Le bellissime scene della Passione di Cristo negli affreschi pregiotteschi di San Pietro in Valle

FERENTILLO – Nella settimana che, per il mondo Cristiano, precede la solennità della Pasqua, si ha una delle principali celebrazioni che rievocano l’entrata trionfante  in Gerusalemme del figlio di Dio: la Domenica delle palme OSANNA AL FIGLIO DI DAVID – BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE.  Cosi, il popolo prostrato e festante  riceveva con palme e tappeti Cristo seduto sull’umile asinello. Cristo poi sarà condannato a morte  per crocifissione anche e soprattutto da questo popolo che tanto lo ha osannato: OSANNA OSANNA, CROCEFIGGI CROCEFIGGI. Questo evento, è stato segnato e immortalato da sempre, da artisti nel corso dei secoli già dai primi albori del cristianesimo. Raffigurazioni che si rifanno sul narrato evangelico della  Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, affreschi, sculture ecc.

Andiamo a vedere i più antichi  esistenti  in Valnerina. L’aula abbaziale di San Pietro in Valle Suppegna a Macenano conserva quel famosissimo ciclo di affreschi pregiotteschi risalenti al 1180/90 raffiguranti l’Antico e Nuovo Testamento. Abbiamo parlato in diverse occasioni di queste opere, ma  in questa occasione,  tre quadri, ci interessano in modo particolare che vale la pena ricordare. Ddiamo una sintesi sul ciclo pittorico unico nel suo genere. Innanzitutto gli affreschi furono riscoperti da Giovanni Catena spoletino nel 1872 durante i primi interventi di recupero e restauro. Altro intervento di restauro fu realizzato nel 1930. Ecco si distingue su tre registri  per parte sulle due pareti, anche se alcune scene sono andate perdute e altre realizzate da una diversa mano dell’ originale.

I tre quadri che vogliamo illustrare sono situati sulla parete che guarda verso il chiostro. L’ ENTRATA A GERUSALEMME  è  rappresentata in modo assai scenografico.

Gesù è al centro della scena seduto sul somarello, con la mano destra benedice il popolo con la sinistra tiene in mano un rotolo di pergamena; attorno gli apostoli che lo circondano e proteggono,  cercando di evitare la folla. I volti degli apostoli sono privi di espressione, ma le gesta delle mano e il movimento dei corpi e il drappeggio degli abiti, danno una vitalità alla scena creando, una sorta di risposta alla staticità del Cristo, che con il suo volto barbuto e serio guarda impassibile di fronte a lui il popolo che lo esulta da dentro la città. Altro scenario  riguardala città di Gerusalemme, racchiusa tra le mura, mentre alla porta della città un gruppo di popolani fuoriesce dal perimetro dell’ arco con gesta festose e osannati. Un angelo in volo guarda la scena dall’alto sopra la città.

L’ altro dipinto molto rappresentativo è  la LAVANDA DEI PIEDI.

Anche qui la scena si svolge in un atrio di un palazzo. La vasca è rialzata come era in uso a quel tempo in quel territorio. Cristo è  attorniato anche qui dagli Apostoli i quali sono asserviti nell’azione del maestro. La meraviglia traspare dai loro volti; oltre la lucentezza degli sguardi e le accentuate tonalità dei drappeggi. Scompaiono purtroppo i volti del Cristo, e di alcuni personaggi a lui prossimi nella scena.

L’ altro quadro assai significativo è L’ ULTIMA CENA.

Un grande tavolo con al centro un grande pesce troneggia tra varie ciotole e pagnotte di pane; Cristo è a capo tavola sulla sinistra e tiene poggiato al petto l’Apostolo Giovanni; il pesce, mette in secondo piano tutti i personaggi disposti attorno, compreso il Cristo. Il pesce rappresenta infatti uno  simboli eucaristici insieme all’ Agnello. Simboli che si possono scorgere nelle catacombe, nelle chiese e luoghi di culto risalenti ai primi secoli del cristianesimo. Anche queste tre scene, sono completate da cornici dipinte e decorate con volute, mentre emerge il TITULUS con la dicitura della rappresentazione. Bellissimi i personaggi riprodotti. I volti degli apostoli anche se con accenti marcati, rappresentano il primo passo della pittura di scuola romana  antecedente il Cavallini. All’ autore di questo ciclo pittorico in San Pietro in valle, denominato MAESTRO DELLA CREAZIONE, va il merito di averci lasciato un grande patrimonio storico artistico riconosciuto in tutto il mondo.

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