MONTONE – Ai nastri di partenza è la ricca 29/a edizione dell’Umbria Film Festival. Da martedì 8 luglio, fino al 13, il borgo di Montone si trasforma ancora una volta in un cinema a cielo aperto, pronto a incantare con la magia della settima arte.
Anteprime esclusive, incontri con registi e attori di fama internazionale, e una selezione del miglior cinema indipendente attendono un pubblico sempre più vasto. Ci si prepara quindi a vivere sotto le stelle l’atmosfera unica di un evento che celebra il grande schermo nel cuore verde d’Italia.
Quest’anno il festival ha concesso un momento di pausa a “Moontoons”, con la macchina organizzativa dell’Associazione Umbria Film Festival APS che non ha avuto tempo di prepararlo nel modo migliore. Si è voluto però dare un segno importante di attenzione, anticipatore del ritorno della sezione l’anno prossimo, inaugurando il festival con la presentazione in Piazza San Francesco dalle ore 21 di “Forti da Morire – A scoprir le comete”, cortometraggio realizzato dagli studenti e le studentesse della Scuola Secondaria di Primo Grado “Giuseppe Polidori” di Montone e festeggiando sotto la sua egida i cinquant’anni della Pimpa, più giovane che mai e pronta a reinventarsi tra qualche settimana sottoforma di musical dal vivo, naturalmente diretto da Altan e Enzo d’Alò. Verrà proiettata poi una selezione di episodi della Pimpa diretti da Enzo d’Alò (il quale sarà il primo quest’anno a ricevere le “Chiavi della città” in piazza Fortebraccio, ore 19). Di d’Alò parlano i suoi meravigliosi film d’animazione, da “La freccia azzurra” (1996), il suo primo lungometraggio di animazione, al suo ultimo, “Mary e lo spirito di mezzanotte” (2023) presentato a Berlino.
La Pimpa sarà seguita dalla bellissima performance degli studenti delle scuole di Musica elettronica e di Jazz di Perugia che sonorizzeranno “The Cameraman”, uno del film più belli di Buster Keaton.
Il primo programma speciale che sarà presentato in Piazza, proiettato dopo Keaton, che è anche il primo rappresentante di una sezione di film di mezzanotte che sarà sviluppata interamente l’anno prossimo, nasce dalla collaborazione tra il festival e L’Ambasciata di India in Italia. Si tratta di “RRR” di S.S. Rajamouli, il primo lungometraggio indiano a vincere un premio Oscar (miglior canzone originale, Naatu Naatu).
A guidare la direzione artistica a partire da quest’anno è Maria Teresa Cavina, figura di spicco del panorama cinematografico internazionale, che afferma: “Ogni evento, in particolare ogni festival di cinema, si ritrova ad avere, a fine selezione, un fil rouge tra le mani che mette in collegamento e in dialogo fra loro i vari film e eventi. Con Umbria Film Festival le cose sono un po’ diverse. Non è, e non sarà, un festival tematico ma Montone e Umbria sono un binomio con un’incredibile forza evocativa che quasi impone al festival la sua missione all’insegna di arte, cultura e spiritualità immersa nel reale”.
Per ognuno dei sei giorni di programmazione, le piazze e le strade di Montone si trasformeranno ancora una volta in un cinema a cielo aperto, con proiezioni di film in anteprima, corti d’autore e grandi classici, nazionali e internazionali. Ma l’Umbria Film Festival non si ferma qui, con masterclass, talk, podcast, tavole rotonde, incontri, concerti e performance artistiche che si svolgeranno durante le giornate di festival.
Per quanto riguarda il programma, prima di tutto si vuole festeggiare quest’anno il “papà del festival”, il presidente onorario del festival e cittadino onorario di Montone Terry Gilliam, con un film attuale e di una forza profetica.
Una chiamata alla riflessione e alle “armi” da parte del festival è sollecitata quindi dal bellissimo e profetico “Brazil” del visionario regista inglese, che quest’anno compie quarant’anni, al quale è stato quasi inevitabile affiancare “Orwell: 2+2=5” del premio Oscar Raoul Peck, presentato quest’anno a Cannes con grande successo di pubblico e di critica. I diari e gli scritti degli ultimi anni di vita di Orwell (letti da Damian Lewis) fanno da colonna sonora ad un’avvincente selezione di materiale d’archivio e di immagini contemporanee, una sapiente miscela tra documentari e film in cui ovviamente dominano scene tratte da “1984” e “Animal Farm”. Orwell è morto esattamente 75 anni fa. Quello che allora era un ammonimento oggi sembra paurosamente vicino e quindi la direzione artistica ha pensato che sia un dovere morale e civile fare appello al nostro senso etico che sembra così in pericolo, oggi, e chiedere a gran voce il rispetto della vita, delle differenze culturali, e cercare di (ri)costruire un senso di solidarietà umana che sembra sgretolarsi ogni giorno di più.
