Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Mostra a Montefalco: lo sguardo an/estetico di Steve McCurry sull’Umbria

MONTEFALCO – L’Umbria è sveglia ma si ritrova negli antichi riti delle relazioni, della convivialità, nei ritmi della natura e del folklore più autentico: così la immagina Steve McCurry che ne ritrae gli aspetti più sinceri in linea con un’idea di questa terra agreste e genuina, dove il ritmo urbano è lontano e in qualche modo marginalizzato in un altrove di inestetismo che lascia spazio solo all’indifferenza. La mostra di Steve McCurry che torna in Umbria ad anni di distanza di About Umbria, si tiene al Complesso museale San Francesco a Montefalco, dal 4 dicembre 2025 al 3 maggio 2026. In esposizione ci sono sessanta fotografie, molte delle quali inedite: un mix tra scatti “iconici” del repertorio di McCurry e immagini mai viste prima, per la maggior parte datate 2022, tutte dedicate all’Umbria — ai suoi paesaggi, ai suoi borghi, alle sue feste, ai volti e alle tradizioni delle sue comunità. Curata da Biba Giacchetti, la mostra non racconta solo un viaggio geografico, ma propone una narrazione visiva e umana della regione, fatta di cultura, memoria, vita quotidiana. Le fotografie mostrano non solo i luoghi più celebri (borghi medievali, paesi noti), ma anche angoli dimenticati, scorci quotidiani, momenti di festa popolare, riti, lavoro, vita semplice. Questo “sguardo laterale” rende la mostra capace di restituire una dimensione autentica e profonda della regione, più vicina alla realtà delle persone che alla cartolina turistica. Uno sguardo an/estetico, quello di McCurry che coglie il pacifico buon vivere nello scorrere pigro del tempo, uguale a se stesso nel solo variare di piccole percezioni. Come da tradizione McCurry, le immagini catturano luce, espressioni e ambienti con grande sensibilità: a colpire non sono solo i paesaggi, ma i volti, gli sguardi, le posture — cioè ciò che rende l’Umbria viva. In questo modo la mostra diventa quasi un “racconto di storie”, non solo di luoghi. L’esposizione non è un semplice album di viaggi: c’è un’attenzione antropologica e sociale. Passare dalle feste popolari alle scene di vita quotidiana, dalla quiete dei borghi ai gesti consueti delle persone, produce un ritratto complesso e stratificato della regione. La curatela di Biba Giacchetti si mostra attenta: l’allestimento non è rigorosamente cronologico né geograficamente rigido. Le fotografie dialogano tra loro in modo libero, quasi poetico; l’ordine è pensato per creare rimandi e suggestioni piuttosto che per narrare una storia lineare. Questa scelta consente di vivere la mostra come un’esperienza immersiva, in cui le immagini “convivono” e costruiscono un mosaico emotivo e visivo piuttosto che un resoconto pedissequo del viaggio. Una mostra di grande valore sotto diversi punti di vista: offre una visione intima e autentica dell’Umbria, fatta di bellezza, ma anche di quotidianità e storia. È capace di emozionare — non solo per la bellezza estetica delle fotografie, ma per la dignità e l’umanità che trasmettono. Funziona da ponte tra arte e memoria, come un modo per riscoprire e riflettere su una terra spesso raccontata superficialmente.

Articoli correlati

Commenti