L’arte del tessere e del creare in “Fashion show. Per filo e per segno”

PERUGIA – Il filato è l’insieme di fibre tessili, di origine vegetale o animale, tenute  insieme da una torsione per formare un filo. Dal semplice intreccio di trama e ordito, principio base di tutte le forme di tessitura, è possibile ricavare delle stoffe così ricche e particolari che l’antica arte della tessitura è da millenni simbolo di quell’intrecciarsi di tempo e spazio che dà luogo alla vita, immagine del mistero dell’esistenza e della creazione.

Scorrendo velocemente a ritroso nel tempo, dalla dea maya Ixchel, che dà origine al mondo con il filo che fuoriesce dal suo corpo, alle Norne scandinave, tessitrici del destino sedute sulle radici dell’albero della vita, a Penelope, che solo nell’immobilità della sua tela che non finisce mai riesce ad esprimere la sua volontà, ai Dogon del Mali, che vedevano nella bocca e nelle corde vocali dei loro antenati un telaio che generava tessuti e parole, l’atto del tessere diventa l’atto stesso del creare, azione dalle mille potenzialità dove ogni singolo filo è un disegno nell’immenso quadro della vita.

Tessere e narrare diventano quindi due facce della stessa medaglia ed il filo, una magica penna per raccontare il mondo e se stessi.

Lo stesso filo che, arrivato fino a noi, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” hanno raccolto e utilizzato per la realizzazione del “Fashion Show. Per filo e per segno”, una sfilata sotto le stelle per mostrare al pubblico gli abiti realizzati dagli stilisti cresciuti negli ultimi anni dentro l’Istituto di alta formazione artistica, la cui presentazione si è svolta proprio oggi nell’aula magna dell’accademia.

La sfilata vera e propria, il cui coordinamento generale è affidato a Elisabetta Furin, coordinatrice del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate, che ha tirato le fila dell’iniziativa insieme al direttore amministrativo, Domenico Ferrera, si svolgerà giovedì 9 giugno alle 20.30, nel suggestivo chiostro del complesso di San Francesco al Prato, sede dell’antica istituzione.

Tutto prende forma dal laboratorio di indirizzo di Fashion Design, al terzo anno, coordinato dalla professoressa Serena Logozzo con l’allestimento ideato dalla professoressa Marta Crisolini Malatesta, referente per la scuola di Scenografia; la gestione organizzativa della sfilata è affidata a Laura Cartocci; a firmare visual, video e animazioni è Paul Robb, dello studio Salt&Pepper.

 

“Oggi presentiamo l’evento rappresentativo e riassuntivo dei primi 3 anni della nuova scuola di Fashion Design – ha evidenziato il presidente della Fondazione dell’Accademia, Mario Rampini, durante la presentazione del Fashion Show – il primo di una serie di eventi legati al corso nelle sue varie declinazioni. Un grande appuntamento che punta a mettere in contatto gli studenti con i rappresentati più significativi del panorama imprenditoriale del settore, sia regionale che nazionale”.

La nostra scuola di Fashion Design – ha sottolineato la docente Elisabetta Furin – è il primo e attualmente ancora l‘unico corso in Umbria riconosciuto dal Ministero dell’Università come equivalente ad una laurea triennale nel settore della Moda. A tre anni dalla sua nascita, presentiamo la prima sfilata della nostra Accademia, che quest’anno vedrà i primi allievi completare il ciclo di studi. Gli studenti hanno progettato una personale collezione di abiti e accessori, di cui hanno realizzato tre outfit ciascuno per la sfilata, con il prezioso supporto della docente di Modellistica per la Moda, Francesca Tacconi”.

 

Ogni studente ha elaborato il tema, secondo una propria chiave di lettura, su vari livelli: “Mitologico” (Le Parche, il Filo di Arianna, le Costellazioni); “Materico” (lavorazioni di macro e micro tessiture, intrecci, macramè, maglieria); “Naturalistico” (Piante e Animali che producono filati); “Concettuale” (elementi grafici interpretati come fili/ricami/cuciture). Per i contenuti legati al Segno si è tenuto conto di alcuni parametri tra cui la sostenibilità, l’innovazione e il sostegno alla valorizzazione del territorio. Sono state lasciate libere le scelte riguardanti la stagionalità, la linea di abbigliamento, il target.

I ventiquattro outfit che sfileranno sotto gli occhi del pubblico sono stati realizzati da: Dayana Carolina, Salvador Centeno, Alessia Checcucci, Fabiola Pia Dimasi, Muchen Liu, Luca Mattioli, Enkhzaya Otgondemberel, Sabrina Ben Salem, Li Zining.

Per filo e per segno – ha spiegato Serena Logozzo – è una collezione che vuole sottolineare l’importanza delle origini e la potenza comunicativa del prodotto-moda. Il tema portante del progetto si basa su due elementi fondamentali: il Filo, all’origine di qualunque lavorazione tessile, punto di partenza utile per sviluppare nuove forme e nuove combinazioni, fondamento della vita di ogni capo d’abbigliamento; il Segno, obiettivo primario del fenomeno “moda” entro un sistema comunicativo formato da un segnale, una referenza e un referente che rinvia ad un contenuto. Protagonista indiscusso è quindi il Filo, il cui simbolismo è da sempre legato alla vita: Kassia St Clair, ne La Trama del Mondo (2019), ricorda il mito romano delle Parche che controllavano i destini umani proprio attraverso il filo: “Quando pensiamo alle nostre vite ed al modo in cui stiamo al mondo, questo mito ricorre come una costante. (…) ci affidiamo ad una tradizione semantica che risale a migliaia di anni fa. I tessuti e le loro componenti sono diventati la metafora fisica della vita umana, della sua parte più profonda.

 

L’evento è organizzato dall’Accademia e patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Perugia ed avrà come madrina l’imprenditrice e stilista Nicoletta Spagnoli.

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