Del tormento e dell’abissale solitudine generati dall’allontanamento forzato dalla propria patria ci parla “Yunan” (in concorso a Berlino) che con eleganza e profondità tarkovskiane racconta il dolore e la speranza di Munir esule di non sappiamo dove, ma non quelli obbligati ad abbandonare la propria terra tutti uniti dalla stessa sofferenza.
“Trenque Lauquen” e “Sterben” con stili diversissimi ma uguale potenza e originalità narrativa rappresentano l’essere umano, il primo immergendoci nel fascino magnetico del ritmo della vita reale, il secondo nella drammaticità della sua disgregazione trattata con pungente humor. Laura Citarella è forse la voce più importante del “Nuevo Cine Argentino” per questo il festival ha deciso di dedicarle un piccolo omaggio presentando anche il suo film d’esordio “Ostende” (2011). Con “Trenque Lauquen”, avvincente esposizione della soggettività femminile, ha affascinato i due lati dell’oceano passando da Venezia Orizzonti al Toronto FF e al Festival di New York. Proteiforme e misterioso, nasce come road movie, poi diventa un thriller, e poi quasi un fantasy. Il film è stato immaginato dalla regista in due parti distinte, e così farà il festival, presentando la prima parte in Piazza San Francesco e la seconda il pomeriggio successivo in sala. “Sterben – Lo spartito della vita”, ha vinto l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura a Berlino, premio ben meritato poiché il regista, Matthias Glasner, narrando questo intricato dramma familiare riesce a essere estremamente divertente e, spesso, riesce a tingere d’ironia anche i momenti più tragici.
Jean-Christophe Clair, artista e direttore artistico di Rometti, Alice Kharoubi, fondatrice dello short film corner a Cannes e il regista Adriano Valerio, di cui sarà presentato il bellissimo “Casablanca” e i suoi due cortometraggi più recenti, compongono la giuria che è chiamata a decidere il miglior cortometraggio di Amarcorti che presenterà una selezione di film che hanno iniziato la loro carriera nei più importanti festival internazionali.
Anche quest’anno, uno dei momenti più suggestivi e caratteristici del festival sarà la presentazione delle “Chiavi della Città” a tre protagonisti del cinema internazionale: dopo Enzo D’Alò, saranno consegnate anche a Laura Citarella e Charles McKewon e non poteva essere altrimenti, visto che con Terry Gilliam ha ricevuto grazie a Brazil una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Grande attore caratterista, pensiamo ai suoi ruoli memorabili come Harvey Lime in “Brazil”, Adolphus/Rupert in “The Adventures of Baron Munchausen” (1988) e di un ispettore in “The Imaginarium of Doctor Parnassus” (2009) McKewon è anche fine sceneggiatore non solo per Terry Gilliam per i tre film appena citati ma anche per Jake Scott (“Plunkett & Macleane” – 1999) e per la nostra Liliana Cavani con cui ha sceneggiato “Il gioco di Ripley” (2002)
Da quest’anno il festival si dota anche di un premio che intende celebrare un regista o un attore nel pieno della propria carriera. Il primo, di quella che ci si augura essere una lunga lista di nomi straordinari, a ricevere l’Excellence Award sarà quest’anno Saverio Costanzo, un grande regista che ci ha donato una splendida serie televisiva “L’amica Geniale” trasmessa in 162 paesi, e 5 fantastici film, da “Finalmente L’Alba” (2023) a “Private” Pardo d’oro a Locarno, scelto di presentare quest’anno perché particolarmente significativo, con “Yunan” e “Upshot”, per la tavola rotonda “LUCI NELL’OSCURITÀ. Il cinema come atto etico”.
La tavola rotonda, e le masterclass di Enzo D’Alò, Laura Citarella, e Terry Gilliam, rappresentano poi il cuore stesso del festival, il momento in cui la dimensione visiva diventa riflessione etica e estetica, condivisione di universi creativi unici.
Programma martedì 8 luglio
In Piazza Fortebraccio, alle ore 19, cerimonia di consegna delle “Chiavi della Città” a Enzo D’Alò. In Piazza San Francesco, alle ore 21, “Forti da Morire – A scoprir le comete”, cortometraggio realizzato dagli studenti e le studentesse della Scuola Secondaria di Primo Grado “Giuseppe Polidori” di Montone. A seguire per la sezione Montoons, “La Pimpa compie 50 anni” alla presenza del regista Enzo D’Alò. Seguirà poi “The Cameraman” di Buster Keaton (1928 / Usa / 67’) sonorizzato dal vivo (a cura del Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali del Conservatorio di Musica F. Morlacchi di Perugia). La serata si chiuderà con la proiezione di “RRR” di S.S. Rajamouli (2022 / India/ 187’ vm 14), in collaborazione con l’Ambasciata dell’India presso l’Italia.
La 29/a edizione è realizzata con il sostengo della Direzione generale Cinema e Audiovisivo del MIC, della Regione Umbria, del Comune di Montone e dei Fondi per il Bando Sostegno Spettacoli dal Vivo anno 2024 “PR FESR 2021-2027. L’Az. 1.3.4. – Sostegno alle imprese turistiche, di servizi per il turismo, cinematografiche, audiovisive, culturali e creative e sociali”.