Lungo i torrenti Tessino e Serra fra Terni e Spoleto ridenti paesini tra il verde dei boschi

TERNI – Dal 202 a.C. che il territorio ternano e’ unito a quello spoletino attraverso una via di comunicazione “diverticulum Flaminiae”,  più importante di quella via Consolare che attraversava la citta’ di Carsulae. Quindi passando da Terni e percorrendo questa strada si incontrano una serie di paesi, antichi castelli chiese conventi e abbazie immerse nel verde incontaminato di una vallata solcata da numerosi corsi d acqua e torrenti alluvionali stagionali come il Serra. E’ la Valdiserra che ci aspetta, immobile e silenziosa con il suo bagaglio ricco di storia e curiosità.

A metri 735 sul livello del mare, tra Colle Licino e la Castagna, si incontra l’abitato di Cecalocco. Scorgendo lo sguardo in alto  si può notare  il castello di Battiferro e Valle di San Martino con Strettura. La Flaminia risale per la Somma;  a monte Acetella  1016 metri sul livello del mare, si erge Montebibico, successivamente, uscendo dalla galleria della somma, verso Spoleto, Acquaiura, Sustrico, più in alto Patrico e lo spettacolare Monteluco, Catinelli e Pincano, territorio attraversato dal fosso Tessino. Un territorio questo, da sempre abitato dagli antichi umbri. La “somma” addirittura riconduce al dio etrusco “Summano”. Una storia lunga e affascinante scorrerie di popoli e civilta’: etruschi, umbri, romani. Questa volta ci soffermiamo a parlare di due castelli strategici di questo territorio ossia Battiferro e Torrecola, tra boschi, castagneti, ruscelli chiese e edicole religiose.
Cecalocco, agglomerato di case con al centro dell abitato l’edificio religioso della Madonna del Rosario risalente alla fine del XVI secolo. Tutta in pietra, campaniletto a vela, con due fornici, portale architravato architrave sostenuto con due mensole, piccola abside,  un vero gioiellino.due finestrelle ai lati del portale. L’ interno conserva una statua della Madonna del Carmelo con vestito di stoffa ricamato, bella la fattura artistica delle teste della Madre e del Figlio. Fino a poco tempo fa, si svolgeva un singolare presepe. Su una casa, esternamente, si può ammirare un affresco raffigurante Madonna col Bambino tra Sant’ Antonio e San Francesco. Uscendo da Cecalocco, su una collinetta, si incontra la antichissima chiesa di San Giovenale e stabili annessi in parte diruti. Il campanile, in origine era una torre di avvistamento risalente al XI secolo. La torre era inserita in un sistema di avvistamento, con Battiferro e versante ternano con Cesi. L’ interno, un tempo,  era ricco di suppellettili e opere d’ arte, ormai trafugate, visto lo stato di isolamento ed abbandono in cui ha versato l’edificio per tantissimi anni. Copertura a capriate, pavimento in cotto. Sulla parete dell’altare si può vedere una Annunciazione con la data 1642. L’ abside produce un altro affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra San Giovenale e San Francesco Saverio; sulla parete di destra San Carlo Borromeo; a seguire altro dipinto raffigurante Santi Francescani.
La chiesa e’ affiancata da alcuni ruderi probabilmente antico insediamento conventuale. Il percorso, prosegue nel fitto bosco, per poi raggiungere Battiferro da dove si può ammirare la Valle del torrente Serra e la conca ternana. Le sue origini si fanno risalire a prima del 1190, quando era governato da feudatari come Tiberio da Battiferro, e successivamente fu governato Transarico di Rustico. Quest’ ultimo feudatario affido’ Battiferro alla protezione di Spoleto. Rustico Cazuni confermo tale donazione.
Qui la chiesa dei “Santi di Battiferri” fu possedimento dei Benedettini Cistercensi. Nel 1241 questo territorio  viene confermato a Spoleto da Federico II, mentre Scoppio e la Castagna nel 1247 dal Cardinale Raineiro Capocci. Il Minervio ci informa con i suoi scritti, che nel 1410, Battiferro fu occupato, a causa del tradimento da parte di Ricciardo da Montereale, ma successivamente ripreso da Spoleto. I traditori furono uccisi. Nel 1417 Battiferro fu occupato da Cola di Giovanni, e dal figlio imponendo la loro signoria. Interessante partecipare alla festa, una volta l’anno e varcare la “chiesa dei Santi” dove al suo interno si possono ammirare affreschi e votivi del primo cinquecento ad opera di Orlando Merlini come: le Sante Lucia, Caterina, e San Giuliano, la Madonna e San Benedetto.
Poco distante, lungo l’interessante itinerario troviamo la Chiesa di Sant’Adriano  con i preziosi dipinti della scuola di Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna. Nell’ abside, precisamente nella calotta, si può ammirare l’ Onnipotente in trono tra angeli; nel tamburo la Madonna con i Santi Tommaso, Benedetto e Sebastiano. Due dipinti votivi raffiguranti la Madonna sono datati 1516. Una dedica votiva espressa sotto due figure di Santi recita: DE PIER IOHANNI FECE FARE PER VOTO ALERUCCIA DE FRANCISCU 1530. La Valle di San Martino ci accoglie con le sue tradizioni, storia e arte. Le abitazioni, tutte in pietra, testimoniano la storia antica del castello di montagna, con viuzze, avanzi di torrioni e due singolari edifici di culto.
La chiesa di San Martino edificata attorno al XV sec.  vale la pena visitare per i suoi affreschi rinascimentali. Facciata a capanna,  campanile a vela a tre fornici sul timpano;  navata unica  con absidiola. I dipinti sono meravigliosi, realizzati da allievi della scuola dello  Spagna: nel catino absidale, l’Onnipotente in trono tra nubi e teste di cherubini; nel tamburo i Santi: Antonio Abate, il Battista, Barbara, Agata, si legge la commissione: HOC OPUS FECIT FRATERNITAS A SANCTO ANTONIO 1542; altro dipinto una Crocefissione con l’Addolorata e l’Evangelista Giovanni. Del 1572 sono altri dipinti sovrapposti, raffiguranti un’ eremita e alcuni angeli che raccolgono nel calice il sangue di Cristo. Ma la chiesa, nella sua semplicita’, sulle pareti,  mostra altre opere d’arte in affresco di apprezzato valore artistico. Alcuni votivi del XV-XVI secolo, bellissimo un San Sebastiano  di Giovanni di Girolamo Brunotti; altri votivi raffigurano la Madonna col Bambino e Sant’ Antonio Abate: HOC OPUS FECIT FIERI MAOLUS  MASICTI. Tanti sono i votivi dipinti sia sul catino absidale, sul tamburo, che sui pilastri tra cui i Santi Sebastiano e Rocco, patroni contro la peste. Giunti a Torrecola, sul sentiero che sosta alla localita’ Somma, il gioiello dell’edificio religioso dedicato ai Santi Filippo e Giacomo. Al suo interno affreschi votivi del tardo XVI secolo. Preseguendo il percorso, dopo essersi dissestati ad una fonte naturale di acqua cristallina e freschissima, entriamo nel territorio del comune di Spoleto: Acquaiura, Valdarena.  Sustrico castello del XIII sec. appartenuto alla famiglia Leti. Da qui si risale il monte Fionchi a 1337 metri sul livello del mare; ma di questo, ne tratteremo in un altro itinerario.

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