UMBRIA – Ieri l’Umbria ha vissuto una giornata di forte mobilitazione civica, con manifestazioni e cortei organizzati a Perugia e a Terni e in vari centri della regione in segno di solidarietà con la popolazione palestinese. Le azioni fanno parte dello sciopero generale indetto da sigle sindacali di base con la parola d’ordine “Blocchiamo tutto”.
A Perugia si è tenuto un presidio in piazza Vittorio Veneto, nei pressi della stazione ferroviaria di Fontivegge, con decine di manifestanti tra giovani, studenti, lavoratori, persone di tutte le età. A Terni il corteo ha preso avvio da largo Don Minzoni per concludersi in piazza della Repubblica.
Sono state esposte numerose bandiere palestinesi, striscioni, interventi dei sindacati. L’Usb Umbria ha giocato un ruolo centrale nell’organizzazione locale. La mobilitazione è coincisa con uno sciopero generale, promosso da sindacati di base, con durata di circa 4 ore.
Le richieste principali degli organizzatori e dei manifestanti includono: al grido di “Fermare il massacro” è stata manifestata la condanna delle operazioni militari nella Striscia di Gaza e la richiesta di cessate il fuoco. Un appello alle istituzioni è stato lanciato affinché si attivino concretamente per la protezione dei civili, per garantire corridoi umanitari e assistenza. Inoltre è stata invocata la sospensione/boicottaggio di attività economiche e produttive che, secondo gli organizzatori, avrebbero un coinvolgimento – diretto o indiretto – con il sostegno ad attività militari o con relazioni con chi provvede al riarmo. Lo slogan “blocchiamo tutto” sintetizza questa dimensione della protesta.
Lo sciopero ha raccolto adesioni in vari settori del lavoro pubblico e privato, sebbene i trasporti, stando alle fonti, abbiano risentito poco dell’azione in termini di disservizi concreti.
La manifestazione si è svolta in maniera compatta e con partecipazione disciplinata, al contrario di blocchi ed eccessi che si sono registrati in alcune città italiane.
Queste manifestazioni umbre si inseriscono in un più ampio quadro nazionale di mobilitazione, con cortei e scioperi in molte città italiane, in alcune delle quali si sono registrati disordini e scontri con le forze dell’ordine, che rispondono all’appello delle organizzazioni sindacali e delle associazioni pro-Palestina. Momenti caratterizzati da forte sensibilità pubblica nei confronti del conflitto in Medio Oriente.