L’AUR del commissario Alessandro Campi fra tagli alle spese e riorganizzazione partendo da ricerca e comunicazione

PERUGIA – Commissariata da 5 anni, 622 mila euro come costo di gestione annuo, 14 dipendenti di cui solo 5 inseriti nel campo della ricerca, 70 mila euro all’anno da pagare d’affitto per la sede. Aur, Agenzia Umbria Ricerche, è una delle 14 partecipate della Regione Umbria. I suoi numeri non sono confortanti. Per diverse ragioni, non solo di cassa. Uno strumento come questo è di vitale importanza per far conoscere lo stato attuale, oltre che storicizzato, della regione sia sotto l’aspetto economico che sociale. L’intricata matassa è stata messa nelle mani di Alessandro Campi che dell’Aur è commissario straordinario da sei mesi su incarico diretto della governatrice Donatella Tesei. Lo sarà fino a giugno. Almeno.  Docente universitario e giornalista, nella conferenza stampa di ieri ha rivestito i panni di entrambi. Nel senso che da professore, studioso, ricercatore ha mostrato piena consapevolezza di ciò che serve conoscere al tessuto imprenditoriale, istituzionale, associazionistico e sindacale. Da giornalista ha messo in fila i temi del suo mandato: cosa ha fatto e cosa intende fare.

La premessa 

“Abbiamo riorganizzato per porre le basi per il rilancio”. E Campi ha iniziato dal contenimento dei costi, come da mandato specifico (le 14 partecipate contano 1.500 dipendenti e 31 milioni di spese regionali annui a cui si aggiungono quelle relative ai progetti ndr.).  Ha tagliato 250 mila euro di spese. “Intervento contabile – ha spiegato Campi – che ha seguito anche la logica del fare meglio con meno. In alcuni casi può essere virtuosa la spending review. Sono rimasto francamente colpito dal fatto che c’erano molti amministrativi rispetto ai ricercatori e in generale tutto il personale era poco valorizzato. Ci siamo posti l’obiettivo di una ricollocazione capace di valorizzare le risorse umane.

L’organizzazione

L’esigenza ulteriormente evidenziata dalla pandemia, è avere l’Aur capace di garantire conoscenze in tempo reale di ciò che accade sul territorio per poter consentire di programmare l’oggi e il futuro in prospettiva. Campi vorrebbe  dare non solo elementi ma anche possibili progettualità, indirizzi, aprendo strade agli interlocutori di Aur. Questione di metodo, elemento che il commissario ha messo al centro del progetto.  Ciò parte dalla qualità della ricerca e Campi punta al suo rafforzamento anche grazie alle risorse che può dare l’Università di Perugia. L’intento è quello di “attingere dallo straordinario bacino universitario attraverso assegni di ricerca” ha detto, non per creare nuovo pubblico impiego ma costruttori di dati utili a fornire riferimenti essenziali e concreti. Da qui parte anche lo spostamento della sede a Villa Umbra. “Oltre a far risparmiare denaro, questa è la sede della Scuola della pubblica amministrazione e la finalità è di creare un Polo della formazione della ricerca in modo tale da farlo evolvere come eccellenza regionale”.

La comunicazione

Visto che è del mestiere, Alessandro Campi sa che la ricerca è utile solo se è tempestiva e se si è in grado di trasferirla affinché dia i frutti sperati. E oggi questa passa attraverso le nuove tecnologie. Da qui il nuovo sito. Al di là dell’aspetto grafico, peraltro davvero gradevole nella sua essenzialità, potrà garantire accesso in tempo reale a informazioni che servono nell’immediato. Visitando l’home page, l’inserimento del focus sui riflessi della pandemia sull’Umbria è senz’altro un buon avvio in tal senso. C’è anche una parte di archivistica che sarà potenziata. Campi ha sottolineato la valenza del patrimonio di informazioni che è stato accumulato nel tempo a partire dall’esperienza iniziata nel 1972 quando nasce il Centro Regionale Umbro di Ricerche Economiche e Sociali (CRURES), poi sostituito dall’Istituto Regionale di Ricerche Economiche e Sociali (IRRES) e quindi, dal 2002 dall’Aur.  Previsto anche il rilancio della rivista semestrale, in cartaceo e on line, che già da questo numero ospita dati ma anche interventi di osservatori ed esperti.

Conclusioni

Che si dovesse mettere mano all’Aur è cosa che la stessa precedente giunta Marini aveva in animo di fare, come peraltro pensava per tutte le altre partecipate.  Il commissariamento è di per sé segnale di anomalia, di un male che va indagato e soprattutto curato. Alessandro Campi ha indubbiamente iniziato un lavoro di razionalizzazione e riorganizzazione che va nella direzione della normalizzazione funzionale. Occorre però, ora, far lavorare davvero l’Aur in prospettiva concedendogli strumenti utili e risorse. Di certo la precarietà gestionale è il principale nemico della progettualità. Il mandato di Alessandro Campi scade a giugno. A quella data si spera che il commissariamento termini davvero e si conosca chi ci sarà, in forma manageriale, alla guida.

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