L'economia al tempo di Francesco, il Papa torna ad Assisi

ASSISIUn luogo per tutti. E su tutto, certo, il mondo cattolico che però include da sempre quello laico. E perfino realtà ostili o presuntamente tali. Nel nome di Francesco, Assisi, propone il dialogo. E in tanti accettano di sedersi l’uno accanto all’altro, a perpetrare quel colloquio tra il Poverello arrivato a Damietta per incontrare il Sultano al-Malik al’Kamil.

Più recentemente è stato Giovanni Paolo II a chiamare ad Assisi il 27 ottobre del 1986 i rappresentanti di tutte le religioni e fedi per la Prima giornata di preghiera, alla quale altre ne sono seguite altre perpetrate anche dai suoi successori, Benedetto XVI e Francesco. E proprio il Papa argentino, ora, ha deciso di mettere la città del Poverello al centro di un nuovo dialogo dalla tematica molto legata alla realtà terrena alla quale questo pontefice fa peraltro costante riferimento, individuandone i mali, le storture, gli egoismi, le indifferenze, le ingiustizie, le crudeltà.

Così, dal 26 al 28 marzo 2020,  Assisi ospiterà The Economy of Francesco, tre giorni in cui giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo “senza distinzioni di credo o di nazionalità” specifica nella sua lettera di “invito”, saranno chiamati ad avviare un processo di cambiamento globale perché l’economia di oggi e di domani possa considerare, oltre alle logiche del profitto, i bisogni imprescindibili dell’equità, della ripartizione, dell’inclusività e della sostenibilità “senza lasciare nessuno indietro”. Si prevedono in sostanza laboratori, manifestazioni artistiche, seminari con i più noti economisti ed esperti dello sviluppo sostenibile e delle discipline umanistiche che rifletteranno e lavoreranno insieme ai giovani. A giugno 2019 si apriranno le candidature per partecipare all’iniziativa. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.francescoeconomy.org  
 

L’evento è organizzato da un Comitato composto dalla Diocesi di Assisi, dal Comune di Assisi, dall’Istituto Serafico di Assisi e da Economia di Comunione che, proprio nel dare l’annuncio, nella nota stampa fanno presente:  “Nella Lettera Enciclica Laudato si’, il Santo Padre ricorda che tutto è intimamente connesso e che la Terra è la nostra ‘casa comune’, pertanto lancia un appello per la sua difesa e per quella dell’intera umanità che la abita. Un monito che mette in guardia da un incauto sfruttamento delle risorse e da una politica miope che guarda al successo immediato senza prospettive a lungo termine. Partendo dall’esempio di San Francesco, è dunque necessario ricostruire una nuova ecologia integrale, inseparabile dalla nozione di bene comune, che deve attuarsi attraverso scelte solidali sulla base di ‘una opzione preferenziale per i più poveri’, partendo ‘dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale'”.
In particolare Luigino Bruni, direttore scientifico del Comitato, afferma: “L’invito di Papa Francesco ai giovani economisti è un evento che segna una tappa storica, perché si uniscono due grandi temi e passioni del Papa: la sua priorità per i giovani e la sua sollecitudine per un’altra economia. Stiamo invitando, a suo nome, alcuni degli economisti e imprenditori più sensibili allo spirito dell’Oikonomia di Francesco (Francesco di Assisi e Papa Francesco), per poter dare ai giovani il meglio delle riflessioni e prassi economiche di oggi nel mondo. La parola Oikonomia evoca insieme tante realtà: la radice greca richiama le regole della casa ma rimanda anche alla cura della casa comune, all’Oikos. E ci riferiamo anche all’Oikonomia intesa dai Padri della Chiesa come categoria teologica di salvezza universale. Assisi è parte essenziale, perché è una città-messaggio di una economia diversa. I diversi luoghi della città di Assisi, ospiteranno il programma dell’evento costruito attorno ai tre pilastri dell’Oikonomia di Francesco: i giovani, l’ambiente, i poveri”. 
Onestamente, la domanda che talvolta si fa in presenza di simposi dove gli egoismi sono evidenti e di parte è: “Servira?“. Per quanto può valere, in base alla nostra modesta esperienza di cronisti che ad Assisi hanno vissuto momenti di confronto importanti per non dire epocali, questo è un evento che si celebra in un luogo dove l’agnosticismo, il disinteresse verso ogni genere di problema dell’umanità è fuori luogo, difficile da sostenere, stride con il contesto e invece, spesso, si materializzano il rispetto e la speranza nell’altro. L’auspicio è che chi dal 26 al 28 marzo 2020 arriverà ad Assisi, ne sia consapevole. E chi non è, lo diventi almeno un po’ di più

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