“Nascita di una mostra”: affascinante backstage Rai dedicato a Pietro Vannucci

PERUGIA – Che bello quando del bello la Rai si occupa. Professionalità, dedizione, mezzi, impegno di una redazione giornalistica profondamente calata nel territorio come quella della Tgr Umbria, hanno in 33 intensi minuti di girato creato un racconto coinvolgente. Soprattutto originale, perché il documentario “Nascita di una Mostra” entra con garbo e perizia, visto il contesto, nel dietro le quinte che, stavolta senza timore di inflazionare il sostantivo, è un vero evento: la vetrina che la Galleria Nazionale dell’Umbria ha dedicato a “Il meglio maestro d’Italia”, Pietro Vannucci, per i 500 anni dalla morte.

Cecilia Porro, caposervizio della Tgr Umbria autrice del documentario, laureata in Storia dell’arte, nel corso della conferenza stampa ha detto che a colpirla è stata particolarmente l’emozione di quei trasportatori che dopo 5 rampe di scale “stile medioevo”, disvelavano dagli imballaggi visibilmente emozionati pezzi di inestimabile valore. Divini, quanto il Perugino.
“Noi giornalisti – ci confessa Cecilia Porro – dobbiamo essere quanto più neutrali possibile di fronte a ciò che ci accade per avere lucidità nel racconto. Certo è che di tutto questo lavoro mi resterà l’impressionante perizia di questi trasportatori, i loro movimenti sicuri, la consapevolezza del tesoro di cui erano in quel momento depositari. Orgogliosi, fieri, emozionati”.

Il documentario è visibile fin da oggi, 7 aprile, sulla piattaforma di Raiplay e sul sito internet della Tgr Umbria. Sarà il fulcro di una puntata di Art Night su Rai5 in onda a maggio. Inoltre verrà donato a tutti i musei che hanno prestato le opere del Perugino per testimoniare come sono avvenuti il trasporto, l’allestimento e il contesto nel quale sono state esposte le opere prestate.
Questo aspetto di alto … baratto, senza voler spoilerare troppo, è una delle tante chicche che il documentario propone, narrate da chi la mostra l’ha pensata e curata, Veruska Picchiarelli, assieme ovviamente al direttore della GNU Marco Pierini. Un attentissimo iter di alta diplomazia e mutuo scambio.
Tra l’altro il direttore Pierini, “aiutato” anche dall’inflessione simpaticamente tosco-senese, si rende protagonista di una gradevolissima narrazione sull’aneddottica che circonda il Perugino, ribadendo il già noto, ma anche aprendo letture, per così dire alternative, circostanziate. Belle le musiche originali di Roberto Grilli. D’effetto la chiusura affidata al sottosegretario Vittorio Sgarbi che parla di Pietro Vannucci come di colui che ha fissato un modello per l’arte capace di unificare lo stile italiano.
Gli applausi sentiti alla fine della proiezione in anteprima per la stampa, sono sinceri. Rapiscono, infatti, le immagini sapienti di Walter Ciurnella e il montaggio di Valeria Giulianelli. Davvero top l’effetto di quelle a 10 centimetri di distanza capaci di far vedere persino le “rughe” del colore che il tempo ha inflitto a volti di disumana bellezza. Si percepisce l’emozione dell’ultimo giro di cacciavite che ridarà luce all’opera imballata, come in una partita a poker in cui si spilla l’ultima carta. La voce di Cecilia Porro e il suo puntuale racconto introducono e assecondano fotogrammi che immortalano i tanti protagonisti anonimi intenti a compiere una prestigiosa missione.
Insomma, alla fine della proiezione, le parole dette in premessa di conferenza stampa assumono significati pertinenti. Risultano concreti, verificati e rimarcati opportunamente l’impegno e l’entusiasmo di colleghi capaci che con giustificato trasporto ha trasferito Luca Ginetto che della redazione dell’Umbria è caporedattore: “Siamo partiti da un’idea originale – ha spiegato Ginetto – che è stata quella di raccontare il backstage di una mostra. Abbiamo impiegato tutte le risorse che avevamo a disposizione per riuscire a realizzare questo progetto che vuole essere una ulteriore testimonianza della nostra vicinanza al territorio, alle sue istanze, alle sue peculiarità”.
Giovanni Parapini, responsabile della sede regionale per l’Umbria, ha voluto rimarcare la consapevolezza che la Rai ha del ruolo sociale che il servizio pubblico deve avere nei confronti della collettività.
“In primo luogo questo compito – ha detto – è nel Dna dell’Azienda. L’intento è ricercare costantemente una nuova grammatica che sappia coinvolgere tutti, guardando con attenzione ai giovani. Inoltre, fin dal mio insediamento in Umbria, ho ribadito la necessità della compenetrazione nel territorio, patrimonio di storia e cultura immensi”.

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