Lucia Fiumi: "Partecipazione e condivisione per il futuro della cultura in Umbria"

Salutiamo con una certa moderata soddisfazione il fatto che stiano iniziando ad arrivare prese di posizione e relativi impegni da parte dei candidati alla vigilia delle prossime Elezioni Regionali per quanto riguarda il futuro della cultura in Umbria. Oggi pubblichiamo l’intervento di Lucia Fiumi, Partito Democratico.
Lucia Fiumi
“Il patrimonio culturale e ambientale dell’Umbria – afferma Lucia Fiumi – è uno dei più importanti a livello nazionale. La nostra Regione conserva questo primato nonostante le ridotte dimensioni territoriali. Questo ultimo aspetto, che per alcuni versi può essere considerato un limite, per altri può rivelarsi come un’opportunità. Conservare, valorizzare e potenziare la ricchezza culturale e ambientale di una regione, infatti, è un percorso da attuare attraverso la costruzione di reti che riportino al centro dell’azione gli attori locali (cittadini, associazioni, istituzioni, enti) con le loro competenze, le loro idee, i loro progetti, in un processo caratterizzato da partecipazione e condivisione. Tutto questo in un’ottica di crescita e di apertura verso progetti culturali di qualità e di respiro internazionale tenendo sempre, però, come punto di partenza il coinvolgimento degli operatori locali.
Solo una cultura autentica e vera, non mediata da altre urgenze, potrà creare le basi per rafforzare il senso di comunità nella nostra regione.
E’ questo il passaggio più importante: la cultura – prosegue Lucia Fiumi – può migliorare la qualità della nostra vita. Troppo spesso si sente parlare della cultura soltanto come un mezzo, un tramite per lo sviluppo turistico dei territori. La cultura in tal senso deve rappresentare un punto di arrivo e non di partenza. Alla radice devono esserci ragioni autentiche espresse attraverso relazioni e reti sostenute e rafforzate dalle istituzioni, laboratori creativi, dove anche le più piccole comunità possano diventare protagoniste e vedere valorizzate le proprie peculiarità e specificità.
Solo così la cultura può diventare spinta per il turismo, attraverso nuove forme di cooperazione con le diverse realtà locali, attraverso un’apertura al privato in senso complementare  e non come sostituto dell’elemento pubblico.
La cultura che fa rete è una cultura aperta che ha le potenzialità per diventare un modo di ‘leggere’ i vari aspetti della vita di tutti noi, è un modo di riconnettersi tra cittadini e con le proprie comunità, un modo per vincere l’esclusione e la marginalità.
Questi – conclude Fiumi – sono gli aspetti che faranno delle comunità della nostra regione dei modelli da seguire e dei poli di attrazione per un turismo “intelligente” e lontano da quel modello “mordi e fuggi” che ha condizionato nel tempo lo stile di vita dei cittadini umbri.
Un processo ‘rovesciato’ che parta dall’esigenza dei cittadini, delle comunità, che sia rivolto al loro benessere e soltanto i seguito a tali premesse arrivi al pieno sviluppo turistico della nostra regione”.

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