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L'arte di Burri fermata dai grandi fotografi

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CITTA’ DI CASTELLO – Anche quest’anno, con la mostra “Obiettivi su Burri – Fotografie e fotoritratti di Alberto Burri dal 1954 al 1993”, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha  ideato e realizzato a cura di Bruno Corà un evento che non solo ricorda Burri, ma che, per la prima volta, compie una ricognizione esauriente sui maggiori e più assidui professionisti della fotografia che lo hanno ritratto in differenti momenti e circostanze della sua vita. In occasione di questa mostra verranno aperti al pubblico altri 2.300 metri quadrati di nuovi ambienti museali opportunamente messi a norma presso gli Ex Seccatoi.
La mostra si inaugura domani, martedì 12, alle ore 17.
L’atto della creazione fermato in un’immagine. Soltanto pochi fortunati nel corso della storia hanno avuto il privilegio di bloccare lo scorrere del tempo in un atto creativo. Molto privilegiati sono stati i fotografi che durante il secolo scorso hanno avuto modo di instaurare rapporti di amicizia e confidenziali con i grandi protagonisti dell’arte. Tra questi rimane simbolico il rapporto tra Aurelio Amendola e Alberto Burri, tanto da produrre una foto che è rimasta un emblema: ritrae Alberto Burri all’opera nel suo atelier di Morra intento nella creazione delle “Combustioni”, tra i lavori più significativi del grande artista dell’informale che significavano l’uso di mezzi e materie della modernità che entravano di diritto a far parte dell’arte. In quel caso erano plastica e fiamma ossidrica con le quali Burri ha ottenuto effetti impensabili prima di lui. L’atto delle “Combustioni” è stato più e più volte fermato dall’obiettivo di Aurelio Amendola, fotografo d’arte pistoiese che con Burri instaurò una proficua collaborazione. Amendola è forse l’ultimo poeta della fotografia che stabilì il suo specifico interesse all’ambito artistico. E’ autore di grandi mostre su alcuni dei maggiori protagonisti dell’arte contemporanea del secolo scorso, oltre ad aver prestato il suo sguardo ai capolavori del Rinascimento oltre a quelli del Vaticano. Lo prendiamo a pretesto come simbolico della nuova progettualità che ha preso vita a Città di Castello attorno alla figura di Burri e alla celebrazione del suo “compleanno” che cade il 12 marzo. Con la foto della “combustione” Amendola ha fermato nel tempo uno dei più importanti atti creativi del Novecento, ma molti altri momenti della intensa vita artistica e quotidiana di Alberto Burri sono stati colti dagli sguardi che su di lui sono caduti nell’arco di tempo compreso tra il 1954 al 1993.

Artisti della fotografia hanno costellato il cammino di Burri agli apici dell’arte contemporanea, sottraendone anche frangenti di vita quotidiana, immortalandone le sue passioni più forti, il suo lavoro, la sua umanità e sinanche il suo legame con il territorio di riferimento, quell’Alto Tevere da cui Burri non si volle mai definitivamente staccare, nonostante la celebrità planetaria che raggiunse nella sua ascesa al successo. Ecco dunque che la progettualità nata a partire dal 2015 ricorrenza che ha segnato le celebrazioni del centenario della nascita di Alberto Burri a Città di Castello, ha preso avvio l’iniziativa del “12 marzo”, suo giorno natale, presso gli ambienti del Museo a lui dedicato negli Ex Seccatoi del Tabacco. Quest’anno si è deciso di concentrare l’attenzione sui suoi amici fotografi più vicini, a cominciare appunto da Aurelio Amendola, per offrire uno “spaccato” completo sull’artista e sull’uomo Alberto Burri.

Tra i numerosi fotografi professionisti individuati, sono presenti in mostra opere fotografiche di Amendola, Basilico, Bavagnoli, Benelli, Cantini, Colombo, Contino, De Martiis, Drudi, Fabbri, Gatti, Gendel, Gorgoni, Kuni, Lanfranco, Lazarus, Linke, Loy, McHugh, Mihich, Muchnik, Mulas, Parisi, Patellani, Powell, Rossi, Roth, Sanders, Sarisson, Sommelius, Thomas, Vaccaro, Villers, Visca, Vogler, Zavattini.
La mostra, che si inaugurerà il 12 marzo, resterà aperta tutta l’estate.


Immagine di copertina: Il Grande Nero Cretto di Alberto Burri all’UCLA. Foto di Michael Parry © 

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