Minuetto suona per Mimì a Calvi dell'Umbria

Mia Martini

CALVI DELL’UMBRIA – “Quella sera Mia stava proprio bene, iniziò a cantare senza neppure il soundcheck e fu un concerto memorabile”.
Marcello Spiridioni, tecnico di mastering della Rca ma soprattutto amico di Mimì, racconta gli otto anni trascorsi dalla cantante a Calvi dell’Umbria.
Era proprio il 14 maggio del 1991 quando Mia Martini dopo tante insistenze decise di omaggiare il paese umbro che l’ospitava con una sua esibizione in piazza durante la festa del patrono San Pancrazio.
Di quegli anni è rimasto un ricordo indelebile in tanti abitanti di Calvi.
Mimì a Calvi dell'Umbria“Sul film di Raiuno – racconta la vedova dell’allora sindaco Silvano Lorenzonise ne parla poco, ma quella in piazza fu una serata importante. Mia fece anche la presentatrice e prima di cantare “La nevicata del ‘56” scherzò sulle condizioni meteo che rischiavano di compromettere il concerto. Ma andò avanti lo stesso e non volle una lira dagli organizzatori”.
“Un giorno Mia – ricorda Spiridioni – mi chiamò dicendomi che era disponibile per il concerto e mi chiese di curare personalmente la serata. Insieme a Fabrizio Fabbri, presidente della Pro loco, seguimmo tutti i dettagli. Prima di cantare Mimì fu ospite a casa di mia madre a pranzo. Il concerto fu diviso in due tempi: il primo per piano e voce accompagnata dal suo tastierista storico Stefano Senesi e il secondo dalle basi. Per l’occasione interpretò anche “La donna cannone” di De Gregori. Per Calvi fu una cosa unica. Conservo ancora tra le cose più care una registrazione audio molto suggestiva di quella serata: in sottofondo si sente anche il rintocco delle campane dell’orologio della piazza Mazzini dove fu allestito il palco. Sarebbe bello renderla pubblica, magari con qualche iniziativa da organizzare proprio a Calvi”.
Mimì a Calvi dell'UmbriaFurono anni difficili per Mia Martini che però in paese trovò un clima familiare e tante attenzioni.
Nel piccolo borgo umbro in provincia di Terni ci arrivò quasi per caso. A Calvi raccontano che una delle sorelle fu nominata presidente di seggio elettorale nella vicina Magliano Sabina e così venne a sapere che in zona c’era un casale che poteva fare al caso di Mimì. La cantante voleva staccare la spina e ritirarsi lontano da tutti. Santa Maria della Neve fu il suo rifugio dal 1986 al 1994. La casa, all’epoca tutta verde e ora ritinteggiata di rosa, si trova lungo la strada e ha un ampio giardino intorno. Ad affittarla fu proprio l’ex sindaco di Calvi, ora scomparso.



La moglie, ancora commossa, ci accoglie nel piccolo negozio di generi alimentari che gestisce a pochi passi dalla casa che ospitò la cantante. “Ho ancora negli occhi – dice – l’immagine di Mia affacciata al terrazzo di casa nostra che scopre le campagne umbre. D’estate era spesso fuori in tournée, ma d’inverno era sempre qui. Faceva una vita molto ritirata, ma tutto il vicinato le voleva bene. Al pian terreno della sua casa c’era la taverna e la cucina con le spezie calabresi che usava per cucinare, mentre le camere da letto erano al piano di sopra.
Mimì a Calvi dell'UmbriaCapitava di frequente che qualcuno chiedesse informazioni in paese per sapere dove si trovasse la sua abitazione.
Mi vengono ancora I brividi pensando a quando ci fece ascoltare “Almeno tu nell’universo” prima di portarla a Sanremo. Ci chiese cosa ne pensavamo e noi, pur non essendo degli esperti, restammo senza parole per quanto era bella. Lei – prosegue con gli occhi lucidi – ci rassicurò sul fatto che non ci avrebbe lasciato anche se avesse vinto il festival. In effetti ottenne il premio della critica che ancora oggi porta il suo nome, ma dopo Sanremo tornò a Calvi a riabbracciarci”.
“Mia – raccontano a Santa Maria della Neve – amava guidare la sua vecchia e inseparabile Ford Fiesta azzurra. A volte partiva anche in piena notte per raggiungere i suoi amici a Roma”. E non poteva fare a meno delle sue Marlboro morbide che il tabaccaio del paese ordinava appositamente per lei. “A Calvi – dice Sabrina Ceccotti che per molti anni ha abitato in paese – non passava di certo inosservata. La ricordo ancora in piazza con il cappello e i vestiti “hippy” che andavano all’epoca. Qualche volta accompagnavo un mio amico, suo fan sfegatato, sotto la casa e aspettavamo per ore che uscisse”.
“All’inizio – riprende Spiridioni – non fu per nulla facile farla ambientare nel piccolo borgo umbro. Qualche volta Mauro Pacelli ci chiamava per delle interviste a Radio Narni. E partecipò anche a un evento per l’Epifania al teatro Manini. Ma le giornate in paese erano lunghe. A casa sua avevo allestito un piccolo studio di registrazione e c’era anche un pianoforte. Lei non lo suonava ma si faceva accompagnare da altri artisti. Per la verità molti l’avevano abbandonata. Ma è rimasto sempre un solido legame con Roberto Murolo ed Enzo Granianiello. Anche Renato Zero le è stato sempre vicino come un fratello. Si erano conosciuti ai tempi del Piper insieme a Loredana”.
Le calunnie inventate sul suo conto le hanno rovinato la vita, ma Mimì preferiva evitare l’argomento.
“Con Mia – ricorda – siamo stati amici inseparabili. Tanti suoi colleghi l’hanno abbandonata. Io ho fatto tutto ciò che mi sentivo di fare e ancora oggi sento tanta cattiveria sul suo conto. Delle voci messe in giro su di lei non volle mai parlarne. Quando eravamo in macchina o in studio insieme cercavamo di scherzare. Lei comunque era piuttosto chiusa e introversa. Era una che se le facevi i complimenti per l’orologio che portava al polso, ti rispondeva al massimo con un sorriso e due parole. Nonostante stessi a Roma, quando mi chiamava c’ero sempre per lei. Capitava di partire all’improvviso anche solo per andare a comprare un microfono o per ascoltare qualche concerto. Non era facile starle vicino, ma a volte bastava una telefonata per non farla sentire sola. Non sembra, ma il nostro lavoro è fatto anche di queste attenzioni e di sensibilità. Col passare degli anni aveva litigato con molte persone, quasi con tutti. Ebbe da ridire anche con me per dei problemi di audio ad una trasmissione di Mino Damato. Era una perfezionista ed era solita portarsi dietro ad ogni esibizione uno dei primi registratori Sony per poi riascoltarsi a a casa. Ma nonostante le discussioni non ho smesso mai di volerle bene”.
Oggi Mia avrebbe 71 anni ed è difficile immaginare come sarebbe andata la sua vita.
“Era un’artista e una donna imprevedibile. Negli ultimi anni – conclude Spiridioni – si era anche avvicinata al jazz. Non so cosa avrebbe potuto fare oggi. Nella musica è cambiato tutto, a partire dal linguaggio”.
 

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