Nuovo libro di Umberto Maiorca e Pier Francesco Quaglietti sullo statista Augusto Ciuffelli

TODI – Uscirà a fine novembre la seconda edizione del volume presentato lo scorso anno da Umberto Maiorca e Pier Francesco Quaglietti, arricchita da alcune importanti analisi e documenti inediti.

Umberto Maiorca e Pier Francesco Quaglietti: presentazione del loro volume nel Palazzo della Provincia di Perugia

Inoltre nel volume sono inseriti i contributi di Giampiero Zanon e Dino Vecchiato, autori del libro “Qui finisce l’odio del mondo” (Mursia, 2005), in foto la copertina del libro.

Dunque i  due giornalisti umbri Maiorca e Quaglietti, coautori del libro “Augusto Ciuffelli: un umbro al servizio dello Stato” unico libro pubblicato lo scorso anno in occasione della ricorrenza del centenario della morte dello statista umbro, tuderte di adozione, proseguono nell’ampliamento di alcuni argomenti che hanno caratterizzato la vita politica e anche personale di Ciuffelli.

Lo scopo non è solo quello di allargare le ricerche che coinvolgono vari archivi di Stato e fondazioni private, ma in particolare quello di far conoscere agli umbri chi fosse realmente Augusto Ciuffelli e quanto si adoperò per la sua regione.

Particolare attenzione viene rivolta, con un apposito capitolo alla scuola, al lavoro che Ciuffelli fece non solo con le sue proposte volte all’avocazione della scuola elementare allo Stato, ma anche all’abbattimento dell’alto tasso di analfabetismo e della scarsa scolarizzazione. Lo statista umbro, Capo di Gabinetto di Giuseppe Zanardelli  quando era Presidente del Consiglio, era conscio, come ogni liberale, che l’Italia fosse l’unica nazione europea occidentale ad avere un periodo di obbligo scolastico di soli tre anni. Nell’analisi sulle considerazioni e sui progetti di Ciuffelli per il mondo della scuola un approfondito esame viene effettuato sui programmi elettorali che furono illustrati agli elettori e distribuiti con apposite pubblicazioni durante le campagne elettorali.

C’è un argomento che ha particolarmente incuriosito gli autori, tanto da dedicargli un apposito capitolo in questa seconda edizione: il ruolo che Augusto Ciuffelli esercitò quale Commissario Generale Civile per la Venezia Giulia dal 3 agosto 1919 al 3 dicembre 1919, quando si dimise dall’incarico. Le dimissioni furono dovute a molte cause. Tra queste la complessità di un’azione che doveva essere univoca in un territorio dove, per un largo strato della popolazione, il sistema burocratico ed amministrativo dell’Impero Austro-Ungarico era giudicato più efficiente del nuovo apparato del Regno d’Italia, senza dimenticare  le difficoltà poi nel gestire il caos derivante dagli internati di varia nazionalità presenti  sul territorio, unita anche a una grave situazione sanitaria. C’è sicuramente infine, e questo si sta valutando attraverso la lettura dei telegrammi intercorsi  tra il Presidente del Consiglio Nitti e lo stesso Ciuffelli, il problema legato alla “Questione di Fiume” e al ruolo dell’ufficio I.T.O (Informazioni Truppe Operanti) che aveva sede nello stesso stabile del Governatorato.

Un capitolo specifico, infine, è costituito da quello elaborato da Giampiero Zanon e Dino Vecchiato, in cui si parla del figlio di Augusto Ciuffelli, “Gepi”, forse il prediletto, che il 25 ottobre 1917 si alzò in volo, con il suo comandante di squadriglia Giuseppe Gabbin come osservatore, per una disperata azione di bombardamento tesa ad arginare l’avanzata nemica durante i fatti di Caporetto. I due non fecero più ritorno. Di Gepi Ciuffelli vengono riportati vari episodi di vita, anche bellici. Tra un lavoro come rappresentante d’auto e presunte sfide a duello nelle stanze del famoso Caffè Aragno di Roma, arrivò alla soglia della Grande Guerra con il grado di sottotenente di complemento nel Reggimento Lancieri di Firenze. Ma ben presto percepì che il suo carattere coraggioso e temerario mal si  coniugava con le lunghe attese della guerra di trincea, e fece domanda per essere assegnato al Corpo Aeronautico. Già nel settembre 1917, ricordano Zanon e Vecchiato, a “Gepi” Ciuffelli venne assegnata una Medaglia d’Argento al Valor Militare per aver ingaggiato un furioso duello aereo al termine del quale rientrò in territorio italiano con l’apparecchio colpito al serbatoio della benzina, l’elica ferma e come unica scelta quella di atterrare in volo planato.

Accanto alla vita politica di Augusto Ciuffelli, con la speranza di aver ulteriormente illustrato chi fosse questo personaggio “venuto dal nulla”, come lo definì Arturo Labriola in una lettera a Friedrich Engels, gli autori hanno voluto ricordare un episodio che lo segnò profondamente nello spirito: la morte del figlio “Gepi”, eroe di guerra a cui è intitolato l’aeroporto di Rieti.

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Nella foto di copertina la 25aSquadriglia Voisin. Da sinistra a destra: Ciuffelli, Guerra, Pallavicino, Nociti, Bartolini, Lanza, Gabbin, Macchi, Gelmetti, Molino e un aspirante pilota.

 

 

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