Nodino di Perugia, ecco perché Legambiente e FIAB Pedala contestano il voto del Consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere e FIAB Perugia Pedala sulla vicenda che riguarda il cosiddetto “Nodino di Perugia”.

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“Lo scorso 27 giugno il Consiglio Comunale di Perugia ha votato a favore della realizzazione del Nodino, impegnando l’amministrazione ad attivarsi per chiedere altri tratti del progetto complessivo del Nodo. Il coordinamento delle associazioni perugine di FIAB e Legambiente, che da tempo si prodiga per una mobilità sostenibile nel capoluogo regionale, segnala il disappunto e lo sconforto nell’aver assistito a una votazione così netta (nessun voto contrario, solo tre astenuti) del consiglio a favore dell’idea che l’opera si debba fare, a prescindere, visto che non c’è ancora uno progetto vero e proprio.

“Si può votare una cosa del genere a scatola chiusa? A quanto pare per gli esimi consiglieri sì – così stigmatizza la votazione il presidente di FIAB Perugia Pedala Paolo Festi – ma la cosa più assurda è che un anno fa maggioranza e opposizione erano nettamente contrarie al nodino proponendo da una parte modifiche alla viabilità molto meno impattanti sia economicamente che dal punto di vista ambientale, e dall’altra chiedendo interventi per migliorare il trasporto pubblico, parlando di sviluppo sostenibile, di transizione ecologica autentica, di soluzioni volte a diminuire il traffico nei tratti interessati, col Pd locale che proponeva l’uso metropolitano delle ferrovie esistenti e ora inutilizzate tramite il tram-treno”.

Le associazioni segnalano che lo stesso sindaco Romizi rincarava la dose dicendo di voler puntare sul trasporto pubblico locale, sulla mobilità sostenibile e parlando di nodino come di un’opera non risolutiva dei problemi di traffico, mentre il principale esponente di opposizione, Giubilei, appoggiava le parole del sindaco tanto da invitare a sostenerlo. E poi si criticava l’opera come strumentale per l’ampliamento del centro commerciale di Collestrada e si temeva l’impatto ambientale del nodino che avrebbe stravolto numerose sorgenti e falde acquifere, peggiorato l’inquinamento acustico, deturpato il borgo medievale e il bosco autoctono.

Le associazioni ambientaliste sono sconfortate nell’apprendere che tutte queste tematiche ora sono totalmente scomparse dal lessico politico, sia di maggioranza che di opposizione, senza alcuna motivazione valida alle nette critiche fatte in passato. Senza neppure che ci sia un progetto nuovo a giustificare questo cambio radicale di idee, si dà un sì pregiudiziale all’opera. “In sostanza i consiglieri e le consigliere del Comune di Perugia hanno detto che emergenza climatica, transizione ecologica e mobilità sostenibile sono espressioni ammiccanti da mettere in qualche discorso, ma innocue e senza conseguenze sul piano delle scelte – rincara così Giovanni Carmignani presidente del circolo perugino di Legambiente –  non c’è nessuna capacità di connettere gli effetti (surriscaldamento climatico, aumento emissioni, etc.) con le cause, o alcune di esse, come l’aumento del traffico privato”.

Secondo FIAB e Legambiente invece l’unico modo di affrontare questi problemi, in particolare nell’area di Ponte San Giovanni, dove indubbiamente gli abitanti soffrono da anni a causa di questa situazione, non è quello di spalmare sui territori limitrofi le auto e di conseguenza i problemi ad essa collegati, ma piuttosto RIDURRE in ogni modo il numero di auto, limitando la necessità di spostamento, potenziando il trasporto pubblico, con corse frequenti, potenziando le alternative di mobilità attiva. Perché non chiedere ad esempio un servizio autobus interno al quartiere che colleghi anche le zone limitrofe (Pieve del Campo, l’area industriale, i ponti vicini), ad oggi assente? Perché non far sì che la rete ferroviaria, che presenta già tante stazioni nel territorio, diventi una metropolitana di superficie con collegamenti frequenti tra le diverse zone della città estendendosi poi anche ai comuni vicini? Scegliere se impiegare ingenti risorse pubbliche per favorire ancora l’auto privata raddoppiando la strada a quattro corsie esistente o piuttosto incentivare e migliorare il servizio pubblico e la mobilità sostenibile sono scelte strategiche alternative e sono scelte politiche.

È questo l’aspetto più avvilente che il voto di lunedì trasmette, concludono le associazioni: nessuna visione di un presente e futuro diversi dal solo e solito autocentrismo, e un Consiglio che interpreta solamente i desiderata dei gruppi di potere schierati a favore dell’auto, escludendo una larga fetta della popolazione e di tante associazioni e comitati le cui posizioni non sono per nulla rappresentate.

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