FOLIGNO – E’ di fatto, ad oggi, l’unico libro che affronta un tema così specifico nell’arco di ben quattro secoli. E siccome di pasta si parla, vale a dire l’alimento che contraddistingue il nostro Paese nel mondo, allora il gustoso interesse è giustificato. Del primato della loro ricerca sono garanti proprio gli autori, Fabio Bettoni e Bruno Marinelli, cui si deve la pubblicazione “Maccheroni Vermicelli Tagliolini. Paste alimentari a Foligno tra Seicento e Novecento” data alle stampe dall’editore folignate “Il Formichiere”, sempre attento alla valorizzazione di tematiche locali. E del resto il prestigio di coloro che hanno realizzato la ricerca (divenuta libro grazie agli auspici del Gal “Valle Umbra e Sibillini”) è il sigillo di qualità in uno studio che non ha precedenti. E che, a ben guardare, suggella anche la vocazione di Foligno ad essere il luogo in cui si svolgono “I Primi d’Italia”, il festival dedicato proprio ai primi piatti. “Questo libro – sottolinea Marcello Cingolani de ‘Il Formichiere’ – racconta come, pur in una piccola realtà di provincia, si sia sviluppata dapprima in modo artigianale e via via sempre più a livello industriale, una delle attività che maggiormente caratterizza i nostri tempi: l’industria del cibo e in particolare del piatto principe della cucina italiana: la pasta. Conoscere come a Foligno è nata la produzione e la commercializzazione della pasta, quali famiglie, quali produttori, quali commercianti, attraverso una vasta documentazione, dal Seicento al Novecento, ci rende più consapevoli di far parte di un universo più che mai attuale, forchettata dopo forchettata”.
Una tradizione che parte da lontano: “Che la pasta alimentare fosse conosciuta e consumata in Foligno e dintorni già nel Cinquecento – spiegano Fabio Bettoni e Bruno Marinelli – lo testimoniano tracce documentarie sporadiche ma significative, come il nome, o soprannome, di ‘maccarone’ che portano il padre di Pierdonato di Trevi, il figlio del defunto Pierangelo del villaggio di Fondi tra i monti di Foligno, il nonno di Piergentile di Sebastiano di Bevagna ed il locandiere Simone di Matteo Trabalsochi del villaggio di Valle; la ‘cocchiara da maccaroni’ presente nell’inventario dei beni ereditari di un altro locandiere, Sante alias Guercio di Bernardino, e di quelli del nobile Cello Nuti; e, forse, la ‘ratta cascio’ o ‘gratta cascio’ che figura tra i beni Relitti da Lauro Barbati, fratello del celebre poeta Petronio e suocero dell’altrettanto famoso poeta Vincenzo Jacobilli”. La presentazione del libro si è tenuta giovedì 16 maggio a Palazzo Candiotti, a Foligno: “Questo libro vuole fornire un primo approccio d’insieme, e, muovendo dal 1648, si spinge fino agli anni Trenta del Novecento – ha sottolineato il professor Fabio Bettoni – con ciò attraversando la lunga fase di transizione dalla bottega artigiana, ove produzione e vendita delle paste si combinavano tra loro, alla fabbrica industriale della ditta Fratelli Pambuffetti della quale facciamo conoscere il profilo al 1938, anno nel quale poteva dirsi concluso il processo di adeguamento alle nuove tecniche produttive e alle relative tecnologie”. Duecentonovanta anni di storia filtrati dai profili biografici di una quarantine dl pastai, delineati nei loro contesti familiari e relativi contorni sociali.
Maccheroni, lasagne e tagliolini figurano nel tariffario dei generi in vendita nelle botteghe del pizzicagnoli folignati solo nel 1644 (ma non si può escludere che vi fossero notificazioni precedenti) e per avere notizia di una prima bottega “nostrana” in cui la pasta venisse prodotta meccanicamente e posta in vendita, bisogna attendere proprio il 1648.
“Come Gal Valle Umbra e Sibillini abbiamo sostenuto con grande convinzione la pubblicazione del racconto storico di una delle più importanti e caratteristiche attività agroalimentari del territorio folignate – commenta Giampiero Fusaro, presidente del Gruppo di Azione Locale – a maggior ragione perché è stato eseguito da due illustri studiosi come Fabio Bettoni e Bruno Marinelli, ai quali va il più sentito ringraziamento per aver tracciato un quadro assolutamente esaustivo di una realtà produttiva che ha contraddistinto a tal punto Foligno nei secoli da farne un riferimento essenziale per gli appassionati della pasta. Non a caso, infatti, ogni anno decine di migliaia di persone vengono in città per partecipare ad un evento come ‘I Primi d’Italia’, capace di esaltare le più sane abitudini alimentari collegandole alla nostra cultura, alla nostra storia ed alle nostre tradizioni. Anche sotto questo punto di vista, per capire bene l’origine dei maccaroni, dei vermicelli, dei tagliolini e di tanti altri tipi di pasta, il libro di Bettoni e Marinelli costituisce un caposaldo essenziale, un riferimento sicuro in particolare per le nuove generazioni”.