progetto Anarchia Ritmica, che ha trasformato il pubblico in un unico corpo sonoro. Il palco ha poi accolto il teatro di Giulio Fortunato, con un intervento agile e coinvolgente, seguito dal monologo di Noemi Carlini, tra ironia e sarcasmo.

A riprendere la musica, prima dell’atteso concerto, è stato il set di Paolo Tassì, che ha “preparato” il terreno per l’esibizione esplosiva dei Sex Mutants.

Ma il centro nevralgico della serata è stato, senza dubbio, il concerto dei Sex Mutants, che hanno tenuto in piedi il pubblico per oltre due ore con un set infuocato. Quattro musicisti — Michele Milletti, Paolo Menichetti, Federico Cerimonia e Dennis Postini — chitarre, batteria e uno spirito da balera punk che ha stravolto con intelligenza le regole del revival.

Il loro show, Fiesta Italiana, è un mash-up generazionale, un tributo ironico e travolgente ai suoni degli anni ’80, ’90 e 2000, dove i Green Day si intrecciano con Gianni Morandi, Vasco Rossi si fonde con i Linkin Park, e Raffaella Carrà si alterna ai Maneskin. Tutto, rigorosamente, dal vivo.

Un concerto forte. Forte nel volume, nell’energia e soprattutto nella capacità di tenere insieme una comunità eterogenea, generazionale, in una festa sonora collettiva. I Sex Mutants non sono una cover band, ma un attacco frontale alla nostalgia patinata, una lettura pop-rock che mescola Festivalbar, MTV, karaoke da falò e pogo da club, senza scadere mai nel kitsch.

Il loro è uno spettacolo continuo, un’antologia dissacrante dei grandi (e meno grandi) successi della musica italiana e internazionale, reinterpretati in stile college-band. Un flusso serrato di medley e mashup in cui l’ironia si fa linguaggio, e la cultura pop incontra la voglia di sudare sotto il palco.

A chiudere la notte, il dancefloor sotto le stelle firmato dai DJ Gioppo e Mario Mariottini, a completare una line-up capace di parlare a generazioni diverse, senza mai tradire lo spirito libero e inclusivo della festa.

Stranieri per una notte” è ormai un format rodato. Lontano dalla retorica della “studentessa Erasmus che scopre l’Italia”, racconta invece un’idea di università come luogo vivo, permeabile e in ascolto. Dove si fa ricerca e si studia, certo, ma si coltiva anche la possibilità di condividere uno spazio che vale un’estate libera, ballata e leggera.

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