Miti e riti del solstizio d'estate in un excursus partito dalla Guazza di San Giovanni

TERNI – Iperico, alloro, noce, malva, camomilla, salvia, rosmarino, lavanda, menta, rosa, geranio, gelsomino… e chi più ne ha, più ne metta, in funzione delle coordinate geografiche e dell’esito del raccolto.
Numerosi quelli che la sera del 23 giugno sono tornati a collocare all’esterno delle proprie case il recipiente con la tradizionale misticanza di erba e fiori messa a macerare nell’acqua, ritrovando gesti desueti e usanze antiche nell’affidare alle energie cosmiche l’auspicio di una buona sorte.
Potenziata dalla benefica rugiada assorbita durante una notte speciale, con quell’acqua odorosa un tempo ci si aspergeva mani e viso il mattino del 24, giorno di San Giovanni Battista, fidando nel condensato di energia solare e lunare per purificarsi e scongiurare le avversità.
Tra tradizioni antiche e ritualità cristiane, a parlarne l’antropologo e storico delle religioni Mario Polia che, atteso al Met di Terni nella serata del 24, ha accettato di intervenire anche all’incontro che il Garden Club Terni ha dedicato alla “Guazza di San Giovanni” nel pomeriggio, non mancando la presidente Laura Chiari e socie di produrne una propria con tutti i crismi, a beneficio dei presenti.
Location i rigogliosi giardini del Mulino Eroli, oasi di verde nei pressi del ponte d’Augusto di Narni, dopo una breve introduzione di Gian Luca Diamanti, Polia ha affascinato gli astanti con un excursus sui miti e i riti del solstizio d’estate, tempo pregno di forze sacrali in cui accadono prodigi.
“E’ la nostra prima uscita dopo i lunghi mesi della quarantena. Non potevano esserci luogo, giorno e relatori migliori per ricaricarci di energie” – commentava la presidente Chiari.
Un’esigenza di ripresa evidentemente condivisa anche in città. Poche ore dopo, infatti, il professor Polia approfondiva al Met di Terni il discorso sui riti solstiziali e i due San Giovanni – l’Evangelista collegato al solstizio d’inverno; il Battista che si ricorda nei giorni del solstizio d’estate – nell’incontro promosso dall’associazione Vagabondi della Valnerina e Ciav – Centro Iniziative Ambiente Valnerina.
Obiettivo comune estendere la ricerca sulle tradizioni popolari coinvolgendo i territori dell’Umbria meridionale fin qui poco indagati, se il mondo vegetale e gli aspetti curativi delle piante sono stati il tema dell’intervento introduttivo di Leonardo Paoluzzi, medico esperto in medicina naturale, agopuntura e fitoterapia, spazio alla polemica con le conclusioni.
“Le feste di San Giovanni e di maggio sono il segno delle radici comuni dell’antica Europa, sulle quali – se me lo consentite – i signori di Bruxelles stanno gettando acido muriatico” – ha chiosato Polia.  A disposizione del pubblico il catino con l’acqua odorosa e le erbe di rito raccolte dallo specialista Enrico Bini.
Lorella Giulivi
 

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