Marco Vinicio Guasticchi lascia il Pd: “Quel partito come lo avevamo sognato non esiste più”

PERUGIA – Niente più tessera del Partito Democratico. Dopo, peraltro, un intenso impegno politico. Marco Vinicio Guasticchi è stato presidente della Provincia di Perugia e consigliere in Regione, con trascorsi di amministratore e presidente del Consiglio al Comune di Perugia. Funzionario di un istituto di credito internazionale e dirigente nazionale di un importante sindacato bancario, ha annunciato la sua uscita dal Partito Democratico non rinnovando la tessera e creando un inevitabile clamore anche fuori del partito.

LE MOTIVAZIONI 

Ecco il perché della decisione.

“Il PD come lo avevamo sognato ed agognato nel 2007 non esiste più, anzi vorrei dire non è mai esistito. Purtroppo da quell’ormai lontano 2007 ovvero dal giorno in cui noi tutti credemmo che in Italia potesse nascere un nuovo progetto politico in grado di evolvere le varie ideologie, ad oggi nulla di tutto ciò si è realizzato. Anzi c’è stata una involuzione. Da partito potenzialmente progressista a ritorno alle vecchie logiche staliniste. E la cosa che più mi colpisce che i nuovi leader sono di mezza età, politicamente usurati che invece di includere si impegnano ad escludere chiunque non la pensi come loro. Ho atteso quasi due anni dalla sconfitta elettorale nella speranza che qualcuno si impegnasse a fare in analisi della sconfitta, ma tutto tace. Mi rendo conto con amarezza che ha vinto l’oscurantismo politico di una oligarchia figlia degli errori politici commessi da tutti noi. Quindi non rinnoverò la tessera del Pd per tornare ad essere un uomo libero in grado di difendere i miei diritti e quelli di tanti altri, sostenendo gli amministratori capaci e rigettando le risse da pollaio che oggi caratterizzano il partito in cui ho militato per tanto tempo. Dalla politica ho avuto molto ed ho dato molto, con onestà e capacità riconosciute dai più. È da uomo libero che continuerò a far politica fuori dagli schemi tradizionali anche perché molti amici me lo stanno chiedendo. Non ho accettato proposte di impegno diretto per organizzare nuovi partiti, sarei stato patetico, ed oggi più che mai ritengo che la dignità sia un valore assoluto da difendere. Sto vivendo una stupenda esperienza professionale di grande appagamento e questo mi basta. Mi augurerei che la soddisfazione professionale possa essere conosciuta anche dai nuovi leader del Pd, in quanto la politica non è una professione ma un servizio che deve avere un principio ed una fine ben definita. Saluto tutte le persone perbene che ho incontrato nella mia esperienza politica e nel Pde gli auguro di poter cambiare qualcosa. Io non ne sono stato capace ed è stato il mio più grande fallimento”.

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