L'arte di Andy Warhol torna a Perugia

PERUGIA – Icone entrate a far parte dell’immaginario collettivo, simboli nati dall’intuizione, segni di discontinuità con l’arte canonica, oggetti di uso quotidiano che descrivono un presente preso a prestito dalla massificazione: quante definizioni potrebbero essere costruite intorno all’arte di Andy Warhol che segnò l’epoca ormai lontana, ma ancora attualissima, della Pop Art? Warhol insieme a Claes Oldenburg, Roy Lichtenstein, Tom Wesselman e ai pochi altri che riformarono l’arte a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, capirono per primi che la banalità era il tratto distintivo della società di massa e che la serialità non solo decostruì l’arte dell’artigianato, ma ebbe il sopravvento sulle esistenze condizionandole a tal punto di farne l’oggetto del desiderio. E’ così che desiderio e comunicazione, cinema e nuovi dei della società di massa conquistano la scena artistica. Marilyn non solo è la diva più desiderata, ma al pari delle confezioni di zuppa di pomodoro Campbell, diventa “prodotto” di largo consumo da ripetere all’infinito nella sola variante dei colori sgargianti di un oggetto da sogno. La ricordiamo nella sua sequenza grafica dieci anni fa al centro servizi camerali “Galeazzo Alessi” insieme alla banana gialla, oggetto centrale della copertina dell’album dei Velvet Underground & Nico e insieme ad una enorme torta multicolorata che fu consumata pezzo per pezzo da tutti i presenti all’inaugurazione del vernissage. Ora, a dieci anni di distanza, la Pubbliwork Eventi ha riproposto l’evento anche se con modalità diverse e più articolate. Sta di fatto che sino al 17 marzo è possibile fruire di nuovo a Perugia di una vasta mostra di Andy Warhol che dopo aver attraversato il mondo in lungo e in largo e aver radunato complessivamente otto milioni di visitatori, è tornata da dove era partita. Era il 2009 quando “Andy Warhol …in the city” tagliò per la prima volta il nastro inaugurale al centro servizi camerali di via Mazzini. Fu un successo straordinario ed è sembrato naturale agli organizzatori di riproporla con l’intento non di chiudere il cerchio, ma di ripartire proprio dal capoluogo umbro per una nuova esperienza dedicata, in primis, all’appassionato pubblico locale che è coinvolto anche in numerose iniziative collaterali, sia a un diverso approfondimento della poliedricità dell’artista statunitense, scomparso a New York nel febbraio 1987 a 59 anni. Sono esposte più di 120 opere, tra grafiche storiche, litografie, serigrafie e offset firmate, nonché oggetti unici, che fanno parte della storia iconografica del “Padre della Pop Art”, per lunghi anni in prima linea nel campo non solo della pittura e della fotografia, ma anche del cinema e della pubblicità. La mostra-evento ha già ottenuto il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia, del Comune di Perugia, della Camera di Commercio di Perugia e dell’Università degli Studi di Perugia.
 
Ma la mostra si articola in svariati spazi, non solo espositivi, non è, infatti, soltanto il centro servizi camerali (ex Borsa Merci), la sede principale di “Andy Warhol …in the city”, ma ci sono altri “palcoscenici” di rilievo a conferma del fatto che tutta la città è abbracciata dall’evento. Completo è il coinvolgimento dell’intero complesso del nuovissimo “Barton Park” di Pian di Massiano. I fratelli Bartolini hanno infatti da subito sposato il progetto e messo a disposizione il proprio spazio espositivo per ospitare alcuni momenti significativi dell’evento.  Nella “Galleria Barton” sono esposte quattro opere di Andy Warhol, che sono accompagnate da altre opere di artisti emergenti del movimento “Pop Art”, quali Pier Giuseppe Pesce, Alessandro Ficola, Luciano Busti e la giovanissima Alessia Tunesi. Quest’ultima, perugina purosangue, è balzata agli onori delle cronache per la particolarità di dipingere con il cioccolato, utilizzando il cibo degli dei che ha superato la scadenza e che diversamente dovrebbe essere restituito ai produttori per essere smaltito. Nel medesimo contesto espositivo, inoltre, il maestro fotografo derutese Gianfranco Tomassini omaggia Warhol con una serie di scatti sul tema “Pop Art” a voler sottolineare come l’artista newyorkese divenne famoso anche per aver ritratto molte celebrità dell’epoca con la macchina fotografica.
Cambiando location, invece, da sottolineare la performance del writer perugino Alberto Moricciani, che ha composto un murales celebrativo della mostra.
L’esposizione alla “Galleria Barton” è aperta il sabato e la domenica sino al 17 febbraio ed è ad ingresso gratuito, così come tutte le altre performance ed iniziative collegate alla mostra principale.
 
 

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