Manuel Magrini: “Sperimentare più generi significa avere più lingue con cui esprimersi”. Il pianista assisiate alla prova domani con musiche di Mozart

PERUGIA – Nel mondo della musica, talvolta emergono talenti eccezionali in grado di stupire il pubblico con la loro abilità e creatività. In Umbria e non solo, uno di questi artisti è sicuramente Manuel Magrini, un giovane e talentuoso musicista che sta guadagnando sempre più attenzione nel panorama musicale internazionale. Attraverso il suo straordinario virtuosismo e la capacità di spaziare tra diversi generi musicali, Magrini si sta affermando come uno dei musicisti più versatili del suo tempo che domani potremo ascoltare anche a Perugia.

L’appuntamento è infatti per sabato 29 luglio ore 19 al Chiostro della cattedrale di San Lorenzo dove Magrini insieme al pianista Marco Scolastra, si esibirà con l’Orchestra da Camera di Perugia con musiche di Mozart e dello stesso Magrini nell’ambito della rassegna musicale e scientifica  “Sincromie. Blu, giallo e rosso”.

 

 

Nato ad Assisi classe 1990, fin dall’infanzia dimostra una straordinaria predisposizione per la musica e un innato talento per suonare vari strumenti. A soli cinque anni, ha iniziato a studiare il pianoforte e in breve tempo ha dimostrato una padronanza notevole. Una delle caratteristiche distintive di Manuel Magrini è sicuramente la sua straordinaria versatilità. Mentre molti musicisti si specializzano in un genere specifico, Magrini si sente a suo agio sia nel mondo della musica classica che in quello del jazz.

Dalla prima lezione di piano ho iniziato a comporre. – racconta Magrini ai microfoni di Vivoumbria – Il mettere insieme suoni, mi dava motivazione per suonare e imparare, infatti a 14 anni ho inciso due primi dischi ‘casalinghi’ e ho iniziato a studiare improvvisazione. Ho scoperto il jazz a 12 anni grazie alla canzone “In a sentimental mood” di Duke Ellington & John Coltrane e lì sono rimasto folgorato.  Tuttora questo pezzo rimane il più importante della mia vita. Da quel momento mi sono interessato ai più grandi pianisti jazz, all’arte dell’improvvisazione e della contaminazioni musicali”.

Una delle caratteristiche distintive di Manuel Magrini è sicuramente  la sua straordinaria versatilità. Magrini si sente a suo agio sia nel mondo della musica classica che in quello del jazz e non ha paura di sperimentare, perché contaminandosi la musica è in grado di generare soddisfazioni inaspettate e inattese, per i musicisti e per il pubblico.

Ogni genere musicale rappresenta e crea nella mente di un musicista una certa mentalità: motivo per cui per suonare bene alcuni generi, è necessario frequentare e conoscere la cultura dalla quale sono nati. Il jazz, ad esempio, nasce dall’incontro fra due culture, dallo sviluppo armonico europeo unito al groove e al ritmo africano.” afferma Magrini.

“Sperimentare e conoscere più generi permette di avere più ‘lingue’ con le quali esprimersi. – continua Magrini parlando del jazz – quando suono jazz o interpreto un brano di musica classica alcune cose cambiano: il gesto e il suono, come lancio le mani sul pianoforte, ad esempio. Il mio obiettivo è essere un ‘musicista creativo’ che cerca di trovare un suo ‘sunto’ creativo per cui applica la sua idea ai vari generi, quasi come se non appartenesse a nessuno. La contaminazione in questo caso è fondamentale. Quando mi viene chiesto di fare operazioni come quella che farò domani, per cui prendo Mozart e creo delle improvvisazioni, anche lì bisogna prendere il materiale e pescare da altri stili e altre sonorità. Tutto questo mi permette di spaziare e di comporre in maniera stimolante, ed è proprio nella composizione e nell’improvvisazione che sta il cuore del mio personale ‘sunto’.

 

 

“Per ora ho un nuovo disco in lavorazione  – confessa – e qualche concerto già confermato all’estero. Mi piacerebbe approfondire alcuni artisti: uno su tutti è il pianista armeno Tigran Hamasyan che ha vinto numerosi premi e crea un sunto incredibile, davvero particolare con tipi di musica molto diversi soprattutto conservando musiche armene. Sto approfondendo Brahms, stessa cosa per alcuni gruppi che mi piacciono molto come i Sigur Ros o i Radiohead ma soprattutto vorrei trovare cose nuove da approfondire”.

Guardando al futuro, è evidente che Manuel Magrini continuerà a lasciare un segno indelebile nel mondo della musica. La sua dedizione all’arte e la sua sete di esplorazione musicale lo porteranno a realizzare progetti sempre più ambiziosi ed emozionanti.

 

Foto di Marco Giugliarelli

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