Monte Castello di Vibio orgogliosamente Covid Free 

MONTE CASTELLO DI VIBIO – Sarà l’aria buona, sarà che sono in pochi, sarà che sono belli e vivibili, sarà che fanno parte de “I borghi più belli d’Italia” ma Montecastello di Vibio assieme a Monteone di Spoleto, nella parte sud dell’Umbria, sono orgogliosamente comuni “Covid Free.   
“L’emergenza COVID 19 ci ha spaventato, certo, ma non ci ha piegato – afferma con un pizzico di orgoglio il sindaco Daniela Brugnossi. Il nostro sistema sanitario ha dimostrato solidarietà e professionalità mettendo a disposizione strutture uomini e mezzi e il nostro tessuto sociale ha confermato di saper reggere all’impatto. Per noi nulla è cambiato, rimoduleremo la nostra offerta improntandola alla massima sicurezza, ma le condizioni della nostra realtà consentivano anche prima di vivere esperienze quasi esclusive, di concedersi emozioni uniche, di regalarsi momenti di solitudine e bellezza allo stesso tempo.  Poco più di 1.500 abitanti ed un territorio ricco di potenzialità. Un centro storico in cui ogni angolo ti racconta qualcosa, dove in questi tempi duri ci si parla dalla finestra da una casa all’altra, dove la dilatazione degli spazi non ha allontanato i cuori delle persone, dove anche chi, cittadino del mondo, vive il paese solo in alcuni mesi dell’anno, scrive di sentirsi parte della comunità. Nei nostri borghi il ritmo della vita scorre lento e ti offre la possibilità di godere del bello che ti circonda. Monte Castello di Vibio è uno dei borghi più Belli d’Italia, una grande storia alle spalle e una piccola storia fatta di quotidianità condivisa. Un piccolo grande teatro, il Teatro della Concordia, realizzato seguendo i canoni settecenteschi, interamente in legno, “a misura del proprio paese”, dove lo spazio scenico sembra quasi vivo, capace di respirare. E come riportato nei documenti fondanti dell’associazione che lo ha costruito, ‘la civiltà non si misura a metri quadri e cubatura’ e la qualità della vita non è un parametro del PIL, ma un elemento che non ha prezzo.  Un tessuto sociale fatto di associazioni di giovani e meno giovani che impiegano il proprio tempo libero per supportare le istituzioni nel mantenere la comunità viva e attiva.  Il distanziamento sociale fa parte del nostro Dna e della nostra civiltà che racconta gli Umbri come uno dei più antichi popoli d’Italia, ombrosi all’inizio, ma capaci di accogliere poi con grande trasporto, condividendo emozioni ed esperienze”.

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