L’Umbria non conosce equilibrio tra Spoils System e Merit System

PERUGIA – Esiste una differenza fondamentale tra il sistema democratico americano e quello italiano. Se negli Stati Uniti sin dai primi decenni del XIX secolo si parlava già di Spoils System, vale a dire dell’impossessamento degli incarichi nella pubblica amministrazione e più in generale del potere decisionale e politico in base alla regola che il “bottino” sottratto al “nemico” passa nelle mani del vincitore, imponendo così la legge della maggioranza e designando anche un’idea di confinamento delle minoranze ai margini della vita sociale e civile, l’America è anche il Paese dove con maggiore evidenza si impone anche un “merit system”, vale a dire un sistema che offre pari opportunità di partenza per raggiungere gli obiettivi prefissati e il riconoscimento sociale di questo merito. SI potrà obiettare che in realtà quel che conta negli Stati Uniti in fin dei conti è soltanto la capacità di produrre denaro e ricchezza, il dollaro e dunque il lavoro e il risparmio come principi primi che muovono l’intero sistema secondo quando Adam Smith aveva predetto. Detto questo l’America è anche il Paese dove si è formata l’idea della politically correctness e del principio del riconoscimento dei diritti civili e sociali, minoranze comprese, anche se tutt’oggi permangono evidenti contraddizioni sociali come ad esempio il sistema sanitario nelle mani dei Lloyd e dei privati. Distante dal modello americano, ma fondato più o meno sugli stessi principi dello Spoils System, in Italia per anni la ripartizione del potere politico si è fondata su una applicazione pedissequa del manuale Cencelli, che prevede una suddivisione proporzionale in base ai consensi ottenuti dalle forze politiche. Più in generale l’applicazione dello spoils system, vale a dire di una gestione predatoria dei sistemi politici-amministrativi, dai più grandi come il Parlamento, via via sino ai più piccoli, passando per Regioni, Province e Comuni non è mai stata controbilanciata da un merit system che offrisse anche un principio di equanimità ed equilibrio nella gestione del potere. Né a sinistra, che ha dimostrato tutti i suoi limiti in questo senso nelle note vicende sfociate nelle indagini sui concorsi truccati (anche se episodi simili di clientelismi e nepotismi sono diffusissimi in tutto il Paese), né ora a destra, che, almeno in Umbria, si assiste alla “calata dei veneti” nei gangli della gestione del potere, a cominciare dai settori chiave della sanità e dell’informazione. Sinché la politica assumerà come determinanti questi paradigmi nella gestione del potere, non usciremo dalle “predazioni” e dai “conflitti” che si generano nel presunto diritto di “sottrarre il bottino” al nemico.

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